"Tassare il contante non è la strada per bloccare l'evasione"

"Tassare il contante non è la strada per bloccare l'evasione"

La questione della limitazione all'uso dei contanti come strumento per limitare l'evasione fiscale sta animando il dibattito politico. Castelli: "d'accordo sugli incentivi, anche con rimborsi mensili".

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18 settembre 2019

La questione dibattuta in questi giorni sui limiti all'utilizzo del contante con la proposta di tassazione da parte di Confindustria ier favorire l'emersione dell'evasione fiscale, ha prodotto una serie di posizioni differenti. I limiti all'utilizzo del contante non convincono l'ex ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, che in un'intervista al Sole 24 Ore  ha definito questo tipo di misure come "la tipica forma di intervento demagogico e regressivo, perché il contante in Italia è prima di tutto lo strumento dei poveri e degli anziani". Con campagne di questo tipo, continua Tremonti, "se anche non ti importa di perdere i voti, certamente non guadagni gettito perché spingi ancora più sul nero. Bisogna cambiare ottica". Per Tremonti "solo una prospettiva graduale e progressiva può avere successo se congiuntamente rispetta e coinvolge le persone. Gli interventi strampalati di cui si parla in questi giorni rischiano di essere incostituzionali, e fuori dal quadro europeo. Gli strumenti normativi, poi, devono considerare la realtà effettiva". Secondo l'ex ministro Visco,  "esiste una relazione tra evasione e uso del contante e infatti l'innalzamento della soglia per i pagamenti in moneta da 1.000 a 3.000 euro decisa dal Governo Renzi fu al tempo giustamente criticata. Ed è anche vero che l'uso dei pagamenti elettronici in Italia è molto inferiore a quelli degli altri Paesi. Ma ciò riflette soprattutto il ritardo nella digitalizzazione della nostra economia e il problema dovrebbe risolversi gradualmente man mano che avvenissero progressi in questo settore in verità strategico. Ma, mentre la limitazione del contante è importantissima a fini antiriciclaggio, ai fini del contrasto all'evasione essa non sembra particolarmente efficace".  Secondo Visco per almeno due motivi: "Innanzitutto perché la misura sarebbe facilmente eludibile. Sarebbe sufficiente infatti garantire uno sconto superiore al 2% sul prezzo di vendita per invogliare i consumatori a continuare a pagare in contanti. Ma soprattutto perché la parte assolutamente prevalente dell'evasione non si verifica nelle transazioni finali, bensì a monte di esse, attraverso la manipolazione della contabilità e dei bilanci. In sostanza potrebbe esserci un'economia senza contante, ma con evasione".  Per Visco "la soluzione va ricercata invece nella tracciabilità dei pagamenti e più in generale delle attività economiche, secondo quanto personalmente suggerisco da ormai quasi 10 anni. In estrema sintesi, l'evasione si recupera rafforzando la fatturazione elettronica ed estendendola a tutti i contribuenti, forfettari compresi. Introducendo sanzioni adeguate per chi non invia le fatture".

Castelli: "d'accordo sugli incentivi, anche con rimborsi mensili"

"Sono molto d'accordo con Confindustria sull'incentivo" ai pagamenti elettronici: "Si può fare meglio del credito d'imposta, si può permettere un recupero mensile dell'incentivo, il processo tecnologico lo permette". Così il viceministro all'Economia Laura Castelli a SkyTg24 Economia. 

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