Vigilanza privata e appalti: il punto di Federsicurezza

Vigilanza privata e appalti: il punto di Federsicurezza

Si è svolto a Roma, presso la sede nazionale di Confcommercio, il convegno, "Vigilanza privata e appalti: chiaroscuri di una riforma in divenire". Il presidente Gabriele: "Bene le nuove regole, ma è necessario uno tsunami comportamentale nel settore per uscire da una nociva autoconservazione".

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23 giugno 2016

Si è svolto a Roma, presso la sede nazionale di Confcommercio, il Convegno di FederSicurezza "Vigilanza privata e appalti: chiaroscuri di una riforma in divenire", per fare il punto sulla recente riforma non solo sotto il profilo politico, ma anche d'impresa, giuridico e amministrativo, grazie al contributo di un panel di relatori estremamente qualificati. Ha aperto i lavori il vice Presidente di Confcommercio Renato Borghi, che ha ribadito l'importanza della sicurezza per le imprese, ricordando come nell'ultimo anno gli investimenti in sicurezza siano aumentati del 26% rispetto al passato, con un incremento, nello specifico, del 22% per quanto riguarda i servizi di vigilanza privata. Sugli appalti, ha sottolineato come con il massimo ribasso si eroghino servizi che devastano il mercato. "E' per questo - ha affermato - che confidiamo nell'efficacia della riforma, garantendo il massimo impegno a proseguire nella collaborazione reciproca con FederSicurezza, insieme alla quale abbiamo presentato numerose istanze durante l'iter di approvazione del provvedimento, tutte giustamente accolte".

Per Roberto Cerminara, Responsabile dell'Ufficio Legislativo di Confcommercio, il codice degli appalti è solo un punto di partenza, sia pur fondamentale, per un cambiamento del sistema: spetterà ora all'Anac, perno dell'attuazione delle nuove norme, far sì che queste vengano rispettate, con la speranza che i poteri di emanare "soft law" che le sono attribuiti non si rivelino troppo "soft"…"Fondamentale, adesso, è il ruolo sia della Federazione che di Confcommercio - ha chiarito - che avranno il compito di "stimolare" anche l'Anac in modo tale che il sistema attuale possa effettivamente consentire la partecipazione del maggior numero di imprese agli appalti".

L'avvocato Massimiliano Brugnoletti, esperto amministrativista, ha poi tracciato un interessante quadro d'insieme sulle principali novità introdotte dal codice, mettendo in evidenza come si sia di fronte ad una vera e propria "rivoluzione" dei rapporti tra pubblica amministrazione e mercato, da conciliare, tuttavia, con la contrapposta politica della spending review. "Con il nuovo codice degli appalti - ha spiegato - cade finalmente il muro tra amministrazione pubblica e imprese, che si trovano ora a dialogare per perseguire un comune obiettivo finale, e cioè la soddisfazione della collettività, nel rispetto dei tre indicatori cardine per l'aggiudicazione degli appalti: ambiente, sociale e lavoro. In questo senso, le associazioni di categoria giocano un ruolo fondamentale nell'interlocuzione con la pubblica amministrazione".

Anche il Consigliere del Tar Toscana Alessandro Cacciari, che ha illustrato nel suo apprezzatissimo intervento il contenuto essenziale di tutte le nuove norme di interesse per il settore, ha messo in evidenza le possibili - e auspicabili - aree d'intervento delle associazioni, ad esempio con riferimento alle "consultazioni preliminari di mercato" introdotte dall'art. 66 del codice. "La pubblica amministrazione - ha spiegato - non sempre ha al proprio interno le professionalità necessarie per la redazione di un capitolato d'appalto "come si deve". Ecco perché è bene che le associazioni di categoria siano di impulso per l'attuazione effettiva, tra le altre, di questa norma, fermo restando l'opportunità che l'Anac intervenga con linee guida in grado sia di promuovere concretamente il dialogo tra le parti ma anche di evitare, al contempo, il verificarsi di conflitti d'interesse". Dopo gli interventi tecnici, spazio anche al punto di vista delle imprese, con l'intervento del Direttore Generale Ivri, Vincenzo Paradiso, che dopo aver fornito una serie di spunti di politica economica, ha sostenuto con forza la necessità imprescindibile di aprire gli occhi sulla realtà attuale del settore e sui suoi cambiamenti, e di puntare su modernizzazione, cooperazione e applicazione di regole chiare per tutti per tentare di sbloccare un sistema economico ormai fermo da decenni, il tutto con il necessario supporto da parte del mondo associativo.

Ha chiuso i lavori, come di consueto, il Presidente di FederSicurezza Luigi Gabriele, che nel concordare sul profondo e innegabile cambiamento del mondo della sicurezza, ha tuttavia evidenziato come "non si può continuare a guardare soltanto indietro, con la strenua e masochistica difesa dell'esistente - che ormai è il passato - senza aprire concretamente i nostri orizzonti al futuro. E' da tempo che la committenza ci sta chiedendo cose diverse, e ostinarsi a non volerlo capire significa rischiare fortemente di uscire dal mercato. Non possiamo neanche continuare a farci cadere addosso passivamente nuovi impianti normativi, senza, tranne rare eccezioni, reagire con propositività. Il ruolo delle associazioni come corpi intermedi, nonostante ci sia chi cerca di distruggerli, continua ad essere fondamentale per il cambiamento, ed è per questo che siamo costantemente impegnati a far sentire la nostra voce per stimolare mercato, autorità e istituzioni ad aprire gli occhi sulla metamorfosi e sulle esigenze della nostra realtà. Bene quindi le nuove regole - ha aggiunto -, perfettamente illustrate da tutti i relatori, ma è necessario un vero e proprio tsunami comportamentale nel settore per uscire da quello che nel tempo si sta rivelando un sempre più nocivo istinto di autoconservazione. La questione del CCNL di settore - ha concluso - è solo l'ultimo degli esempi di maggior accanimento conservativo. Negli ultimi giorni abbiamo finalmente ricevuto una nota politica dai sindacati: ci auguriamo che si riesca ad aprire, almeno per grandi temi, uno spazio concreto di discussione".

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