Federalismo: forti critiche dalle pmi del Veneto

Federalismo: forti critiche dalle pmi del Veneto

A Padova convegno organizzato dalla Confcommercio provinciale insieme a quella del Veneto. Imu, tassa di soggiorno e mancata riforma fiscale al centro delle proteste. Zilio: "tanto vale chiedere una reale divisione del Paese".

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21 febbraio 2011

"Il federalismo tra aspettative e realtà", il Veneto, le piccole e medie imprese: sono i tre argomenti din un recente convegno organizzato a Padova dalla Confcommercio territoriale assieme a quella del Veneto. La cui posizione sta tutta nella frase secca, pronunciata dal presidente della Confcommercio patavina Fernando Zilio: "se è questo il federalismo che ci viene offerto dal Governo arriveremo a chiedere una reale divisione del Paese". Una provocazione dettata dall'esasperazione in cui il mondo delle piccole e medie imprese si viene a trovare, stretto tra la crisi economica e un'ipotesi federalista che 'promette' nuove imposte. È preoccupata, la Confcommercio Veneto. Lo è nonostante le rassicurazioni dell'assessore regionale ,Maria Luisa Coppola, e del presidente della Commissione tecnica paritaria sul Federalismo fiscale, Luca Antonini, il quale, tra i relatori del convegno, ha dichiarato: "il Veneto da 35 anni è vittima del criterio demenziale che regola il trasferimento dei fondi pubblici, quello della spesa storica, che premia chi spreca e penalizza chi produce. Ora il federalismo fiscale porrà fine a questa vergogna".
"Credo nella bontà delle rassicurazioni - ha ribattuto Zilio - ma è molto difficile credere alla politica in generale. Prima di parlare di federalismo, mi chiedo che fine abbia fatto la riforma fiscale, madre di tutte le riforme. I veneti versano allo Stato 3,9 miliardi di euro e ricevono in cambio 995 milioni. Nel federalismo riponevamo grandi aspettative, ma quello che ci propongono rischia di sommare nuove tasse locali a quelle nazionali, con l'aggravio dei tagli regionali programmati dalla finanziaria". Chiamata in causa, l'assessore Coppola ha ribattuto che "le decurtazioni sono necessarie, se vogliamo rimanere membri degni dell'Unione europea. E' vero, il bilancio di quest'anno non darà grandi risposte, ma non mi pare che la situazione sia così drammatica". È stato ancora Zilio a replicare: "ci sono commercianti in situazioni di disperazione, rischiamo di consegnare un intero settore alle multinazionali. Non si può continuare così".
Gli ha fatto eco il presidente regionale di Confcommercio Veneto, Massimo Zanon, critico nei confronti della paventata introduzione dell'IMU, definita una misura penalizzante per le imprese del commercio: "qui a parole si abbassano le tasse, ma con i decreti si inaspriscono. Non è quello che ci avevano promesso. Si continua a pensare che le aziende siano galline dalle uova d'oro, anche in un periodo di crisi come questo, dove le imprese chiudono o procedono sul filo dellasopravvivenza, in quotidiano, precario equilibrio". Sulla stessa linea anche il presidente di Confturismo Veneto, Marco Michielli, deciso a dar battaglia sulla tassa di soggiorno: "la bozza iniziale del federalismo fiscale - ha detto - era buona e la condividevo Poi è stata snaturata, anche 'grazie' all'Anci, una lobby miope che si è illusa di essere un contro-potere, ma che è riuscita a portare a casa solo la possibilità di creare nuove tasse: prima l'Irpef comunale, poi l'Iva su base provinciale. E ora anche la tassa di soggiorno, che è un'imposta sulle famiglie. Il 17 marzo, festa dell'unità nazionale, per protesta, tutti gli alberghi aderenti a Federalberghi non accetteranno prenotazioni, mentre stiamo studiando ulteriori iniziative per reagire a questa ipotesi. Se il Governo dovesse cadere sulla questione pur di sostenere una gabella medievale, allora cada". Renato Borghi, vicepresidente nazionale di Confcommercio Imprese per l'Italia, cui sono spettate le conclusioni, ha invocato le riforme istituzionali, dichiarando che "non può più andare avanti in un sistema dove il cittadino e le imprese sono chiamati a pagare i conti di una cattiva gestione di settori vitali come la sanità". E sulla tassa di soggiorno: "la crescita del Paese non sarà certo trainata dalla manifattura; fondamentali saranno, per le potenzialità e la forza che esprimono, il settore dei servizi e il turismo. Vogliamo penalizzarli?".


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