"Il taglio delle festività costerebbe 6 miliardi di euro"

"Il taglio delle festività costerebbe 6 miliardi di euro"

Il presidente di Confturismo/Federalberghi Bernabò Bocca risponde alla proposta lanciata dal premier Silvio Berlusconi: "Il turismo è troppo importante per l'Italia. Il giro d'affari è pari ad oltre il 7% del Pil e dà lavoro a 2 milioni di persone".

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29 marzo 2004
Bocca: “Il taglio delle festività costerebbe 10 miliardi di euro al turismo”

Bocca: “Il taglio delle festività costerebbe 10 miliardi di euro al turismo”

 

Secondo il presidente di Confturismo/Federlaberghi Bernabò Bocca, le dichiarazioni del presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, in merito alla eventuale riduzione dei giorni di festa annuali, a vantaggio di un aumento della produttività nazionale “si scontrano con la realtà nazionale di un Paese turistico come il nostro”. “L’Italia – ha aggiunto Bocca – è un Paese troppo dipendente dal turismo. Basti pensare che il giro d’affari del settore annualmente è di 80 miliardi di euro, pari ad oltre il 7% del Pil e dà lavoro a 2 milioni di persone”. “Per fare alcuni esempi – ha proseguito il presidente di Confturismo - andando ad eliminare la festività del 15 agosto e l’eventuale ponte ad essa abbinato, da sola questa festività ci farebbe perdere 4,4 miliardi di euro di spese turistiche degli italiani. “Oppure, cassando la festività del 25 aprile e l’eventuale ponte ad essa abbinato, perderemmo 3 miliardi di euro di spese turistiche degli italiani”. “In pratica, tirando le somme, - ha aggiunto Bocca - la perdita per l’attività produttiva turistica, escluso il ferragosto, sarebbe di 6,25 miliardi di euro pari allo 0,55% del Pil e ben a quasi l’8% del giro d’affari nazionale del turismo. Comprendendo inoltre anche Ferragosto, la cifra salirebbe a 10,65 miliardi di euro, pari a quasi l’1% del Pil”. “Un lusso, crediamo, difficile da eludere, proprio in considerazione dell’apporto economico del settore”. “Apprezziamo, invece, - ha concluso Bocca – l’ipotesi avanzata sempre dal premier di una diminuzione delle aliquote fiscali, per le quali auspichiamo anche l’allineamento della aliquote Iva nel turismo che ci vedono penalizzati rispetto a nostri grandi concorrenti quali la Francia (Iva al 5,5% sugli alberghi) e la Spagna (Iva

al 7% sugli alberghi) rispetto al 10% dell’Iva per gli alberghi italiani”.  

 

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