Confturismo chiede provvedimenti urgenti per il settore

Confturismo chiede provvedimenti urgenti per il settore

I dati dell'Osservatorio Confturismo-Ciset, denunciano una situazione preoccupante dopo l'attacco agli Usa. E' necessario un pacchetto di misure urgenti e straordinarie di sostegno perché aiutare il turismo significa aiutare il Paese.

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1 ottobre 2001

Confturismo: cinque priorità per combattere la crisi

 

"L'incontro di oggi doveva essere innanzi tutto una celebrazione in occasione della Giornata mondiale del turismo, ma oggi come oggi c'è poco da festeggiare". Le parole con cui il Presidente di Confturismo Sergio Billè ha introdotto l'incontro del 27 settembre scorso su "Come cambierà il turismo dopo l'attacco agli Usa e gli strumenti per superare la crisi" la dicono lunga sul clima che si respira fra gli operatori del settore. La situazione, in effetti, è quanto meno preoccupante, come si evince dai dati dell'Osservatorio Confturismo-Ciset.

Nel periodo che va da settembre a dicembre, infatti, sono previsti 700mila arrivi e 2,5 milioni di presenze in meno, con una perdita economica per il settore di circa 600 miliardi di lire. I turisti americani saranno naturalmente quelli che in misura maggiore rinunceranno a viaggiare. In Italia le loro pres enze diminuiranno di ben 340mila unità, per un mancato introito di 300 miliardi. E purtroppo le previsioni non sembrano essere buone neanche per il 2002, anzi pare che ci si debba aspettare un peggioramento. E' ovvio che sul dato relativo al 2002, incideranno molto gli sviluppi della situazione internazionale. Se il quadro della situazione non dovesse cambiare e la tensione rimanere ai livelli attuali, le perdite per il turismo italiano ammonterebbero a 1700 miliardi di lire con una caduta di ben 6 milioni di presenze, la metà dei quali riguarderebbero gli Stati Uniti. Se invece la situazione dovesse migliorare e l'effetto "New York" attenuarsi, si potrebbero contenere le perdite in "soli" 93 miliardi con 400mila presenze in meno.

Di fronte ad un'emergenza tale, Confturismo chiede un pacchetto di misure urgenti e straordinarie di sostegno perché aiutare il turismo significa aiutare il Paese. In particolare, sono necessarie: la fiscalizzazione degli oneri soci ali almeno fino al prossimo aprile; l'estensione fino al 31 dicembre 2002 anche agli operatori turistici e alle agenzie di viaggio con meno di 50 dipendenti d ella possibilità di usufruire della cassa integrazione straordinaria; l'attivazione degli ammortizzatori sociali; la riduzione dell'Iva dal 20 al 10% ed il differimento dei termini di versamento di imposte e contributi; la detra ibilità dell'Iva per il "turismo d'affari; l'abolizione dell'Ici sul demanio turistico e la revisione dei canoni demaniali.

Le richieste degli operatori riguardano anche l'aspetto del credito, per il quale viene sollecitata l'attivazione di linee agevolate per il finanziamento, e quello della formazione, per la quale si sollecitano incentivi straordinari.

Da parte sua, il ministro Antonio Marzano si è dimostrato non insensibile al grido d'allarme lanciato da Confturismo anche per bocca dei Presidenti di federazione. Il responsabile delle Attività Produttive, dopo aver garantito che chiederà lo stato di crisi provvisorio per il turismo italiano, ha infatti sot tolineato come il Governo "sta lavorando alle linee guida del turismo che devono porre le condizioni per resistere a questo tipo di emergenze. Dobbiamo superare il gap infrastrutturale dei trasporti soprattutto nel meridione, fare promozione e investire nella formazione".

Ora però servono subito i fatti e il ministro ha elencato uno ad uno i provvedimenti urgenti che intende adottare: modifiche nella politica fiscale, revisione dell'Iva, potenziamento di 100 miliardi per il fondo del turismo. Inoltre, Marzano ha parlato di dilazioni dei pagamenti per gli operatori del settore e si è detto convinto di voler "rivedere gli accertamenti presuntivi del reddito perché si basavano su criteri che non tengono conto delle conseguenze dovute alla crisi, si basavano su condizioni di normalità".

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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