Vendite al dettaglio, a gennaio dati peggiori delle attese

Vendite al dettaglio, a gennaio dati peggiori delle attese

Stime Istat: -3% in valore e -3,9% in volume rispetto a dicembre. Su base annua -6,8% in valore e -8,5% in volume. Confcommercio: "servono ristori efficaci e non discriminatori"

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5 marzo 2021

A gennaio le vendite al dettaglio sono scese del 3% in valore e del 3,9% in volume rispetto al mese precedente. Su base annua, invece, il calo è del 6,8% in valore e dell'8,5% in volume. Sono le stime dell'Istat (dati completi a questo link), che per il trimestre novembre 2020-gennaio 2021 nota inoltre una diminuzione del 6,7% in valore e del 7,3% in volume in confronto ai tre mesi precedenti.

 

 

L'andamento negativo delle vendite è causato principalmente dai beni non alimentari, in calo del 13,2% in valore e del 14% in volume su base mensile e del 15,5% in valore e del 17,1% in volume su base annua. Le vendite dei beni alimentari sono invece in crescita (+1,9% in valore e volume mensile, +4,5% in valore e +3,8% in volume annui). Per quanto riguarda i beni non alimentari, si registrano variazioni tendenziali negative per quasi tutti i gruppi di prodotti ad eccezione di Elettrodomestici, radio, tv e registratori (+11,7%) e Dotazioni per l'informatica, telecomunicazioni, telefonia (+9,9%). Rispetto a gennaio 2020 c’è una diminuzione assai ampia delle vendite al di fuori dei negozi (-18,7%) e di quelle delle imprese operanti su piccole superfici (-14,3%), mentre cala lievemente anche la grande distribuzione (-1,5%). L'unica forma distributiva che segna una decisa crescita è il commercio elettronico (+38,4%).

Confcommercio: “dato peggiore delle attese”

“Il dato di gennaio disegna un quadro peggiore di quanto atteso. Le restrizioni alle attività produttive e alla mobilità, territoriali e nazionali, hanno ancora una volta fortemente condizionato la domanda. In questo contesto i più penalizzati sono i negozi di piccole dimensioni del non alimentare, soprattutto di abbigliamento e calzature. Non può consolare che andamenti negativi di entità simile si registrino anche in altri grandi Paesi europei. Una caduta della loro domanda può solo amplificare le difficoltà produttive dell’Italia”: è il commento dell’Ufficio Studi di Confcommercio.

“In estrema sintesi - prosegue l’Ufficio Studi - è possibile affermare che il 2021, l’anno della ripartenza, è cominciato molto male. Nell’ambito del prossimo Documento di Economia e Finanza osserveremo significative correzioni al ribasso delle previsioni di crescita e al rialzo per i rapporti di finanza pubblica. Nel frattempo, anche sulla scorta dei dati di gennaio, è necessario e urgente progettare un provvedimento di ristoro efficace e non discriminatorio, neppure sulla base di troppo elevate soglie di perdita di fatturato per avere accesso ai benefici”.


Se sei interessato all'argomento "occupazione" ti suggeriamo di consultare la pagina di approfondimento realizzata da Confcommercio e dedicata ai dati Istat con in più i commenti utili per intrepretarli.

Trovi la pagina a questo link: Focus Istat

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