Forse solo a Pasqua sarà ripresa per il turismo

Forse solo a Pasqua sarà ripresa per il turismo

Secondo il Presidente di Federalberghi, se entro fine marzo non ci saranno altre cattive sorprese le prenotazioni potrebbero ripartire. Intanto, i dati Enit sottolineano di nuovo il crollo dei ricavi valutari e delle presenze straniere a fine 2001.

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29 gennaio 2002

Solo a Pasqua si può sperare in una ripresa del turismo

 

Gli attentati dell'11 settembre a New York hanno significato per il turismo italiano un vero e proprio crollo dei ricavi valutari, diminuiti del 6,6% a settembre e del 18,2% ad ottobre, mentre nei primi dieci mesi del 2001 la flessione è stata pari all'1,9%. Stesso discorso per le presenze straniere: in ottobre è diminuito il numero di turisti americani

(-36,4%), giapponesi (-56,2%), svizzeri (-29,1%), francesi (-18.3%), austriaci

(-14,4%), tedeschi (-4,9%), spagnoli (-28,7%) e britannici (-9,8%).

La contrazione è stata particolarmente accentuata nelle città d'arte: a Firenze, in particolare, si stima che nell'ultimo trimestre dell'anno la diminuzione degli stranieri si sia attestata intorno al 25%, in parte compensata dall'aumento (+4%) delle presenze italiane.

I dati sono stati illustrati dal presidente dell'Enit Amedeo Ottaviani in occasione del convegno organizzato a Roma dall'Ente italiano per il turismo e dedicato alla promozione internazionale ed al sostegno del turismo nelle città d'arte.

E per il futuro? C'è poco da stare allegri, visto che nel suo intervento il Presidente di Federalberghi Bernabò Bocca ha parlato di una flessione, nel 2002, del 6,5% delle presenze nelle città d'arte e del 4,8% per il turismo d'affari nel 2002. Per un'eventuale ripresa occorrerà aspettare le vacanze pasquali, sempre che "fino a marzo le condizioni di sicurezza dell'Italia non vengano smentite". "Gli americani – ha aggiunto Bocca - hanno ancora paura di viaggiare. Ma i grandi tour operator aspettano fino alla fine di marzo: se per quella data non ci saranno nuovi episodi di terrorismo, le prenotazioni potrebbero ripartire".

Nel frattempo, secondo il Presidente di Federalberghi, è necessario "smetterla di parlare di turismo solo in termini di presenze. In termini di indotto, un turista americano non vale quanto un turista italiano: ci sono alberghi che hanno perso il 10% di presenze e il 40% di fatturato". Bocca ha anche nuovamente sottolineato la "latitanza" del Governo sugli aiuti promessi: "dopo l'11 settembre avevamo chiesto aiuti soprattutto sui costi del lavoro, per mantenere i livelli occupazionali. Non li abbiamo ancora visti".

Per arginare i danni, il Presidente di Federalberghi ha sollecitato gli amministratori locali a "promuovere eventi culturali trainanti che facciano recuperare competitività a tutto il Paese e alle città d'arte in particolare". E' questa la strada da seguire, senza ricorrere

a quella "tassa di scopo" (tassa d'ingresso o imposte di soggiorno) che alcuni amministratori locali vorrebbero introdurre.

 

 

 

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