2) BOCCA: "SERVE UN PROGETTO DI AMPIO RESPIRO"

2) BOCCA: "SERVE UN PROGETTO DI AMPIO RESPIRO"

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29 maggio 2009
IPOTESI TRACCIA DI SALUTO DEL PRESIDENTE BOCCA

Bocca: “Serve un progetto di vasto respiro”

 

Il presidente di Confturismo, Bernabò Bocca, ha partecipato a Cagliari al convegno su “Turismo e Pmi”, nona e ultima tappa del Roadshow Pmi di Confcommercio. Di seguito il testo del suo intervento.

“Il DNA del tessuto imprenditoriale turistico italiano è costituito da migliaia di piccole e medie imprese che operano in simbiosi con il territorio su cui insistono.

Il primo interlocutore dell’imprenditore turistico è il territorio in cui egli opera: le istituzioni locali con le quali si confronta, le infrastrutture che questo presenta, la comunità locale con la quale la sua attività interagisce. La loro presenza qui è il segno tangibile di un’attenzione fondamentale per un comparto economico come quello turistico, che è il fondamento dell’economia di questa regione, ma che possiamo anche definire fondamentale per l’intero Paese. Una regione, la Sardegna , che costituisce un modello di eccellenza per il turismo in Italia, da decenni ormai. E questo non solo grazie alle sue straordinarie risorse naturali e culturali,  ma anche di una politica di gestione che ne ha determinato il suo successo nel mondo. Certo, sono stati commessi anche degli errori, penso ad esempio alla tassa sul lusso che rischiava di allontanare un certo tipo di turismo;  ma se oggi Sardegna è sinonimo di servizi e strutture esclusivi vuol dire che qualcosa ha funzionato nel modello di sviluppo di questo territorio.

il turismo è uno dei settori maggiormente esposti alla congiuntura negativa perché il consumo turistico spesso  è considerato alla stregua di un consumo voluttuario anche se negli ultimi anni, la vacanza,  ha assunto sempre di più le caratteristiche di bene primario al quale si rinuncia con difficoltà. Ma la crisi che stiamo attraversando in questo periodo ha caratteristiche eccezionali. I risultati dei primi quattro mesi del 2009 indicano, in media, un calo del 24% del giro d’affari ed una flessione dell’occupazione tra il 5% ed il 7% di lavoratori a tempo indeterminato  ed un -16,6% di lavoratori part time, che in ragione d’anno potrebbe portare ad una fuoriuscita di 100.000 lavoratori diretti nel turismo e 50.000 lavoratori indiretti nelle attività connesse (agro-alimentare, artigianato e made in Italy). Le caratteristiche del nuovo modo di fare vacanza degli italiani appaiono ormai evidenti e ben definite dai risultati dei primi mesi del 2009. Movimento di turisti simile se non superiore a quello dell’anno passato ma con una spesa turistica ( che e’ quello che a noi interessa) nettamente piu’ bassa nell’ordine del –15%-20%.

Il dato per le nostre imprese e’ davvero preoccupante e rende davvero incerto il clima che si respira alla vigilia dell’inizio della stagione estiva. Puntare, quindi sul sostegno delle PMI del turismo, sul loro sviluppo, sulla loro tutela può rappresentare una vera possibilità per invertire questa tendenza così negativa. Il turismo italiano chiede fondi veri per la promozione, provvedimenti  fiscali mirati ed un sistema premiante per le imprese che si impegnano a mantenere il proprio organico di forza lavoro. Quello della promozione è sicuramente un aspetto fondamentale da considerare nella gestione di una destinazione turistica, a maggior ragione se si tratta di destinazioni minori. L’appeal di questa Nazione deve essere la sua capacità di offrire mille Italie diverse: questa è la ricetta per non rischiare l’appiattimento agli occhi della domanda. Mille Italie diverse, comunicate all’unisono, in egual misura. Come si può comunicare una simile apparente contraddittorietà? Con una sapiente comunicazione, con una consapevole e programmata PROMOZIONE. Su questo punto Confturismo, si è sempre fatta promotrice di una politica di promozione che sia UNITARIA, che abbia un coordinamento, una regia generale attraverso la quale le molteplici peculiarità da comunicare possano essere riconducibili a quell’unica grande destinazione chiamata Italia. Il turismo italiano ha  bisogno di una  promozione a livello nazionale e internazionale, di un’immagine ed un’offerta in grado di attirare i flussi dei nuovi Paesi che si affacciano sul mercato, di interpretare le nuove esigenze dei viaggiatori contemporanei ed investire in maniera piu’ decisa sui flussi potenziali del mercato interno che gia’ rappresenta piu’ del 60% del totale ma che e’ spesso trascurato dagli investimenti promozionali

Diventerà quindi decisiva la capacità di coordinamento tra le politiche promozionali dell’Italia con quelle dei vari territori regionali. Sotto questo profilo mi sento di dire che i nostri continui appelli per una promozione unitaria e per un migliore utilizzo dei fondi che i vari Enti ( Stato, Regioni, Camere di Commercio ed Enti Locali) hanno raggiunto l’obiettivo quantomeno di responsabilizzare i vari attori. Lo stesso Presidente del Consiglio, più volte, negli ultimi giorni, ha ribadito l’importanza di una politica di promozione unitaria e coordinata come strumento di valorizzazione anche delle realtà territoriali. Abbiamo sempre riconosciuto il ruolo importante delle Regioni che spesso hanno operato con efficacia e siamo anche perfettamente consci che non basta ripristinare il Ministero del Turismo per far si che le cose vadano magicamente a posto, ma e’ indubbio che il messaggio ormai sta uscendo forte e chiaro sia dal neonato Ministero che, ormai, dalle Regioni è quello della necessità di una politica unitaria. Perché, poi, una località turistica funzioni è  necessario, naturalmente, che questa sia facilmente accessibile, il turista deve essere messo in condizioni non solo di conoscere  le destinazioni, ma soprattutto di raggiungerle. La carenza infrastrutturale di alcune aree del nostro paese è tanto evidente quanto imbarazzante, considerando i tempi in cui viviamo. Non è ammissibile che ancora oggi ci siano località in Italia che, per essere raggiunte richiedono un tempo di percorrenza superiore di quello necessario per raggiungere alcune capitali europee e talvolta di altri continenti ed a prezzi addirittura superiori. L’accessibilità dei luoghi di vacanza, diventa sempre più la chiave strategica in grado di determinare il successo o l’insuccesso di una destinazione turistica. Da ciò consegue direttamente che il tema del trasporto assume sempre maggior peso nelle dinamiche che muovono i consumi turistici. Ma è necessario anche qui, avere una visione d’insieme, dell’intero Sistema Paese e le politiche di gestione non dipendo più solo e soltanto dalla governance locale. L’altro forte elemento dove il turismo deve essere considerato è quello in materia di politica economica. In questo particolare momento stimolare l’economia significa prima di tutto aiutare e sostenere  le Piccole e Medie Imprese. Aiutare le imprese turistiche italiane significa anche portarle a potere competere ad armi pari con le destinazioni concorrenti. Da troppo tempo ormai, a questo proposito, la nostra organizzazione sta chiedendo ai Governi che si sono succeduti, di portare l’IVA del nostro comparto ai livelli di Spagna 7% e Francia 5,5%. Abbiamo lavorato, con l’Universita’ Ca’ Foscari di Venezia, su  una ipotesi di  riduzione dell’Iva dall’attuale 10% ad un auspicabile 5% (come ha recentemente fatto la Francia anche per la ristorazione, che da luglio passerà dal 19.6% al 5,5%)  il beneficio sull’intero sistema turistico nazionale porterebbe i consumi turistici ad un giro d’affari di quasi 100 miliardi di Euro, con un incremento secco del 4,7%. Più in generale, l’intera economia turistica nazionale avrebbe una sferzata salutare, capace in un colpo solo di aumentare i consumi turistici, di far crescere gli investimenti e dunque accelerare l’ammodernamento delle imprese del sistema ed incrementare in modo significativo l’occupazione diretta ed indotta, creando nuovi posti di lavoro. L’altro grande argomento, occasione anche del precedente roadshow che si è tenuto a Milano appena una settimana fa, è la questione del credito. Le nostre imprese hanno bisogno del credito erogato dal sistema bancario, come ne hanno bisogno tutte le imprese, siano esse piccole, medie o grandi. Quindi, se non vogliamo che davvero la crisi si avviti su se stessa, dobbiamo mantenere alta la guardia sul fronte del credito. Il denaro deve essere impiegato per sostenere gli investimenti, il credito commerciale delle imprese e la domanda delle famiglie italiane. E’ di vitale importanza che le nostre imprese continuino ad ottenere credito, anzi, è necessario che il credito sia esteso, per stimolare l’economia. E che dire delle politiche a sostegno dell’occupazione? In un settore labour intensive come il nostro, i dati diffusi dagli osservatori  di settore evidenziano, purtroppo, un calo dei lavoratori impiegati negli alberghi del 6% nel febbraio 2009, che va a unirsi al – 4,5% di gennaio 2009. Nel comparto dell’intermediazione turistica il calo è stato del 3,2% destinato a diventare del – 6% per arrivare al –10% se entro l’estate la situazione sull’andamento delle prenotazioni non dovesse cambiare. Al numero dei dipendenti a rischio va aggiunto il numero di imprese turistiche medio-piccole (alberghi, pubblici esercizi ed intermediari), perlopiù a conduzione familiare, a rischio di fallimento nell’ordine tra il 3% e il 5%  del totale con una oscillazione da 8mila a 13mila unità. Il nostro turismo rischia perciò, di non essere più fonte di reddito e di impiego per numerose famiglie, in particolar modo in alcune zone del paese particolarmente vocate. Per difendere questo grande patrimonio di lavoro, di professionalità, di creatività, di umanità, noi abbiamo chiesto di non essere lasciati soli a combattere una battaglia su due fronti: quello del calo dei consumi e quello della concorrenza internazionale, che gode di un trattamento fiscale di favore  rispetto a noi. Abbiamo chiesto la possibilità di rimodulare il versamento dei contributi sociali, di spostarlo in avanti, quando il peggio della crisi potrebbe essere passato. Lo abbiamo chiesto per diminuire il costo del lavoro senza ricorrere alle chiusure e ai licenziamenti. Riteniamo troppo importante e il futuro  del turismo e lo sviluppo delle imprese del turismo per non impegnarsi collettivamente e profondamente in un progetto di vasto respiro, volto a salvaguardare e sviluppare con sostenibile lungimiranza l’intero nostro comparto.

 

 

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