Vicenza: Federmoda lancia l'allarme chiusure

Vicenza: Federmoda lancia l'allarme chiusure

In tre anni e mezzo hanno chiuso più di 300 imprese del dettaglio di abbigliamento in provincia di Vicenza, che davano lavoro ad oltre mille addetti. Come dire che sono andate perse circa 7 imprese al mese, una ogni quattro giorni.

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23 settembre 2014

 

"In tre anni e mezzo hanno chiuso più di 300 imprese del dettaglio di abbigliamento in provincia di Vicenza, che davano lavoro ad oltre mille addetti. Come dire che abbiamo perso circa 7 imprese al mese, una ogni quattro giorni. Se non è emergenza questa, come la dobbiamo chiamare?". Matteo Garzaro, presidente di Federmoda-Confcommercio Vicenza, e vicepresidente veneto della categoria, lancia l'allarme sulla situazione di un settore, quello dei negozi che vendono articoli tessili e abbigliamento, che con le sue 800 imprese rappresenta l'ossatura del commercio al dettaglio vicentino. E' vero che a fronte delle chiusure, nello stesso periodo ci sono state circa 140 aperture di nuove attività, ma il saldo resta comunque fortemente negativo e soprattutto rischia di aggravarsi nelle prossime settimane. "Veniamo da un'estate con vendite estremamente deboli – prosegue il presidente Garzaro - e i saldi, penalizzati dalle temperature autunnali e dalla prudenza dei consumatori, hanno avuto un andamento in picchiata, con una media del -15% rispetto al 2013. Nel Vicentino i fatturati del settore hanno subito una contrazione media dell'8% nei primi otto mesi  se confrontati con lo stesso periodo dell'anno scorso, e non si vedono all'orizzonte segnali di un'inversione di tendenza. Anzi - sottolinea Matteo Garzaro -  temiamo che con il "paravento della crisi", si vogliano far passare misure ancor più penalizzanti per il piccolo e medio dettaglio". Il presidente di Federmoda Vicenza si riferisce in particolare al dibattito, che ciclicamente torna d'attualità, sulla liberalizzazione delle svendite. "Ieri il Consiglio di Federmoda Veneto ha confermato l'orientamento espresso più volte dalla maggioranza dei nostri imprenditori  – spiega Garzaro – che è quello di mantenere l'attuale regolamentazione dei saldi in Veneto. Anzi, pensiamo che Palazzo Balbi dovrebbe attivarsi con le altre Regioni confinanti per arrivare ad uno spostamento in avanti delle date dei saldi, che devono veramente essere di fine stagione". La preoccupazione del presidente di Federmoda Vicenza  è che la crisi del dettaglio moda dia il via ad una battaglia sui prezzi che può essere sostenuta solo a scapito della qualità e del made in Italy, che sono i punti di forza del piccolo e medio dettaglio. "Non credo che la risposta al calo dei consumi sia "svendere il settore" – rincara Garzaro -, bensì sostenere uniti quelle riforme che possono far ripartire l'economia. Se i dati provenienti dal sistema bancario rilevano che nei primi sei mesi di quest'anno la raccolta del risparmio gestito  si è avvicinata a quella dell'intero 2013, significa che le disponibilità a spendere ci sono, ma che i consumatori preferiscono mettere i soldi nel "salvadanaio" per far fronte alle incertezze sul futuro e soprattutto per adempiere alle scadenze fiscali". Infatti, tra la Tasi ad ottobre, acconti Irpef a novembre e Imu a dicembre, i prossimi mesi saranno un salasso per le tasche di tanti italiani. Con buona pace per chi spera nella ripartenza dei consumi. "La via di uscita da questa situazione è una sola – conclude Garzaro – abbassare la tassazione su imprese e lavoratori, recuperando risorse da un taglio della spesa pubblica. Finora su questo fronte abbiamo sentito solo annunci, e intanto le imprese chiudono. Se non ci saranno subito fatti concreti, il prossimo autunno-inverno sarà drammatico per il nostro settore e per l'economia in generale".

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