Per le vendite al dettaglio ritorno al segno più, ma il profilo resta piatto

Per le vendite al dettaglio ritorno al segno più, ma il profilo resta piatto

A novembre aumento dello 0,8% in valore e dello 0,4% in volume rispetto al mese precedente, mentre su base annua l’Istat registra un aumento del 4,4% in valore e una diminuzione in volume del 3,6%. Confcommercio: “l’inflazione raffredda i consumi”.

DateFormat

11 gennaio 2023

A novembre le vendite al dettaglio sono aumentate (+0,8% in valore e +0,4% in volume) rispetto al mese precedente. In particolare, le vendite di beni alimentari sono aumentate in valore (+0,6%) e sono rimaste stazionarie in volume, mentre quelle dei beni non alimentari hanno fatto registrare una variazione positiva in valore e in volume (rispettivamente +1% e +0,7%). Lo ha reso noto l'Istat diffondendo le stime preliminari (link ai dati completi in pdf). Su base tendenziale, invece, le vendite sono aumentate del 4,4% in valore e calate del 3,6% in volume, con i beni alimentari cresciuti in valore (+6,6%) e diminuiti in volume (-6,3%). Stesso trend per le  vendite dei beni non alimentari, in aumento in valore e in diminuzione in volume (rispettivamente +2,9% e -1,8%).

Commercio al dettaglio: variazioni percentuali tendenziali, gennaio 2018-novembre 2022

Nel trimestre settembre-novembre 2022 le vendite al dettaglio sono cresciute in valore (+0,8%) e calate in volume (-1,4%)  in confronto ai tre mesi precedenti, con i beni alimentari in aumento in valore (+1%) e in calo in volume (-2,3%), così come quelle dei beni non alimentari (+0,7% in valore e -0,5% in volume).

"A novembre, rispetto al mese precedente, si registra - è il commento dell'Istat - una crescita delle vendite al dettaglio sia in valore sia in volume. Su base tendenziale, invece, continua a manifestarsi la dinamica già evidenziata nei cinque mesi precedenti: a una crescita ancora sostenuta delle vendite in valore si contrappone una marcata flessione dei volumi, dovuta soprattutto all'andamento delle vendite dei beni alimentari. Tutte le forme distributive registrano variazioni positive, in particolar modo la grande distribuzione e il commercio elettronico".

 

Confcommercio: “l’inflazione raffredda i consumi”

“Il modesto incremento congiunturale dei volumi acquistati non attenua la portata negativa del profilo delle vendite al dettaglio. Nei primi undici mesi dell’anno, al netto della variazione dei prezzi, le vendite sono risultate sostanzialmente ferme rispetto allo stesso periodo del 2021, evidenziando una contrazione significativa degli acquisti di alimentari e difficoltà di recuperare i volumi del 2019 in molti comparti”: questo il commento dell’Ufficio Studi Confcommercio, per il quale “è sempre più evidente come le perdite di reddito e l’erosione del risparmio accumulato generate dall’inflazione costringano le famiglie a comportamenti selettivi nei confronti dei consumi. La riallocazione della spesa per adesso ha interessato principalmente i beni, ma l’espansione del costo dei consumi obbligati potrebbe presto interessare anche l’ambito dei servizi”.

“Forse la recessione mite potrebbe essere evitata, non il forte rallentamento dell’attività economica, innescato proprio dalla frenata dei consumi, come testimoniato dalle variazioni tendenziali del mese di novembre per le varie formule distributive: riguadagna terreno l’e-commerce, soffrono i piccoli negozi e, nell’ambito della grande distribuzione, corrono i discount, una configurazione non nuova per l’Italia della crescita allo ‘zero virgola’ che si vorrebbe archiviare con le riforme e gli investimenti del PNRR. Una sfida resa più difficile proprio dall’elevata inflazione”, conclude l’Ufficio Studi.

Banner grande colonna destra interna

Aggregatore Risorse

ScriptAnalytics

Cerca