VERSO UNA NUOVA STAGNAZIONE? ANALISI CONGIUNTURALE
VERSO UNA NUOVA STAGNAZIONE? ANALISI CONGIUNTURALE

INDICE
1. | L'ECONOMIA INTERNAZIONALE | |
1.1 | Il 1998 nelle principali aree | pag. 1 |
1.2 | Le prospettive a breve | pag. 4 |
2. | L'ECONOMIA ITALIANA | |
2.1 | La dinamica del prodotto | pag. 6 |
2.2 | La domanda estera | pag. 7 |
2.3 | La domanda interna | pag. 9 |
2.3.1 | Consumi, reddito e risparmio delle famiglie | pag. 9 |
2.3.2 | Investimenti | pag. 14 |
2.4 | L'occupazione | pag. 16 |
2.5 | I prezzi | pag. 20 |
2.6 | Le prospettive nel medio periodo | pag. 22 |
2.6.1 | Le proposte per lo sviluppo | pag. 24 |
3. | L'EVOLUZIONE DEI SETTORI | |
3.1 | I risultati economici | pag. 27 |
3.2 | La struttura produttiva | pag. 27 |
3.3 | L'agricoltura | pag. 29 |
3.4 | L'industria | pag. 31 |
3.5 | Il terziario di mercato | pag. 33 |
4. | COMMERCIO, TURISMO E SERVIZI: LE DINAMICHE SETTORIALI | |
4.1 | Il commercio | . |
4.1.1 | L'andamento del commercio nell'economia del Paese | pag. 36 |
4.1.2 | La vitalità imprenditoriale del settore sul territorio | pag. 37 |
4.1.3 | Le prospettive | pag. 40 |
| | |
4.2 | Il turismo | |
4.2.1 | L'andamento del turismo nell'economia del Paese | pag. 43 |
4.2.2 | La domanda | pag. 45 |
4.2.3 | La vitalità imprenditoriale del settore sul territorio | pag. 47 |
4.2.4 | Le prospettive | pag. 49 |
4.3 | I servizi alle imprese e alle famiglie | |
4.3.1 | L’andamento dei servizi nell'economia del Paese | pag. 50 |
4.3.2 | La vitalità imprenditoriale del settore sul territorio | pag. 52 |
5. | IL MEZZOGIORNO | |
| |
5.1 | Le tendenze di medio periodo | pag. 54 | ||
5.2 | Le tendenze recenti | pag. 58 | ||
5.3 | Le politiche per lo sviluppo | pag. 60 | ||
6. | OCCUPAZIONE E INVESTIMENTI: IL QUADRO EUROPEO | | |||
6.1 | La teoria economica | pag. 62 |
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6.2 | Analisi settoriali dell'occupazione in Europa | pag. 64 |
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6.3 | Considerazioni conclusive | pag. 67 |
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Coordinatore:
Carlo Mochi
Hanno collaborato:
Silvia Criscuolo, Giovanna Greco, Marco Iezzi, Francesco Lioci,
Luciano Mauro, Livia Patrignani
L’elaborazione dati è stata curata da:
Barbara Nicolai, Fabrizio Vicari
Il presente Rapporto è stato elaborato con le informazioni disponibili al 28 giugno 1999.
1. L’economia internazionale
1.1 Il 1998 nelle principali aree
L’economia mondiale, ad eccezione del Stati Uniti, ha subito nel corso del 1998 un sensibile rallentamento, che ha interessato tutte le principali aree sviluppate.
La dinamica del PIL mondiale, dopo quattro anni di crescita sostenuta con tassi superiori al 4,0%, si è ridimensionata in misura significativa attestandosi sul 2,5%.
Sul dato ha influito la grave recessione del Giappone (-2,8%), il cui prodotto rappresenta quasi il 7,5% del totale mondiale, e la performance modesta degli altri paesi avanzati, cresciuti in media rispetto al 1997 di appena l’1,1%, anche a causa della grave battuta d’arresto di due economie molto dinamiche quali Korea (-5,5%) e Hong Kong (-5,1%).
Peso % delle aree economiche sul PIL mondiale – 1998
(valutazioni del PIL nazionale sulla base delle Parità di Potere d’Acquisto)
Unione Europea | 19,86 |
- Austria | 0,47 |
- Belgio | 0,57 |
- Danimarca | 0,32 |
- Finlandia | 0,28 |
- Francia | 3,44 |
- Germania | 4,50 |
- Grecia | 0,27 |
- Irlanda | 0,20 |
- Italia | 3,10 |
- Lussemburgo | 0,04 |
- Paesi Bassi | 0,90 |
- Portogallo | 0,34 |
- Regno Unito | 3,31 |
- Spagna | 1,65 |
- Svezia | 0,48 |
Stati Uniti | 20,76 |
Giappone | 7,44 |
Paesi in transizione (1) ed in via di sviluppo (2) | 51,94 |
MONDO | 100,00 |
(1) Russia, Europa centrale ed orientale, Asia centrale e transcaucasica
(2) Africa, Asia, Medio oriente ed Emisfero Occidentale ( Area del Pacifico e America Latina)
FONTE: IMF, World Economic Outlook Database, 1999.
La crescita dei paesi in via di sviluppo è stata sostenuta (+3,3%), ma si è pressoché dimezzata rispetto alla media del quinquennio precedente; i paesi in transizione hanno invece evidenziato una modesta flessione (-0,2%), dopo il dato positivo del 1997, ritornando sul trend negativo che li ha caratterizzati per tutti gli anni novanta.
Allarmante risulta la recessione russa, con una flessione del PIL che ha sfiorato il 5% e che vanifica il timido segnale di ripresa dell’anno precedente (+0,8%), indizio di un apparente superamento del punto di svolta inferiore del ciclo fortemente riflessivo degli anni precedenti.
In questo variegato quadro, l’Unione Europea ha mantenuto lo stesso tasso di sviluppo del 1997, pari ad un incremento del 2,8%, inferiore però di oltre un punto alla crescita dell’economia americana, che continua la sua espansione a ritmi medi annui prossimi al 4%, proseguendo il lungo ciclo avviato alla fine del 1991.
La crescita europea, e in particolare dell’area dell’euro, è stata sostenuta dalla Germania (+2,8%), dalla Francia (+3,1%) e dalla Spagna (3,8%), mentre il Regno Unito ha evidenziato una dinamica in rallentamento (+2,1%) rispetto alla fase espansiva 1993-97, caratterizzata da un incremento medio superiore al 3%. Particolarmente vivace è stata anche la performance delle economie minori dell’Unione, con Paesi Bassi, Finlandia, Portogallo e Irlanda in grande evidenza, come risulta dai rispettivi profili di crescita sostenuta e prolungata.
Solo l’Italia ha mantenuto un profilo di crescita insoddisfacente (+1,4%), peggiorando lievemente rispetto al 1997, in linea con la modesta dinamica del prodotto di tutti gli anni novanta, che in media si è mantenuta oltre mezzo punto percentuale al di sotto del tasso medio dell’intera area dell’euro.
In quasi tutte le econome avanzate, il maggior contributo alla crescita del PIL è derivato dalla domanda interna, cioè consumi delle famiglie e investimenti.
Negli Stati Uniti il 1998 ha rappresentato un anno di picco sia per i consumi (+4,8%), sia per gli investimenti (+9,7%): entrambi hanno toccato il valore più elevato degli anni novanta, facendo scendere al 4,5% il tasso di disoccupazione e portando così il sistema produttivo al pieno impiego delle risorse.
Anche nella UE gli andamenti di consumi (+2,9%) ed investimenti (+5,1%), pur largamente inferiori agli straordinari risultati dell’economia americana, possono essere considerati soddisfacenti, ma non in grado di ridurre il livello strutturale delle disoccupazione, rimasto poco al di sopra del 10%.
PIL a prezzi costanti nelle economie avanzate
(variazioni % annuali e medie)
| Media del periodo 1992-1998 | 1997 | 1998 |
Unione Europea | 1,9 | 2,7 | 2,8 |
Danimarca | 2,9 | 3,1 | 2,9 |
Grecia | 1,8 | 3,2 | 3,7 |
Regno Unito | 2,5 | 3,5 | 2,1 |
Svezia | 1,4 | 1,8 | 2,9 |
Area dell’euro | 1,8 | 2,5 | 2,9 |
Austria | 2,0 | 2,5 | 3,3 |
Belgio | 1,7 | 3,0 | 2,9 |
Finlandia | 2,8 | 6,0 | 5,0 |
Francia | 1,7 | 2,3 | 3,1 |
Germania | 1,6 | 2,2 | 2,8 |
Irlanda | 7,4 | 9,8 | 9,0 |
Italia | 1,2 | 1,5 | 1,4 |
Lussemburgo | 4,9 | 4,8 | 4,1 |
Paesi Bassi | 2,0 | 3,6 | 3,7 |
Portogallo | 2,4 | 4,0 | 3,9 |
Spagna | 2,0 | 3,5 | 3,8 |
Stati Uniti | 3,1 | 3,9 | 3,9 |
Giappone | 1,0 | 1,4 | -2,8 |
Altre economie avanzate extraeuropee(1) | 5,4 | 6,0 | -1,5 |
(1) Korea, Australia, Taiwan, Hong Kong, Singapore e Nuova Zelanda.
FONTE: Elaborazioni Centro Studi CONFCOMMERCIO su dati IMF, World Economic Outlook, 1999.
Delle grandi economie europee solo Germania ed Italia presentano nel 1998 un’evoluzione della domanda interna pressoché simile ed intonata ad un profilo piuttosto modesto, con consumi al di sotto del 2% ed investimenti molto ridotti in Germania (+1,6%) e più sostenuti in Italia (+3,5%).
La domanda interna è risultata fortemente negativa nelle altre economie avanzate extraeuropee ed in Giappone (-6,8% e –3,3%, rispettivamente), per effetto del crollo degli investimenti, quasi il 9% in Giappone e circa il 12% nelle altre economie, e della sensibile contrazione dei consumi manifestatasi in tutti i paesi asiatici. Le gravi turbolenze che dalla seconda metà del 1997, per gli eccessi speculativi e la debolezza dei sistemi bancari, hanno afflitto i mercati finanziari dei paesi di più recente industrializzazione, si sono rapidamente estese a tutta l’area con contraccolpi negativi sull’economia reale.
1.2 Le prospettive a breve
L’economia mondiale continua ad essere caratterizzata da molte incognite. Nel 1999 il prodotto mondiale potrebbe peggiorare ulteriormente rispetto all’anno precedente, toccando con il 2,3% il livello più basso dal 1991.
Oltre la metà della crescita mondiale nell’ultimo quinquennio risulta spiegata dalla formidabile crescita dell’economia americana, che resta per il momento l’unico motore dello sviluppo economico.
In questi primi mesi dell’anno emergono segnali positivi dai paesi asiatici (Malaysia, Thailandia, Filippine, Indonesia, Korea) maggiormente colpiti dalle turbolenze dei mercati finanziari del periodo 1997-98, grazie anche al recupero di competitività delle loro esportazioni per effetto del sensibile deprezzamento dei cambi verso il dollaro e l’area dell’euro. Le importazioni in quantità da questi paesi da parte degli Stati Uniti e dell’Unione Europea sono aumentate, rispettivamente, del 10,5% e del 7,5% nel corso del 1998.
Resta, tuttavia, ancora elevato il rischio di una recessione mondiale per effetto del perdurare della crisi russa, con la mancata adozione di politiche coerenti capaci di promuovere la stabilizzazione e le riforme, e per le ricadute negative della crisi brasiliana conseguente ai forti deflussi di capitali esteri che hanno portato la moneta brasiliana ad abbandonare la banda quasi-rigida di oscillazione a cui si era vincolato il suo tasso di cambio.
Peraltro, l’intera area latino-americana sta sperimentando dalla metà del 1998 un sensibile rallentamento dell’economia, come conseguenza di un declino nell’afflusso di capitali privati esteri e di un ulteriore riduzione dei prezzi all’export delle materie prime.
Ne consegue che la domanda estera di prodotti italiani sarà fortemente influenzata dall’evoluzione delle crisi regionali.
PIL, prezzi al consumo e disoccupazione nelle economie avanzate - Previsioni
(Variazioni % annuali e % della forze di lavoro)
| PIL 1999 2000 | Prezzi 1999 2000 | Disoccupazione 1999 2000 | |||
Unione Europea | 1,8 | 2,7 | 1,3 | 1,6 | 9,9 | 9,7 |
Danimarca | 1,3 | 2,0 | 1,9 | 2,1 | 6,4 | 6,6 |
Grecia | 3,3 | 3,4 | 2,5 | 2,9 | 10,0 | 9,9 |
Regno Unito | 0,7 | 2,1 | 2,7 | 2,4 | 4,6 | 5,1 |
Svezia | 2,1 | 2,8 | 0,2 | 1,0 | 5,9 | 5,7 |
Area dell’euro | 2,0 | 2,9 | 1,0 | 1,4 | 11,3 | 11,0 |
Austria | 2,0 | 2,5 | 1,0 | 1,3 | 6,4 | 6,3 |
Belgio | 1,9 | 2,2 | 1,1 | 1,4 | 8.7 | 8,5 |
Finlandia | 3,1 | 3,5 | 1,5 | 2,0 | 10,2 | 10,0 |
Francia | 2,2 | 2,9 | 0,5 | 1,1 | 11,4 | 11,1 |
Germania | 1,5 | 2,8 | 0,6 | 1,0 | 10,9 | 10,4 |
Irlanda | 6,7 | 6,4 | 2,0 | 2,0 | 6,8 | 6,2 |
Italia | 0,7 | 2,1 | 1,4 | 1,5 | 12,2 | 12,0 |
Lussemburgo | 3,9 | 4,4 | 1,7 | 1,7 | 4,5 | 4,7 |
Paesi Bassi | 2,3 | 2,6 | 1,6 | 2,2 | 5,3 | 4,9 |
Portogallo | 3,1 | 3,2 | 2,3 | 2,0 | 5,1 | 5,2 |
Spagna | 3,3 | 3,5 | 1,8 | 2,1 | 17,7 | 17,1 |
Stati Uniti | 3,3 | 2,2 | 2,1 | 2,4 | 4,5 | 4,7 |
Giappone | -1,4 | 0,3 | -0,2 | -0,2 | 4,8 | 4,9 |
Altre economie avanzate extraeuropee(1) | 1,8 | 3,9 | 0,5 | 1,2 | 6,3 | 5,8 |
(1) Korea, Australia, Taiwan, Hong Kong, Singapore e Nuova Zelanda.
FONTE: IMF, World Economic Outlook,1999; per l'Italia previsioni Centro Studi Confcommercio
Nell’ultimo biennio la quota di mercato mondiale detenuta dalle esportazioni italiane è rimasta attestata sul 4,5%. Ma il brusco ridimensionamento del commercio mondiale, dal 10,6% del 1997 al 3,0% del 1998, che sembra prolungarsi anche nell’anno in corso, 3,9% secondo le recenti stime del FMI, ha sensibilmente ridotto il contributo alla crescita italiana del saldo delle partite correnti. Anche per il 1999 ci si attende una dinamica non favorevole dei volumi esportati
Solo per il 2000 è attesa una discreta ripresa del commercio mondiale, di poco inferiore al 6%, che dovrebbe riportare, considerando pressoché stabile la posizione occupata dall’Italia nel novero dei paesi esportatori, la dinamica delle nostre esportazioni in volume su livelli prossimi al 5-6%, ma ancora largamente inferiore ai tassi di crescita del triennio 1993-95.
2. L’ECONOMIA ITALIANA
2.1 La dinamica del prodotto
Il rallentamento ciclico riscontrato a livello internazionale a partire dall’inizio del secondo semestre del ‘98 ha prodotto effetti consistenti sull’economia italiana cresciuta lo scorso anno dell’1,3% in termini reali, meno della metà della media della UEM, segnalando una lieve diminuzione rispetto ai già modesti risultati del ’97 (1,5%).
Conto economico Risorse e Impieghi (Miliardi 1995)
(Variazioni % sull’anno precedente)
| 1992 | 1993 | 1994 | 1995 | 1996 | 1997 | 1998 |
PIL ai prezzi di mercato | 0,8 | -0,9 | 2,2 | 2,9 | 0,9 | 1,5 | 1,3 |
Importazioni di beni e servizi | 4,7 | -10,3 | 10,3 | 10,4 | -1,3 | 10,0 | 6,1 |
TOTALE RISORSE | 1,4 | -2,5 | 3,5 | 4,2 | 0,5 | 3,0 | 2,2 |
Consumi finali interni | 1,1 | -2,0 | 1,5 | 1,1 | 0,7 | 1,8 | 1,6 |
- Spesa delle famiglie | 1,3 | -2,6 | 2,2 | 2,2 | 0,5 | 2,6 | 1,7 |
- Spesa delle A.P. e delle Istituzioni senza scopo di lucro al servizio delle famiglie | 0,6 | -0,2 | -0,8 | -2,1 | 1,4 | -0,5 | 1,3 |
Investimenti fissi lordi | -1,4 | -10,9 | 0,1 | 6,0 | 2,3 | 0,9 | 3,5 |
Esportazioni di beni e servizi | 6,5 | 8,0 | 10,1 | 12,7 | 1,5 | 5,0 | 1,2 |
TOTALE IMPIEGHI | 1,4 | -2,5 | 3,5 | 4,2 | 0,5 | 3,0 | 2,2 |
FONTE : Elaborazioni Centro Studi Confcommercio su dati Istat di C.N. SEC95
Le difficoltà registrate sui mercati internazionali, e che hanno portato ad un peggioramento della domanda estera, si sono associate ad una dinamica della domanda interna non particolarmente sostenuta e che si è dimostrata fortemente reattiva al mutamento, in negativo, del quadro di riferimento.
Le ingenti manovre effettuate negli ultimi anni per il risanamento del bilancio pubblico, con trasferimenti di risorse dai settori privati allo stato, la coscienza dell’impossibilità per quest’ultimo di intervenire con misure anticicliche e la percezione che il processo di aggiustamento non è ancora pienamente compiuto hanno portato ad un incertezza nelle aspettative dei soggetti economici condizionandone i comportamenti.
In sostanza le famiglie e le imprese percependo il rischio di interventi aggiuntivi dal lato della finanza pubblica che potrebbero determinare un ulteriore contrazione del reddito e minori disponibilità per gli investimenti - riforma del welfare, aumento delle imposte dirette e indirette e dei contributi -, sono risultate fortemente reattive alle fasi di peggioramento del quadro congiunturale e meno disponibili ad investire o consumare nelle fasi di miglioramento.
Questa situazione spiega in parte la minore crescita italiana, rispetto agli altri paesi europei, tra la fine del ’97 e l’inizio del ’98, periodo nel quale era attesa una ripresa sensibile, e la repentina attenuazione della domanda interna al manifestarsi delle crisi internazionali.
La tendenza al rallentamento riscontrata nella parte finale dello scorso anno sembra essere proseguita, con toni anche abbastanza accentuati, nella prima parte del ’99.
La produzione industriale segnala, infatti, nella media del periodo gennaio - aprile ’99 una diminuzione dell’1,7% rispetto ai primi quattro mesi del ’98, con flessioni più sensibili per i beni intermedi ed i beni di investimento, sintomo di aspettative per i prossimi mesi da parte degli imprenditori non particolarmente favorevoli, determinate anche dall’andamento degli ordinativi nazionali ed esteri a marzo.
Qualche timido segnale di inversione di tendenza sembra essersi cominciato a riscontrare, sulla scia di un contesto internazionale meno critico, nel mese di giugno.
Evoluzione che dovrà, comunque, essere confermata nei prossimi mesi, e che difficilmente assumerà i toni di una crescita sostenuta permettendo alla nostra economia di chiudere l’anno in corso con una crescita superiore all’1,0%.
2.2 La domanda estera
Il deterioramento delle condizioni economiche in molte aree, associate ad una dinamica interna non particolarmente sostenuta per tutto il 1998, hanno portato ad un contributo negativo della domanda estera netta alla crescita del Paese.
In termini quantitativi le esportazioni di beni e servizi hanno mostrato una tendenza alla decelerazione, fattasi particolarmente pesante negli ultimi mesi dell’anno, segnalando nella media del 1998 una crescita dell’1,2% (5,0% nel ’97) il risultato più contenuto dal ’91.
Esportazioni di Beni e Servizi (Miliardi 1995)
(Variazioni % sull’anno precedente)
| 1992 | 1993 | 1994 | 1995 | 1996 | 1997 | 1998 |
TOTALE | 6,5 | 8,0 | 10,1 | 12,7 | 1,5 | 5,0 | 1,2 |
- Esportazioni di beni fob | 4,2 | 8,0 | 12,0 | 12,9 | 1,9 | 3,1 | 1,7 |
- Esportazioni di servizi | 21,5 | 8,0 | -0,7 | 11,1 | -0,9 | 17,3 | -2,0 |
FONTE : Elaborazioni Centro Studi Confcommercio su dati Istat di C.N. SEC95
In particolare nel corso dell’ultimo anno si è riscontrata una diminuzione in termini quantitativi (-2,0%) della voce relativa ai servizi, in netta controtendenza con quanto registrato nel ’97 (+17,3%).
Il calo della domanda estera di beni è in gran parte ricollegabile alla crisi asiatica che ha portato da un lato ad una minore domanda di merci italiane da parte dei paesi coinvolti nella crisi, dall’altro il deprezzamento delle valute di questi paesi, in considerazione della specializzazione del nostro export in produzioni mature, ha determinato una forte concorrenza per le nostre merci, prodotte già a costi più elevati, sui mercati più dinamici.
Il rallentamento economico interno associato all’accumulo di scorte realizzato negli ultimi due anni, ha prodotto una tendenza al ridimensionamento anche della domanda italiana verso l’estero, in particolare negli ultimi mesi dell’anno nel quale si sono registrati valori pesantemente negativi.
Importazioni di Beni e Servizi (Miliardi 1995)
(Variazioni % sull’anno precedente)
| 1992 | 1993 | 1994 | 1995 | 1996 | 1997 | 1998 |
TOTALE | 4,7 | -10,3 | 10,3 | 10,4 | -1,3 | 10,0 | 6,1 |
- Importazioni di beni cif | 3,2 | -10,7 | 12,0 | 10,5 | -2,2 | 9,7 | 6,8 |
- Importazioni di servizi | 14,8 | -8,4 | 0,1 | 10,0 | 4,5 | 11,7 | 2,0 |
FONTE : Elaborazioni Centro Studi Confcommercio su dati Istat di C.N. SEC95
Ciò nonostante nella media dell’anno le importazioni in quantità hanno mostrato una crescita ancora abbastanza sostenuta e pari al 6,1%, in conseguenza di una dinamica particolarmente accentuata nei primi due trimestri, sui quali hanno ancora influito gli effetti della maggior richiesta di autovetture importate da parte delle famiglie.
Il combinarsi delle dinamiche delle importazioni e delle esportazioni ha portato nel corso del ’98 ad un ulteriore ridimensionamento dell’attivo estero, risultato, comunque, positivo per il sesto anno consecutivo.
Le dinamiche riscontrate a partire dalla seconda parte dello scorso anno dal lato della domanda estera sembrano essere proseguite anche in questa prima parte del ’98.
Le esportazioni hanno, infatti, subito un ulteriore battuta d’arresto, derivante in larga parte dalla minor domanda da parte dei paesi extra UE, con toni anche abbastanza significativi in alcune aree del Paese.
Anche le importazioni, in linea con la bassa dinamica produttiva interna, hanno mostrato una tendenza al rallentamento in valore in particolare dai paesi extra UE.
Il combinarsi delle dinamiche dell’import e dell’export ha portato nei primi quattro mesi dell’anno ad un ulteriore ridimensionamento del nostro attivo con l’estero sceso a poco più di 5.800 miliardi, contro gli oltre 8.800 dell’analogo periodo del ’98.
2.3 La domanda interna
Più dinamica è risultata nel corso del ’98 la domanda interna, aumentata in termini reali, al netto della variazione delle scorte, del 2,0%, in modesta crescita rispetto all’anno precedente (1,7%).
Questo dato rappresenta, comunque, un valore molto contenuto in rapporto a quanto riscontrato nella media della UEM (+3,6%), in particolare decisamente meno sostenuta è risultata la crescita della spesa delle famiglie.
2.3.1 Consumi, reddito e risparmio delle famiglie
Nella media del ’98 la spesa per consumi delle famiglie è aumentata in termini reali dell’1,7% (2,9% nella media UEM) segnalando un ridimensionamento rispetto alla dinamica del ’97 (2,6%), derivante in larga parte dal minor contributo fornito dalla spesa per acquisto in mezzi di trasporto.
Su questa evoluzione ha inciso la contenuta dinamica del reddito lordo disponibile aumentato in termini reali, nonostante la ripresa dei livelli occupazionali, solo dello 0,6%, conseguenza di una dinamica lievemente positiva delle entrate derivanti dai redditi da lavoro dipendente e di un contenimento dei redditi da attività finanziarie.
La repentina discesa dei tassi d’interesse sui titoli di stato, che per anni hanno rappresentato la forma più redditizia di risparmio, e le sensibili fluttuazioni del mercato azionario, che nel nostro Paese continua ad avere una dimensione limitata visto il numero relativamente basso di imprese quotate, hanno continuato a determinare un clima di forte incertezza sulla gestione del risparmio familiare.
Nonostante si noti un progressivo spostamento verso titoli a medio e lungo termine, che garantiscono rendimenti più remunerativi, e ancor più verso i fondi gestiti non si sono ancora compiuti i processi di riallocazione del risparmio che dovrebbero portare da un lato a convogliare quote più consistenti di risparmio verso le imprese, dall’altro a garantire maggiori entrate alle famiglie.
Analizzando la dinamica della spesa delle famiglie nel corso del ’98 si è riscontrata una evoluzione leggermente più favorevole, rispetto all’anno precedente, della domanda per servizi, fortemente compressa nel ’97, ed un sensibile rallentamento della componente relativa ai beni, su cui un ruolo significativo è stato svolto dalla minore domanda di autovetture.
Spesa Delle Famiglie per Tipo di Consumo (Miliardi 1995)
(Variazioni % sull’anno precedente)
| 1992 | 1993 | 1994 | 1995 | 1996 | 1997 | 1998 |
TOTALI | 1,3 | -2,6 | 2,2 | 2,2 | 0,5 | 2,6 | 1,7 |
Beni | 1,3 | -4,4 | 1,2 | 1,3 | -0,1 | 4,0 | 1,6 |
Non durevoli (*) | 1,1 | -1,6 | 0,8 | 1,2 | -0,5 | 1,1 | 1,1 |
Durevoli | 2,4 | -15,9 | 2,8 | 1,6 | 2,0 | 17,3 | 3,4 |
Servizi | 1,4 | -0,2 | 3,6 | 3,3 | 1,4 | 0,8 | 1,9 |
(*) Include anche i beni semidurevoli
FONTE : Elaborazioni Centro Studi Confcommercio su dati Istat di C.N. SEC95
Relativamente ai singoli capitoli di spesa è proseguita anche nel ’98 la tendenza al modestissimo recupero del consumo alimentare, che tra il ’93 ed il 96 si era ridotto sensibilmente.
La flessione degli ultimi anni associata a dinamiche di prezzo abbastanza contenute ha portato ad una progressiva diminuzione dell’incidenza di questa voce sul totale, si è passati da oltre il 17% del ’93 a poco più del 14% del ’98, fenomeno comune a tutte le economie industrializzate ed in linea sia con i mutamenti demografici che degli stili di vita.
La tendenza ad un consumo alimentare che avviene in misura sempre minore all’interno delle mura domestiche si legge anche dall’evoluzione della domanda per servizi di ristorazione.
Nel ’98 la spesa delle famiglie per questo capitolo è aumentata no del 2,5% in termini reali, proseguendo in un trend che ha caratterizzato tutti gli ultimi anni e che ha visto questa voce di spesa aumentare a ritmi generalmente più sostenuti rispetto al totale dei consumi.
Questa evoluzione si è associata, comunque, a dinamiche dei prezzi abbastanza contenute, che hanno lasciato sostanzialmente inalterata la quota di spesa delle famiglie destinata a questo uso.
Relativamente alle altre voci di spesa dinamiche ancora fortemente espansive si registrano per le comunicazioni la cui domanda in termini reali è aumentata lo scorso anno di oltre il 16%, evoluzione che ha portato ad un incremento tra il ’94 ed il ’98 dei consumi per questo capitolo ad oltre il 62%, in termini reali.
Tale evoluzione appare fortemente correlata da un lato allo sviluppo della telefonia mobile, si consideri che nel ’98 oltre il 35% delle famiglie possedeva un telefono cellulare contro il 21% dell’anno precedente, e dall’altro all’utilizzo sempre più diffuso di sistemi di comunicazione informatici (oltre il 20% delle famiglie possedeva al ‘98 un personal computer contro il 18% del ’97), situazione che ha portato anche per l’elettronica di consumo a dinamiche della spesa in quantità superiori alla media.
Spesa Delle Famiglie (Miliardi 1995) (Variazioni % sull’anno precedente)
| 1992 | 1993 | 1994 | 1995 | 1996 | 1997 | 1998 |
Alimentari e bevande non alcoliche | 0,5 | -1,4 | -1,0 | -1,6 | -1,0 | 0,5 | 0,7 |
- Alimentari | 0,4 | -1,3 | -1,3 | -1,2 | -1,1 | 0,4 | 0,6 |
- Bevande non alcoliche | 1,5 | -2,6 | 3,3 | -6,8 | 0,8 | 2,7 | 3,4 |
Bevande alcoliche e tabacco | -4,2 | -3,1 | -3,4 | -3,2 | 0,2 | -0,4 | 0,8 |
- Bevande alcoliche | -2,1 | -8,5 | -7,7 | -7,3 | -1,9 | -2,5 | 1,6 |
- Tabacchi | -5,5 | 0,2 | -1,0 | -1,0 | 1,1 | 0,6 | 0,5 |
Vestiario e calzature | -0,5 | -3,6 | 5,3 | 0,9 | 0,1 | 2,3 | 1,6 |
- Vestiario | -0,2 | -3,3 | 4,7 | 0,9 | 0,5 | 1,8 | 1,5 |
- Calzature | -1,4 | -4,8 | 7,5 | 0,8 | -1,3 | 3,9 | 1,7 |
Abitazione, acqua, elettricità, gas ed altri combustibili | 1,4 | 0,1 | 0,6 | 2,8 | 1,8 | -0,3 | 0,6 |
- Fitti effettivi | 0,6 | 3,0 | 1,7 | 1,6 | 2,3 | 0,0 | 0,4 |
- Fitti figurativi | 2,7 | -0,1 | 3,7 | 1,4 | 2,1 | 0,4 | 0,4 |
- Manutenzione dell'abitazione | -6,5 | 0,0 | 1,0 | 3,2 | -0,6 | 0,7 | -7,2 |
- Fornitura di acqua e altri servizi abitazione | 7,7 | -0,2 | 0,7 | 5,3 | -2,0 | -1,4 | 6,0 |
- Energia elettrica, gas e altri combustibili | -0,4 | -1,0 | -8,5 | 6,9 | 2,7 | -2,5 | 2,5 |
Mobili, elettrodomestici e manutenzione casa | -0,5 | -6,8 | 4,0 | 4,2 | 0,6 | 2,3 | 1,1 |
- Mobili e riparazioni | -0,8 | -8,5 | 5,7 | 2,9 | 1,4 | 1,0 | -1,9 |
- Biancheria e altri articoli tessili per la casa | -3,0 | -18,0 | -10,2 | 13,1 | 2,2 | 2,7 | -3,1 |
- Elettrodomestici e riparazioni | -7,2 | -11,6 | 8,9 | 0,1 | -4,2 | 2,8 | 1,2 |
- Cristalleria, vasellame e utensili per la casa | -0,7 | 3,0 | -1,0 | -1,4 | 3,0 | 3,0 | 9,9 |
- Utensili e attrezzature per la casa e il giardino | -0,6 | -3,7 | 6,0 | 7,8 | 2,7 | 5,3 | 11,9 |
- Beni e servizi per la manutenzione della casa | 4,9 | -1,9 | 3,5 | 7,6 | 0,3 | 3,3 | 2,2 |
Servizi sanitari | 13,7 | 7,6 | 10,8 | 11,4 | 0,6 | 3,6 | 0,2 |
- Prodotti medicinali e farmaceutici | 19,4 | 1,7 | 19,7 | 15,1 | 2,3 | 3,2 | 0,1 |
- Servizi medici e paramedici non ospedalieri | 7,1 | 13,0 | 3,6 | 6,5 | -0,1 | 4,9 | -0,5 |
- Servizi ospedalieri | 15,9 | 13,0 | 2,7 | 12,2 | -5,0 | 1,2 | 3,3 |
Trasporti | 4,7 | -6,4 | 3,8 | 2,0 | -0,5 | 11,1 | 1,6 |
- Acquisto di mezzi di trasporto | 8,3 | -27,1 | -0,4 | -0,9 | 1,2 | 42,6 | 0,3 |
- Esercizio di mezzi di trasporto | 3,8 | 6,3 | 6,4 | 1,5 | -0,9 | 0,5 | 1,2 |
- Servizi di trasporto | -0,3 | -0,2 | 1,8 | 9,4 | -1,7 | -1,4 | 5,8 |
Comunicazioni | 8,4 | -0,6 | 9,3 | 10,7 | 12,2 | 12,2 | 16,2 |
Ricreazione e cultura | 1,2 | -1,8 | 2,5 | 1,8 | 2,6 | 3,9 | 1,7 |
- TV, Hi-FI, computer, fotografia | -0,8 | -12,6 | 5,7 | 11,7 | -3,9 | 15,0 | 6,1 |
- Altri beni durevoli ricreazione cultura | 2,9 | -15,3 | -3,8 | 0,5 | -2,5 | 3,9 | 5,6 |
- Altri articoli ricreativi, piante, animali domestici | 2,6 | 2,9 | 2,9 | -2,9 | -0,3 | 4,0 | 0,1 |
- Servizi ricreativi e culturali | -1,9 | 0,8 | 2,6 | 7,8 | 9,4 | 5,3 | 3,8 |
- Giornali, libri e cancelleria | 3,2 | 1,6 | 2,3 | -4,5 | 0,1 | -2,3 | -2,7 |
- Vacanze organizzate | 8,0 | -12,5 | 2,4 | 1,8 | 7,2 | 4,3 | -0,3 |
Istruzione | -2,4 | -0,6 | 2,0 | 5,4 | 1,9 | -2,7 | -4,3 |
- Istruzione | -2,4 | -0,6 | 2,0 | 5,4 | 1,9 | -2,7 | -4,3 |
Alberghi e ristoranti | -0,9 | -1,7 | 4,3 | 2,6 | 1,3 | 1,0 | 1,8 |
- Servizi di ristorazione | -0,8 | -1,6 | 3,5 | 2,0 | 1,5 | 1,4 | 2,5 |
- Servizi di alloggio | -1,3 | -1,9 | 7,1 | 4,4 | 0,8 | -0,3 | -0,6 |
Beni e servizi vari | 2,6 | -5,3 | 0,5 | 4,2 | -3,1 | 0,4 | 4,9 |
- Beni e servizi per l'igiene | 0,0 | -5,6 | -0,9 | 1,7 | -4,4 | 1,8 | 2,1 |
- Articoli personali n.a.c. | 6,6 | -5,4 | -3,4 | 6,1 | -2,2 | 0,8 | -0,1 |
- Servizi sociali | 2,8 | -10,8 | -7,1 | 4,8 | 1,4 | -2,7 | 4,8 |
- Assicurazioni | 4,9 | -7,8 | 10,6 | 4,5 | -5,5 | -3,2 | 3,7 |
- Servizi finanziari n.a.c. | -3,7 | -0,5 | 7,0 | 0,2 | -0,9 | 4,4 | 23,1 |
- Altri servizi n.a.c. | 2,6 | -0,4 | -2,4 | 9,1 | -0,5 | 1,0 | 12,7 |
Totale sul territorio economico | 1,3 | -2,6 | 2,2 | 2,2 | 0,5 | 2,6 | 1,7 |
FONTE : Elaborazioni Centro Studi Confcommercio su dati Istat di C.N. SEC95
Spesa Delle Famiglie (Miliardi Correnti) (Composizione percentuale)
| 1992 | 1993 | 1994 | 1995 | 1996 | 1997 | 1998 |
Alimentari, e bevande non alcoliche | 18,5 | 18,1 | 17,4 | 16,8 | 16,5 | 15,7 | 15,3 |
- Alimentari | 17,3 | 17,0 | 16,3 | 15,7 | 15,4 | 14,7 | 14,3 |
- Bevande non alcoliche | 1,2 | 1,1 | 1,1 | 1,0 | 1,0 | 1,0 | 1,0 |
Bevande alcoliche e tabacco | 2,5 | 2,7 | 2,6 | 2,5 | 2,5 | 2,5 | 2,5 |
- Bevande alcoliche | 1,1 | 1,0 | 0,9 | 0,8 | 0,8 | 0,8 | 0,8 |
- Tabacchi | 1,5 | 1,6 | 1,7 | 1,7 | 1,7 | 1,7 | 1,7 |
Vestiario e calzature | 10,0 | 9,8 | 9,9 | 9,6 | 9,5 | 9,5 | 9,5 |
- Vestiario | 7,9 | 7,7 | 7,8 | 7,5 | 7,5 | 7,4 | 7,4 |
- Calzature | 2,1 | 2,0 | 2,1 | 2,1 | 2,0 | 2,1 | 2,1 |
Abitazione, acqua, elettricità, gas ed altri combustibili | 17,8 | 18,8 | 18,9 | 19,4 | 20,0 | 20,0 | 20,2 |
- Fitti effettivi | 2,0 | 2,2 | 2,3 | 2,3 | 2,5 | 2,5 | 2,6 |
- Fitti figurativi | 9,1 | 9,7 | 10,3 | 10,6 | 11,1 | 11,3 | 11,6 |
- Manutenzione dell'abitazione | 1,4 | 1,4 | 1,4 | 1,4 | 1,4 | 1,3 | 1,2 |
- Fornitura di acqua e altri servizi abitazione | 1,3 | 1,3 | 1,3 | 1,3 | 1,3 | 1,3 | 1,4 |
- Energia elettrica, gas e altri combustibili | 4,1 | 4,2 | 3,7 | 3,8 | 3,7 | 3,6 | 3,4 |
Mobili, elettrodomestici e manutenzione casa | 9,9 | 9,4 | 9,4 | 9,6 | 9,5 | 9,5 | 9,4 |
- Mobili e riparazioni | 4,2 | 3,9 | 4,0 | 4,0 | 4,1 | 4,0 | 3,9 |
- Biancheria e altri articoli tessili per la casa | 0,7 | 0,5 | 0,5 | 0,5 | 0,5 | 0,5 | 0,5 |
- Elettrodomestici e riparazioni | 1,4 | 1,2 | 1,3 | 1,3 | 1,2 | 1,2 | 1,2 |
- Cristalleria, vasellame e utensili per la casa | 0,7 | 0,8 | 0,7 | 0,7 | 0,7 | 0,7 | 0,8 |
- Utensili e attrezzature per la casa e il giardino | 0,4 | 0,3 | 0,4 | 0,4 | 0,4 | 0,4 | 0,4 |
- Beni e servizi per la manutenzione della casa | 2,6 | 2,6 | 2,6 | 2,7 | 2,6 | 2,6 | 2,6 |
Servizi sanitari | 2,5 | 2,8 | 3,0 | 3,1 | 3,2 | 3,2 | 3,2 |
- Prodotti medicinali e farmaceutici | 1,3 | 1,3 | 1,5 | 1,6 | 1,7 | 1,7 | 1,7 |
- Servizi medici e paramedici non ospedalieri | 1,0 | 1,1 | 1,2 | 1,2 | 1,2 | 1,2 | 1,2 |
- Servizi ospedalieri | 0,3 | 0,3 | 0,3 | 0,4 | 0,3 | 0,3 | 0,3 |
Trasporti | 12,2 | 11,9 | 12,2 | 12,3 | 12,1 | 12,9 | 12,8 |
- Acquisto di mezzi di trasporto | 4,1 | 3,2 | 3,2 | 3,1 | 3,2 | 4,2 | 4,2 |
- Esercizio di mezzi di trasporto | 6,3 | 6,9 | 7,2 | 7,2 | 7,1 | 6,9 | 6,8 |
- Servizi di trasporto | 1,8 | 1,8 | 1,8 | 1,9 | 1,9 | 1,8 | 1,8 |
Comunicazioni | 1,9 | 1,9 | 2,0 | 2,1 | 2,2 | 2,3 | 2,6 |
Ricreazione e cultura | 7,5 | 7,5 | 7,4 | 7,3 | 7,4 | 7,4 | 7,3 |
- TV, Hi-FI, computer, fotografia | 1,0 | 0,9 | 0,8 | 0,9 | 0,8 | 0,9 | 0,9 |
- Altri beni durevoli per la ricreazione e la cultura | 0,4 | 0,4 | 0,4 | 0,4 | 0,4 | 0,4 | 0,4 |
- Altri articoli ricreativi, piante, animali domestici | 1,3 | 1,4 | 1,4 | 1,3 | 1,3 | 1,3 | 1,3 |
- Servizi ricreativi e culturali | 2,3 | 2,3 | 2,3 | 2,3 | 2,5 | 2,5 | 2,6 |
- Giornali, libri e cancelleria | 2,2 | 2,3 | 2,3 | 2,1 | 2,1 | 2,0 | 1,9 |
- Vacanze organizzate | 0,2 | 0,2 | 0,2 | 0,2 | 0,2 | 0,2 | 0,3 |
Istruzione | 1,0 | 1,0 | 1,0 | 1,0 | 1,0 | 1,0 | 0,9 |
- Istruzione | 1,0 | 1,0 | 1,0 | 1,0 | 1,0 | 1,0 | 0,9 |
Alberghi e ristoranti | 8,5 | 8,6 | 8,8 | 8,7 | 8,8 | 8,7 | 8,7 |
- Servizi di ristorazione | 6,6 | 6,7 | 6,7 | 6,6 | 6,6 | 6,5 | 6,6 |
- Servizi di alloggio | 1,9 | 1,9 | 2,1 | 2,1 | 2,2 | 2,1 | 2,1 |
Beni e servizi vari | 7,8 | 7,6 | 7,4 | 7,6 | 7,4 | 7,3 | 7,5 |
- Beni e servizi per l'igiene | 2,7 | 2,6 | 2,5 | 2,5 | 2,3 | 2,3 | 2,3 |
- Articoli personali n.a.c. | 1,9 | 1,9 | 1,8 | 1,8 | 1,7 | 1,7 | 1,6 |
- Servizi sociali | 0,4 | 0,4 | 0,4 | 0,4 | 0,4 | 0,4 | 0,4 |
- Assicurazioni | 1,3 | 1,3 | 1,4 | 1,5 | 1,4 | 1,4 | 1,5 |
- Servizi finanziari n.a.c. | 0,5 | 0,5 | 0,5 | 0,5 | 0,5 | 0,5 | 0,6 |
- Altri servizi n.a.c. | 0,9 | 0,9 | 0,9 | 1,0 | 1,0 | 1,0 | 1,1 |
Totale sul territorio economico | 100,0 | 100,0 | 100,0 | 100,0 | 100,0 | 100,0 | 100,0 |
FONTE : Elaborazioni Centro Studi Confcommercio su dati Istat di C.N. SEC95
Anche dal lato dei consumi le prime indicazioni relative all’anno in corso non segnalano significative inversioni di tendenza, con una la domanda che, in linea con il peggioramento riscontrato nel clima di fiducia delle famiglie nel primo trimestre, continua a risultare particolarmente contenuta.
Le vendite in termini reali del commercio al dettaglio hanno mostrato, infatti, nel periodo gennaio- aprile del ‘99 una crescita dello 0,5 %, valore inferiore ai già modesti risultati del '98, segnalando tra l'altro una sensibile caduta nell'ultimo mese.
Il dato, come di consueto è rappresentativo di realtà imprenditoriali profondamente articolate, le aziende della piccola distribuzione continuano a segnalare una dinamica delle vendite sostanzialmente riflessiva, in particolare ad aprile, mentre per le imprese di più elevata dimensione la tendenza, sia pure non particolarmente espansiva, è ancora improntata alla crescita.
Fatturato In Termini Reali per Classe D’impresa
(Variazioni % sul periodo corrispondente)
| 1998 | 1999 | | | | |
| ANNO | Gen. | Feb. | Mar. | Apr. | Media |
PICCOLE E MEDIE (fino a 5 addetti) | 0,3 | 0,0 | -0,3 | 0,1 | -1,0 | -0,3 |
GRANDI (oltre 6 addetti) | 2,5 | 2,1 | 3,6 | 2,7 | 2,6 | 2,8 |
| | | | | | |
TOTALE | 0,8 | 0,6 | 0,8 | 0,7 | -0,1 | 0,5 |
Fonte: Elaborazioni Centro Studi CONFCOMMERCIO su dati ISTAT
2.3.2 Investimenti
Anche per gli investimenti, nonostante la sensibile discesa riscontrata lo scorso anno per il costo del denaro, la crescita del ’98, pur superiore rispetto a quanto registrato nell’anno precedente (3,5%, contro lo 0,9%), è risultata inferiore rispetto a quanto registrato negli altri paesi europei (4,0% nella media della UEM) ed insufficiente a stimolare un sviluppo più sostenuto dell’economia.
In particolare decisamente contenuta ed inferiore alle aspettative, anche in considerazione degli incentivi concessi per le ristrutturazioni, è risultata la domanda per investimenti in costruzioni risultata sostanzialmente invariata rispetto all’anno precedente (+0,1% in termini reali) ed al cui interno la componente relativa alle abitazioni ha mostrato solo un modestissimo aumento dello 0,7%
Investimenti (Miliardi 1995)
(Variazioni % sull’anno precedente)
| 1992 | 1993 | 1994 | 1995 | 1996 | 1997 | 1998 |
INVESTIMENTI | -1,4 | -10,9 | 0,1 | 6,0 | 2,3 | 0,9 | 3,5 |
- Costruzioni | -1,4 | -6,7 | -6,3 | 0,9 | 1,7 | -1,8 | 0,1 |
- Abitazioni | 1,3 | -1,5 | -2,3 | -0,1 | -2,4 | -2,9 | 0,7 |
- Altre costruzioni | -4,3 | -12,8 | -11,7 | 2,4 | 7,7 | -0,3 | -0,6 |
- Macchine e attrezzature | -2,1 | -13,5 | 7,6 | 7,6 | 2,1 | 3,2 | 4,5 |
- Mezzi di trasporto | 2,3 | -23,4 | 3,6 | 26,1 | 2,0 | 1,7 | 10,8 |
- Beni immateriali | -4,6 | -7,6 | 5,0 | 9,8 | 11,6 | 5,5 | 10,8 |
FONTE : Elaborazioni Centro Studi Confcommercio su dati Istat di C.N. SEC95
Si consideri che sulla base dell’indagine condotta dall’ISTAT presso le famiglie nel ’98 solo una percentuale molto contenuta, ed in linea con quella riscontrata nell’anno precedente, ha effettuato interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria sulle abitazioni.
Anche per la componente relativa alle macchine ed attrezzature la dinamica non è risultata sostanzialmente positiva.
A tale riguardo vi è, inoltre, da segnalare come il dato medio dell’anno derivi da un rallentamento particolarmente accentuato nel secondo semestre connesso alla minore attività produttiva e al più basso grado di utilizzo degli impianti (si è scesi dal 79,5% del secondo trimestre al 76% del quarto).
Tassi di crescita sostenuti si sono riscontrati solo per i mezzi di trasporto e per gli investimenti in beni immateriali (che rappresentano una nuova voce all’interno degli investimenti e la cui introduzione ha portato ad una maggiore incedenza di questa componente della domanda interna sul PIL), aumentati in termini reali di oltre il 10%.
Anche per questa componente non sembra essersi riscontrata, stando alla domanda per beni d’investimento, in questo inizio del ’99 una sensibile inversione di tendenza, le basse prospettive di sviluppo e l’incertezza sulla durata della fase di stagnazione continuano, infatti, a condizionare le decisioni delle imprese in questo ambito.
2.4 L’occupazione
In linea con quanto registrato in tutte le economie europee anche in Italia il mercato del lavoro ha mostrato lo scorso anno una tendenza al miglioramento, segnalando un aumento di 156 mila unità.
Questo dato che rappresenta una significativa inversione di tendenza rispetto a quanto riscontrato negli ultimi anni è, comunque, espressione di una dinamica del mercato del lavoro più contenuta nel nostro paese rispetto a quanto registrato nelle altre economie europee.
La nuova domanda di lavoro ha interessato nel 1998 quasi esclusivamente le posizioni di lavoro dipendente, agevolata da un più elevato ricorso alla flessibilità, ed in misura prevalente il settore dei servizi nel suo complesso.
Segnali di modesto miglioramento si sono riscontrati anche nell’industria di trasformazione, sia pure in conseguenza di una dinamica più accentuata nella prima parte dell’anno e di una tendenza al rallentamento nei mesi finali.
Unità di Lavoro
(Variazioni assolute in migliaia sull’anno precedente)
| 1992 | 1993 | 1994 | 1995 | 1996 | 1997 | 1998 |
Agricoltura, silvic. E pesca | -55,3 | -168,0 | -87,8 | -59,1 | -93,9 | -49,2 | -28,3 |
Dipendenti | 5,1 | -52,8 | -41,6 | -17,5 | -39,2 | -9,6 | -1,4 |
Indipendenti | -60,3 | -115,2 | -46,2 | -41,6 | -54,9 | -39,3 | -27,2 |
Industria in senso stretto | -194,6 | -214,8 | -2,4 | 45,9 | -35,2 | -7,1 | 79,3 |
Dipendenti | -174,8 | -195,1 | 17,0 | 43,1 | -26,5 | 7,5 | 76,0 |
Indipendenti | -19,9 | -20,4 | -18,7 | 2,9 | -8,6 | -14,9 | 2,6 |
Costruzioni | 33,0 | -49,8 | -50,6 | -29,7 | -30,8 | -0,1 | -31,8 |
Dipendenti | 21,4 | -41,6 | -41,1 | -43,1 | -39,1 | 5,4 | -34,0 |
Indipendenti | 11,6 | -8,3 | -9,4 | 13,4 | 8,3 | -5,5 | 2,2 |
Terziario | 65,2 | -274,3 | -80,6 | 42,1 | 177,5 | 68,4 | 140,4 |
Dipendenti | 47,3 | -70,4 | -74,7 | -23,3 | 118,3 | 82,3 | 90,3 |
Indipendenti | 18,1 | -204,2 | -5,1 | 65,0 | 59,0 | -14,0 | 50,8 |
Totale | -151,7 | -706,9 | -221,4 | -0,8 | 17,6 | 12,0 | 159,6 |
Dipendenti | -101,0 | -359,9 | -140,4 | -40,8 | 13,5 | 85,6 | 130,9 |
Indipendenti | -50,5 | -348,1 | -79,4 | 39,7 | 3,8 | -73,7 | 28,4 |
FONTE : Elaborazioni Centro Studi Confcommercio su dati Istat di C.N. SEC95
Ancora negativa è risultata, invece, la domanda di lavoro nei settori delle costruzioni ed in agricoltura, dove il fenomeno di espulsione dei lavoratori continua ad essere connesso da un lato a basse dinamiche produttive, dall’altro a ristrutturazioni nel sistema di imprese.
A livello territoriale il miglioramento del contesto occupazionale riscontrato nell’ultimo anno ha interessato, stando all’indagine sulle forze di lavoro, tutte le aree territoriali, anche se con risultati diversi in termini di tasso di disoccupazione.
In particolare a fronte di una riduzione nel centro - nord nel mezzogiorno la tendenza è stata ancora una volta improntata all’aumento, situazione che ha interessato tutte le componenti: giovanile e di lunga durata.
Tassi di Disoccupazione Regionali
| 1993 | 1994 | 1995 | 1996 | 1997 | 1998 |
Piemonte | 7,1 | 8,3 | 8,4 | 8,3 | 8,6 | 8,8 |
Valle d'Aosta | 5,6 | 5,6 | 5,6 | 6,0 | 5,4 | 5,5 |
Lombardia | 5,8 | 6,4 | 6,2 | 6,1 | 6,0 | 5,8 |
T.A.A. | 4,0 | 4,2 | 4,2 | 3,9 | 4,0 | 3,3 |
Bolzano | 3,4 | 2,9 | 2,9 | 2,7 | 2,9 | 2,2 |
Trento | 4,6 | 5,6 | 5,6 | 5,4 | 5,2 | 4,5 |
Veneto | 5,3 | 6,3 | 5,6 | 5,6 | 5,3 | 5,2 |
F.V.G. | 7,0 | 7,2 | 7,4 | 7,1 | 6,9 | 5,9 |
Liguria | 9,4 | 10,4 | 11,7 | 11,7 | 11,3 | 10,9 |
E. Romagna | 6,0 | 6,1 | 6,1 | 5,6 | 6,1 | 5,7 |
Toscana | 8,1 | 8,6 | 8,5 | 8,4 | 8,4 | 8,2 |
Umbria | 7,1 | 9,2 | 9,7 | 10,1 | 8,9 | 8,9 |
Marche | 6,6 | 6,6 | 6,6 | 6,5 | 7,5 | 6,6 |
Lazio | 9,9 | 11,2 | 12,7 | 12,8 | 12,5 | 12,3 |
Abruzzo | 8,9 | 9,2 | 9,4 | 9,6 | 9,5 | 9,5 |
Molise | 13,2 | 16,4 | 16,5 | 16,4 | 16,9 | 17,5 |
Campania | 19,4 | 21,5 | 25,3 | 25,5 | 25,8 | 25,0 |
Puglia | 13,9 | 15,1 | 16,8 | 17,7 | 19,2 | 20,9 |
Basilicata | 14,9 | 16,5 | 17,9 | 18,2 | 19,1 | 18,6 |
Calabria | 20,3 | 21,5 | 23,3 | 25,1 | 24,3 | 26,9 |
Sicilia | 19,8 | 22,0 | 22,6 | 23,6 | 24,3 | 25,2 |
Sardegna | 18,3 | 19,7 | 21,0 | 20,9 | 21,0 | 21,4 |
ITALIA | 10,2 | 11,3 | 12,0 | 12,1 | 12,3 | 12,3 |
| | | | | | |
NORD | 6,1 | 6,8 | 6,7 | 6,6 | 6,6 | 6,4 |
Nord ovest | 6,5 | 7,3 | 7,4 | 7,3 | 7,3 | 7,1 |
Nord est | 5,7 | 6,1 | 5,9 | 5,6 | 5,6 | 5,3 |
CENTRO | 8,7 | 9,6 | 10,3 | 10,3 | 10,2 | 10,0 |
SUD | 17,5 | 19,2 | 21,0 | 21,7 | 22,2 | 22,8 |
FONTE : Elaborazioni Centro Studi CONFCOMMERCIO su dati Istat indagine sulle Forze di Lavoro
Questa evoluzione si è determinata, contrariamente a quanto avvenuto negli anni precedenti, in presenza di un crescita del numero di occupati, in conseguenza dell’ingresso sul mercato del lavoro anche di parte delle forze di lavoro potenziali, persone che non avevano svolto intense attività di ricerca di un posto di lavoro anche perché scoraggiate dalle condizioni del mercato.
Analizzando più nel dettaglio la composizione della nuova occupazione si rileva come nel ’98 quasi tutta la nuova domanda di lavoro sia derivata dal più frequente utilizzo di forme di lavoro atipiche, contratti a tempo determinato, e da aumento del ricorso al part time.
Occupati in Complesso per Tipo di Orario di Lavoro
(Composizione percentuale)
| NORD | CENTRO | SUD | ITALIA | ||||
| 1997 | 1998 | 1997 | 1998 | 1997 | 1998 | 1997 | 1998 |
Tempo pieno | 92,7 | 92,3 | 93,3 | 92,8 | 94,1 | 93,5 | 93,2 | 92,7 |
Tempo parziale | 7,3 | 7,7 | 6,7 | 7,2 | 5,9 | 6,5 | 6,8 | 7,3 |
FONTE : Elaborazioni Centro Studi CONFCOMMERCIO su dati Istat indagine sulle Forze di Lavoro
Dei 110 mila nuovi occupati rilevati dall’indagine sulle forze di lavoro lo scorso anno ben 106 mila sono relativi a persone che svolgono la propria attività a tempo parziale, situazione che ha comportato un aumento dell’incidenza di questi lavoratori sul totale.
Ancora più significativo appare il ruolo svolto dai contratti a tempo determinato nel creare nuove opportunità di lavoro.
Occupati Dipendenti per Tipo di Orario di Attività
(Composizione percentuale)
| NORD | CENTRO | SUD | ITALIA | |||||
| 1997 | 1998 | 1997 | 1998 | 1997 | 1998 | 1997 | 1998 |
|
Occupazione permanente | 93,5 | 93,0 | 93,4 | 92,4 | 87,7 | 86,6 | 91,8 | 91,1 |
|
Occupazione temporanea | 6,5 | 7,0 | 6,6 | 7,6 | 12,3 | 13,4 | 8,1 | 8,9 |
|
FONTE : Elaborazioni Centro Studi CONFCOMMERCIO su dati Istat indagine sulle Forze di Lavoro
Lo scorso anno le persone impiegate in occupazioni temporanee in posizione di lavoratori dipendenti sono cresciute di ben 119 mila unità, per effetto anche delle borse di lavoro e dei LSU, alle quali ha fatto riscontro una flessione degli occupati a tempo indeterminato.
In conseguenza di questa dinamica l’incidenza di coloro che hanno una occupazione temporanea sul totale dei dipendenti è aumentata nell’ultimo anno di quasi un punto percentuale, segnalando un sensibile incremento nel mezzogiorno.
Le caratteristiche che connotano la nuova domanda di lavoro hanno portato ad una crescita dell’occupazione che ha interessato nel ‘98 quasi esclusivamente la componente femminile, più pronta ad accettare figure di lavoro non tipiche e a reddito più basso.
La tendenziale espansione del mercato del lavoro e le caratteristiche che ne hanno connotato la ripresa lo scorso anno non sembrano essersi modificate, nonostante la bassa dinamica produttiva, neanche in questo inizio del ’99.
Sulla base delle risultanze dell’indagine condotta a gennaio e ad aprile sulle forze di lavoro nella media delle due rilevazione gli occupati sono risultati superiori di ben 240 unità rispetto a quanto registrato nell’analogo periodo del ’98, quanto già si cominciava a registrare una tendenza all’espansione della domanda di lavoro.
Evoluzione che ha portato ad aprile il tasso di disoccupazione nazionale sul 12,1%, circa quattro decimi di punto in meno rispetto all’anno precedente.
Anche in questo inizio del ’99 l’incremento nel numero di occupati è derivato quasi esclusivamente dal più elevato ricorso a forme di lavoro atipiche e al part time.
A livello territoriale la crescita ha interessato quasi esclusivamente il centro - nord, dove si è concentrata quasi il 95% della nuova domanda, ed in misura molto più contenuta il mezzogiorno.
Ciò nonostante il tasso di disoccupazione meridionale ha mostrato ad aprile una modesta tendenza al rallentamento, invertendo la tendenza in atto ormai da alcuni anni.
2.5 I prezzi
Risultati sostanzialmente positivi sono stati conseguiti lo scorso anno in termini di processo di rientro dei prezzi.
A fronte di un dato medio dell’inflazione al consumo nel ‘98 che ha segnalato una sostanziale stabilità rispetto al ’97, si è riscontrata, infatti, nella seconda parte dell’anno una sensibile tendenza al rallentamento che ha portato in pochi mesi il tasso d’inflazione dall’1,9% di agosto all’1,5% di dicembre.
Evoluzione determinata oltre che dal ridimensionamento dei prezzi all’origine industriale dal venir meno degli effetti della rimodulazione delle aliquote I.V.A., attuata alla fine dell’anno precedente, e dal sensibile ridimensionamento dei prezzi dei prodotti petroliferi.
INDICE DEI PREZZI AL CONSUMO PER LE FAMIGLIE DI OPERAI ED IMPIEGATI
(Variazioni % sul periodo corrispondente)
| 1998 | 1999 | | | | | |
| ANNO | Gen. | Feb. | Mar. | Apr. | Mag. | Media |
INDICE GENERALE netto Tabacchi | 1,8 | 1,3 | 1,2 | 1,4 | 1,6 | 1,6 | 1,4 |
INDICE GENERALE lordo Tabacchi | 1,8 | 1,4 | 1,4 | 1,3 | 1,5 | 1,6 | 1,4 |
Alimentazione e bevande analcoliche | 0,6 | 1,4 | 1,4 | 1,6 | 1,7 | 1,4 | 1,5 |
Bevande alcoliche e tabacchi | 4,6 | 4,5 | 4,5 | 0,6 | 0,5 | 0,4 | 2,1 |
Abbigliamento e calzature | 2,3 | 2,1 | 2,1 | 2,0 | 2,0 | 1,8 | 2,0 |
Abitazione, acqua, elettricità e combustibili | 2,5 | 0,5 | 0,7 | 0,8 | 0,7 | 1,2 | 0,8 |
Mobili, articoli e servizi per la casa | 1,6 | 1,2 | 1,1 | 1,0 | 1,0 | 0,9 | 1,1 |
Servizi sanitari e spese per la salute | 2,5 | 2,0 | 2,3 | 2,3 | 2,1 | 2,1 | 2,2 |
Trasporti | 1,0 | 0,4 | 0,5 | 0,7 | 1,5 | 1,7 | 1,0 |
Comunicazioni | 1,4 | 0,1 | 0,1 | -0,7 | -0,7 | -1,4 | -0,5 |
Ricreazione, spettacoli, cultura | 2,0 | 1,1 | 0,8 | 1,3 | 1,5 | 1,4 | 1,2 |
Istruzione | 2,3 | 1,6 | 1,6 | 1,6 | 1,6 | 2,3 | 1,7 |
Alberghi, ristoranti e pubblici esercizi | 2,3 | 2,0 | 2,1 | 2,0 | 1,7 | 0,9 | 1,8 |
Altri beni e servizi | 0,6 | 1,5 | 1,4 | 1,3 | 1,4 | 1,7 | 1,5 |
Fonte: Elaborazioni Centro Studi CONFCOMMERCIO su dati ISTAT
A questo processo non hanno contribuito, come già rilevato negli anni precedenti i prezzi di alcuni beni e servizi di pubblica utilità aumentati a tassi nettamente superiori rispetto all’inflazione.
In particolare dinamiche decisamente elevate si sono riscontrate per le assicurazioni, gli affitti e, sia pure in misura minore, per le tariffe postali ed alcune voci relative ai trasporti.
In linea con quanto riscontrato negli altri paesi della Unione monetaria il processo di rientro dell’inflazione, che ha raggiunto il suo minimo nel mese di febbraio del ’99, sembra essersi interrotto a partire da marzo.
Questa evoluzione non sembra comunque destare eccessive preoccupazioni, in quanto gran parte dell’aumento riscontrato negli ultimi mesi è imputabile alla ripresa dei corsi delle materie prime petrolifere sui mercati internazionali, tendenza prontamente trasferitasi sui prezzi al consumo, ma che appare in via di assorbimento.
Qualche tensione potrebbe determinarsi, invece, nei prossimi mesi in conseguenza dei ritocchi di alcune tariffe di beni e servizi di pubblica utilità la cui liberalizzazione, come rilevato anche nell’ultimo rapporto della BCE non sempre ha prodotto effetti positivi sui prezzi.
2.6 Le prospettive nel medio periodo
I dati più recenti sulle dinamiche economiche nel nostro paese mostrano se non l’inizio di una fase recessiva il proseguimento di un ciclo caratterizzato da una profonda stagnazione e che perdura, sia pure a fasi alterne, ormai da qualche anno.
Le tendenze riflessive in atto, che potrebbero aver raggiunto in questi mesi il punto più basso del ciclo, non sono destinate a modificarsi sensibilmente nel breve periodo.
L’attesa ripresa del secondo semestre del ’99 rischia, alla luce anche degli scarsi segnali a livello internazionale di una decisa inversione ciclica, di risultare nettamente inferiore alle aspettative, in considerazione della tendenza decisamente riflessiva del clima di fiducia delle imprese e delle famiglie.
In assenza di interventi incisivi sulla domanda interna, necessari a ricostituire anche un clima di fiducia più soddisfacente, e di un miglioramento vigoroso del contesto internazionale tale da promuovere una crescita più sostenuta delle esportazioni, rischiamo di avere dinamiche anche nella seconda parte dell’anno molto deludenti con una crescita che potrebbe avvicinarsi nella media del ’99 allo 0,7%.
IL QUADRO MACROECONOMICO
| 1997 | 1998 | 1999 | 2000 | 2001 |
Prodotto interno lordo ai prezzi di mercato | 1,5 | 1,3 | 0,7 | 2,1 | 2,4 |
Importazioni di beni e servizi | 10,0 | 6,1 | -5,9 | 4,7 | 6,4 |
Consumi finali interni | 1,8 | 1,6 | 1,0 | 1,5 | 1,9 |
- Spesa delle famiglie | 2,6 | 1,7 | 1,0 | 1,6 | 2,1 |
- Spesa delle A.P. e delle Istituzioni senza scopo di lucro al servizio delle famiglie | -0,5 | 1,3 | 1,1 | 1,2 | 1,2 |
Investimenti fissi lordi | 0,9 | 3,5 | 2,6 | 3,9 | 4,3 |
Esportazioni di beni e servizi | 5,0 | 1,2 | -4,5 | 6,1 | 5,4 |
FONTE 1997-1998 ISTAT 1999-2001 Centro Studi CONFCOMMERCIO
In questo contesto, pur in presenza di una dinamica più sostenuta della domanda interna rispetto al PIL, i consumi e gli investimenti dovrebbero registrare una evoluzione ancora insufficiente a promuovere una crescita adeguata dell’occupazione, che rischia di segnalare nella seconda parte dell’anno, visti i ritardi con cui le dinamiche produttive si trasferiscono sull’occupazione, una netta attenuazione delle tendenze espansive riscontrate a inizio '99.
Lievemente più positive appaiono le prospettive per il prossimo biennio in quanto il consolidarsi della ripresa nelle diverse aree economiche dovrebbe produrre effetti moderatamente positivi anche sull’economia italiana stimata crescere a tassi superiori al 2,0%.
Valore che seppure più elevato di quello riscontrato negli ultimi anni è ancora rappresentativo di un’economia che continuerà a svilupparsi a ritmi più contenuti rispetto agli altri partners europei.
In particolare le esportazioni dopo la caduta del ’99 potrebbero tornare a crescere, in considerazione di una evoluzione più positiva del commercio mondiale a ritmi più sostenuti, stimolando sia pure parzialmente l’attività produttiva interna.
Analogamente le importazioni, attese in netto ridimensionamento per l’anno in corso dovrebbero tornare a mostrare variazioni positiva anche in considerazione del ridimensionamento delle scorte.
Più critica continuerà a risultare la dinamica della domanda interna.
I consumi delle famiglie, in assenza di interventi volti a ridurre in misura significativa la pressione fiscale, dovrebbero mostrare un’evoluzione in quantità inferiore al PIL, in conseguenza di una dinamica occupazionale che, seppure positiva, dovrebbe coinvolgere essenzialmente forme di lavoro a tempo determinato la cui incertezza sulla durata potrebbe provocare una propensione al consumo non particolarmente soddisfacente.
Il permanere di un contesto macroeconomico che, seppure in crescita rispetto agli ultimi anni, continuerà ad essere caratterizzato da forti elementi di incertezza contribuirà, pur in presenza di un costo del denaro su livelli contenuti, a tenere compressa anche la domanda per investimenti da parte delle imprese.
Evoluzione questa che potrebbe determinare conseguenze non particolarmente positive sul mercato del lavoro, con una domanda che pur stimata in crescita continuerà a dimostrarsi insufficiente a riportare, anche nel 2001, il tasso di disoccupazione italiano su livelli prossimi all’11,0%
2.6.1 Le proposte per lo sviluppo
In questo contesto la politica economica, non potrà continuare a mostrarsi sostanzialmente indifferente alle esigenze di crescita del Paese, ma dovrà trovare le politiche e gli strumenti più idonei ad interrompere questa sorta di letargo in cui è piombata l’economia italiana, modificando le linee d’intervento attuate sino ad oggi sotto forma di incentivi ai consumi (rottamazione delle auto) ed agli investimenti quasi esclusivamente destinati a settori notoriamente labour saving.
La presenza di un quadro macroeconomico di riferimento non particolarmente espansivo continuerà a porre seri vincoli alla politica economica che pur meno pressata da esigenze contabili di entità analoga a quelle conosciute negli ultimi anni, dovrà, comunque, prestare la massima attenzione agli interventi da attuare ed ai suoi effetti sul sistema.
Una manovra concentrata esclusivamente su una riduzione delle spese di circa 16mila miliardi in un solo anno potrebbe, se guidata solo da esigenze di bilancio, produrre effetti di contenimento sulla domanda interna superiori all’aumento determinato da una riduzione della pressione fiscale e contributiva.
Tagli alle spese ottenuti solo tramite una riduzione delle prestazioni ai cittadini e non con contenimento dei costi conseguenti a miglioramenti della produttività e dell’efficienza dei servizi di pubblica utilità potrebbero determinare effetti depressivi sui consumi delle famiglie ed un ulteriore compressione delle risorse da destinare all’acquisto di beni e servizi privati.