X Convention ABI - Tavola rotonda "La sfida per le imprese"

X Convention ABI - Tavola rotonda "La sfida per le imprese"

Roma, 7 novembre 2006

DateFormat

7 novembre 2006
Qualsiasi riflessione sul tema imprese-banche-sviluppo non può oggi prescindere dall'imminente attuazione dei nuovi Accordi di

Qualsiasi riflessione sul tema imprese-banche-sviluppo non può oggi prescindere dall'imminente attuazione dei nuovi Accordi di Basilea.

Con la sua progressiva messa a regime a partire dal prossimo anno, Basilea 2 può infatti sollecitare la competizione e l'efficienza delle banche.

Premiando con minori obblighi di capitale le banche che utilizzano metodi più precisi e più efficaci nella quantificazione e nella gestione dei rischi di credito si andrà senz'altro verso una razionalizzazione del sistema, una effettiva concorrenza e di conseguenza verso una maggiore efficienza nell'erogazione dei servizi nell'ambito dell'accesso al credito.

Crescita del livello di efficienza che, parallelamente, si auspica, anche in materia di sistemi di pagamento.

Riguardo ai sistemi di pagamento elettronici è evidente - a condizione di garantire una reale ed effettiva convenienza per gli operatori commerciali così come per i consumatori - la necessità di una ulteriore accelerazione della diffusione e del ricorso a queste modalità che sono ancora, in Italia, meno diffuse che in altri Paesi.

L'efficienza nell'erogazione dei servizi, l'eliminazione di alcuni costi, quali quelli di chiusura conto, la trasparenza e un'informazione finanziaria accessibile circa i prezzi e la qualità dei servizi offerti, sono sicuramente i capisaldi di un rinnovato sistema bancario più vicino alle esigenze delle imprese, così come a quelle del consumatore finale, con un vantaggio per l'intero sistema economico.

Perché un sempre maggiore livello di competizione, efficienza, stabilità dell'universo bancario e finanziario rappresenta per tutte le imprese un fattore di supporto fondamentale, un'infrastruttura necessaria per qualsiasi percorso di crescita e di sviluppo aziendale.

Anche se va riconosciuto che nella fase finale dei lavori del Comitato e nella redazione della Direttiva comunitaria si è tenuto conto di istanze che riguardano direttamente le imprese minori, bisogna sempre tener presente, tuttavia, che Basilea 2 nasce avendo a riferimento realtà economiche strutturate, sia da un punto di vista dimensionale che organizzativo, quali quelle che prevalgono nel contesto anglosassone.

Nel nostro Paese molto spesso, invece, il contesto economico è meno strutturato e la storia creditizia di molte imprese piccole e medie si intreccia e si sovrappone spesso con quella personale dell'imprenditore.

Ecco perché è necessario colmare il divario tra criteri di valutazione del rischio finanziario e realtà dell'impresa italiana.

La capacità di rimborso di un'impresa dipendono da un complesso di fattori: le dinamiche del comparto economico, il territorio di riferimento, la tipologia ed il grado di fidelizzazione e diversificazione della clientela, la capacità di adattamento dell'impresa al variare del mercato.

D'altronde i cicli produttivi e distributivi aziendali si stanno profondamente modificando per vari motivi: si accorciano le fasi del ciclo di vita di prodotti e servizi, cambiano le modalità di trasmissione degli ordini di acquisto e della gestione di incassi e pagamenti, cresce il ruolo strategico della componente logistica nell'organizzazione dei processi distributivi.

Queste caratteristiche "morfologiche" del sistema imprenditoriale condizionano profondamente la domanda di credito.

La domanda di "finanza" espressa dalle piccole e medie imprese del terziario è, di conseguenza, articolata e diversificata.

Se guardiamo i dati più recenti elaborati dall'Osservatorio permanente banche-imprese, in cui collaborano congiuntamente l'ABI e le organizzazioni di rappresentanza delle imprese, fra cui Confcommercio, rileviamo che in Italia, la quota dei prestiti bancari alle imprese è pari a circa il 62% del totale dei finanziamenti al settore privato, mentre la media della eurozona, dove prevalgono i finanziamenti alle famiglie, è circa del 45%.

Nell'ambito dei prestiti destinati alle imprese è interessante evidenziare che il settore della micro, piccola e media impresa rappresenta in modo ormai stabile per le banche un fondamentale mercato di riferimento, pur considerando l'elevata quota dei grandi fidi oltre 5 milioni di euro, (che continuano a rappresentare oltre il 50% del totale).

E' importante anche rilevare che la quota dei finanziamenti oltre i 5 anni, in Italia, seppur in crescita, non raggiunge ancora il 40% a fronte di circa il 52% della media dei Paesi dell'area euro, confermando, specialmente per le imprese, una maggiore esposizione finanziaria su scadenze più brevi.

Questi sono alcuni elementi del contesto finanziario rispetto ai quali, insieme con un significativo livello di sottocapitalizzazione ed una più ridotta dimensione media delle aziende rispetto all'eurozona, vanno ad inserirsi le istanze ed i fabbisogni finanziari connessi alla gestione d'impresa.

Fra le esigenze più ricorrenti, la gestione corrente per le necessità finanziarie collegate alla gestione delle scorte, il sostegno ai nuovi investimenti per ammodernamenti e ristrutturazioni o aggregazioni aziendali, il riequilibrio della struttura finanziaria delle piccole imprese, nelle quali continua spesso a prevalere un eccessivo indebitamento a breve termine.

Un discorso a parte merita infine il supporto allo start up delle imprese, per il quale il rapporto con gli istituti di credito diventa un passaggio fondamentale, attraverso un rapporto che consenta di apprezzare le idee innovative e la serietà del progetto, piuttosto che, come unico parametro, la solidità delle garanzie patrimoniali.

I neo imprenditori hanno bisogno di essere accompagnati in un percorso – che deve diventare necessariamente comune e condiviso, fra banche e imprese – di sostegno all'autoimprenditorialità, un fattore di vitalità della nostra economia e del terziario in particolare, che continua a vedere protagonisti soprattutto i giovani e le donne.

Ma la domanda di finanza da parte delle imprese, e la risposta da parte del sistema creditizio, non si esaurisce qui.

Perché Basilea 2 non è il solo elemento di contesto che influenza oggi in modo marcato il rapporto banca-impresa.

Sta proseguendo in modo rilevante la concentrazione del nostro sistema bancario.

I processi in atto di riassetto del sistema bancario portano alla crescita della dimensione media degli operatori finanziari nazionali, che sono così in grado di meglio competere all'interno dei Paesi dell'area euro.

Oltre alla crescita della dimensione media, il nuovo sistema bancario che si sta determinando comporta per le banche nuovi modelli organizzativi orientati al conseguimento di maggiori economie di scala, alla razionalizzazione dei costi e all'adozione di procedure e meccanismi operativi più efficienti e standardizzati.

Ciò però in alcune aree – anche se è aumentata la presenza media delle banche nelle singole province - può avere rilevanti riflessi su uno storico rapporto tra banca e territorio.

L'altro aspetto della medaglia di questo processo di concentrazione può essere infatti il rischio del venir meno di un rapporto personale, diretto, di conoscenza e di fiducia che in molti casi ha connotato le relazioni tra sistema bancario a livello territoriale e mondo della piccola e media impresa.

E questo rappresenterebbe una perdita di valore per tutto il tessuto economico locale.

In questo diverso scenario del sistema bancario va quindi ricercata e individuata una formula, a livello di erogazione e fruizione del servizio finanziario, che possa riproporre alcune funzioni che hanno rappresentato le peculiarità storiche della "banca locale".

Banca locale non è necessariamente una definizione riferita alle ridotte dimensioni: è un concetto che va sempre più riferito alle modalità operative ed alle funzioni di una banca.

Una banca è tanto più locale quanto più partecipa al sostegno e allo sviluppo del territorio di riferimento, indipendentemente dalla propria dimensione.

In questo ambito, nei rapporti fra banca sempre più concentrata e piccola impresa localizzata, potranno giocare un ruolo rilevante i consorzi di garanzia fidi, a patto però che, pur nel loro processo di evoluzione patrimoniale, sappiano costantemente mantenere quel rapporto diretto con il proprio territorio di operatività.

Il sistema italiano della garanzia mutualistica trova infatti il proprio cardine nel rapporto fra consorzi fidi e banche locali.

Lo stretto legame con il territorio è stato il fattore critico di successo del modello confidi che è riuscito ad interagire positivamente con il sistema bancario sia per il rilascio delle garanzia, che per la propria capacità di valutazione del rischio di credito fondata su fattori prevalentemente qualitativi e di conoscenza diretta del tessuto imprenditoriale locale.

Bisogna creare quindi i presupposti per un rafforzamento patrimoniale da un lato, ma anche di una salvaguardia della matrice storica dei confidi che per decenni ne ha contraddistinto con successo il rapporto diretto con il proprio territorio di operatività.

E l'auspicio è oggi quello che le prossime disposizioni regolamentari in fase di emanazione da parte del Ministero dell'Economia e di Banca d'Italia riguardo ai confidi possano interpretare in modo coerente queste istanze.

L'altro "fronte" che si apre con i nuovi modelli di gestione del credito sempre più accentrati è il confronto con un tessuto di imprese caratterizzato non solo dal prevalere della piccola-micro dimensione, ma da sistemi a rete dove la qualità del prodotto e i piccoli numeri prevalgono sulle logiche di produzione standardizzata.

Emerge infatti oggi, con chiarezza, il concetto che non ci troviamo più di fronte ad una competizione giocata esclusivamente tra singole imprese, ma tra sistemi a rete organizzati in forma variabile e flessibile.

Nell'immediato futuro la formula competitiva della impresa italiana potrà progredire in modo efficace solo attraverso l'integrazione di rete e la crescita dimensionale nonché con adeguate sinergie all'interno di una stessa filiera produttiva e distributiva, tra impresa ed impresa, tra distretto e distretto.

Ciò impone in tempi brevi un nuovo rapporto tra sistema produttivo e distributivo, sistema bancario e sistema delle pubbliche amministrazioni.

Perché le dinamiche che stanno caratterizzando la competizione economica tra imprese si collegano sempre più ad elementi infrastrutturali quali i sistemi dell'energia, dei trasporti, delle comunicazioni, del credito e della finanza.

Solo se ognuno di questi singoli sistemi aumenterà la propria efficienza, rispondendo compiutamente e puntualmente alle esigenze del mercato, il nostro sistema produttivo potrà crescere.

Se una piccola impresa commerciale italiana continuerà a pagare l'energia elettrica il 62% in più di una analoga impresa spagnola non ci sono, e non ci saranno mai, i margini per poter diventare competitivi o rimanere sul mercato.

Se i trasporti e la logistica incidono sulla competitività, come è noto, con un ordine di grandezza che si aggira intorno ai 40 miliardi di euro e le dimensioni del fabbisogno finanziario per gli investimenti in infrastrutture superano i 200 miliardi di euro, appare chiaro che si debba creare, nell'interesse generale del Paese, e tenendo conto delle esigenze di risanamento dei conti dello Stato, un rafforzamento del partenariato pubblico e privato e del project financing.

Bisogna quindi, in qualche modo, "forzare", mi sia passato il termine, il processo di ristrutturazione e riqualificazione della funzione pubblica, anche ridistribuendo compiti e funzioni: alla pubblica amministrazione chiediamo di fare magari di meno, ma di farlo meglio, e di contro, si può chiedere e consentire all'iniziativa privata di assumersi nuove responsabilità di interesse generale.

Imprese, banche, pubblica amministrazione possono infatti, insieme, diventare generatori di efficienza e di crescita per l'intero sistema–Paese.

E' un progetto di fronte al quale non possiamo e non vogliamo tirarci indietro.

Banner grande colonna destra interna

Aggregatore Risorse

ScriptAnalytics

Cerca