"Regolamentare l'ingresso nel mondo del lavoro dei cittadini stranieri"

"Regolamentare l'ingresso nel mondo del lavoro dei cittadini stranieri"

Audizione di Confcommercio in Commissione Affari costituzionali alla Camera sulla proposta di legge sul soggiorno dei cittadini stranieri in Italia.

 

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15 gennaio 2020

Confcommercio ritiene necessario un intervento legislativo volto a regolamentare l’ingresso nel mondo del lavoro e del soggiorno dei cittadini stranieri, ma rimane fondamentale contrastare con forza il fenomeno dell’abusivismo, intervenendo soprattutto su tutte quelle situazioni che non solo favoriscono il proliferarsi di realtà illecite ma ostacolano il corretto esercizio dell’attività imprenditoriale. E’ quanto ha dichiarato la Vice Presidente Donatella Prampolini nel corso dell’audizione di ieri sulla proposta di legge contenente misure per la promozione del regolare soggiorno e dell’inclusione sociale e lavorativa degli stranieri non comunitari. "Tra le problematiche maggiori – ha sottolineato Prampolini - emerge la burocrazia che c'è dietro all'assunzione: l'azienda che ha bisogno di personale non deve necessariamente attendere l’emissione del Decreto Flussi. È necessario avere una regolamentazione certa e flessibile per consentire da un lato una maggiore flessibilità agli ingressi extra Ue, dall'altra un più incisivo contrasto al lavoro irregolare". Il permesso di soggiorno temporaneo per la ricerca di occupazione, attraverso l’attività di intermediazione tra datori di lavoro italiani e lavoratori stranieri rappresenta un importante intervento ma solo se suffragato da controlli capillari necessari ad evitare interventi collusivi. Il fenomeno della manodopera straniera non comunitaria coinvolge tutti. Gli stessi settori rappresentati da Confcommercio sono interessati sotto molteplici aspetti come ad esempio l’impiego di manodopera stagionale fortemente utilizzata nell’ambito del settore alberghiero e dei pubblici esercizi. Non è positivo, invece, porre a carico di determinati soggetti, in caso di prestazione di garanzia per l’accesso al lavoro, l’onere economico ed i connessi adempimenti per garantire ai lavoratori extracomunitari l’alloggio e i mezzi di sostentamento. Allo stesso modo lo scenario pensionistico non viene visto di buon grado poiché la richiesta del ripristino della "Legge Dini" per ottenere la liquidazione dei contributi versati per i lavoratori stranieri che rimpatriano, senza aver raggiunto il diritto a pensione, creerebbe disparità di trattamento rispetto alla generalità dei lavoratori, inoltre, rispetto a tali iniziative non si conosce l’impatto economico sul sistema previdenziale che ne deriva.

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