Uiv: "Vino italiano a rischio ridimensionamento"
Uiv: "Vino italiano a rischio ridimensionamento"
Il vino italiano resta un pilastro dell’export, ma dazi e calo dei consumi negli Usa preoccupano. L'Unione italiana vini chiede più fondi per la promozione sui mercati esteri.
"Il vino italiano è un asset strategico del made in Italy, con una bilancia commerciale con l'estero che anche lo scorso anno ha generato un attivo di oltre 7,5 miliardi di euro, ma il combinato disposto di dazi, calo del dollaro e del potere di acquisto nel nostro principale mercato di sbocco espone oggi il comparto a rischi di ridimensionamento". Lo ha detto il presidente di Unione italiana vini (Uiv), Lamberto Frescobaldi, che ritiene "fondamentale attivare una terapia d'urto in chiave promozionale" e "il lavoro del governo per aumentare in maniera consistente il plafond destinato a Ice-Agenzia attraverso la finanziaria va in questa direzione".
Gli Stati Uniti, spiega Uiv, sono il principale sbocco per il vino italiano, oltreoceano è infatti destinato il 24% delle vendite estere con un controvalore di 1,9 miliardi di euro nel 2024. Nell'ultimo decennio le imprese tricolori hanno investito in promozione budget importanti su scala globale (circa 1 miliardo di euro solo con lo strumento Ocm Promozione) contribuendo nel periodo a una crescita dell'export del 60% (8,1 miliardi di euro nel 2024).
Uiv ha valutato quindi molto positivamente quanto annunciato in tema di promozione dal ministro dell'Agricoltura, Francesco Lollobrigida al Vinitaly-Usa: permettere - attraverso risorse aggiuntive da prevedere in Finanziaria - di intensificare la presenza del vino italiano negli Stati Uniti e nei Paesi più promettenti proprio in coincidenza con una sempre più evidente situazione di difficoltà del settore.




























