La comunicazione che verrà

La comunicazione che verrà

Confcommercio ha organizzato la prima "Giornata della Comunicazione" dedicata all'evoluzione del rapporto tra i mezzi di informazione tradizionali e quelli più moderni. Sangalli: "La parte fondamentale della comunicazione è l'ascolto".

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15 novembre 2022

 

 

Confcommercio ha "celebrato" il 15 novembre a Roma, nella sede di Piazza Belli, la sua prima giornata della Comunicazione con l'obiettivo di esplorare e analizzare i processi, i contenuti e gli strumenti nella società dell'informazione. Nel corso della giornata ci sono state due tavole rotonde incentrate sullo "stato di salute dell'informazione" e su "come è cambiato il modo di comunicare delle rappresentanze". Ad aprire i lavori è stato il presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli seguito da un intervento del direttore del Corriere della Sera, Luciano Fontana.

 

Sangalli: "La parte fondamentale della comunicazione è l'ascolto"

 

 

Fontana: "La carta stampata avrà sempre un suo ruolo"

Dopo il saluto del presidente Sangalli è intervenuto il direttore del Corriere della Sera Luciano Fontana che rispondendo ad una serie di domande ha parlato del futuro della carta stampata. "Bisogna cambiare punto di vista - ha detto Fontana - e chiedersi quanto avrà futuro un sistema dell’informazione che tenga insieme una componente di carta e le piattaforme digitali". "Se guardiamo i numeri - ha aggiunto Fontana - dobbiamo fare una previsione scontata i numeri della carta stampata sono in calo sono in grande crescita i numeri dei lettori sul digitale abbonati compresi". Secondo il direttore, "alla fine in un sistema articolato una componente di carta resterà sempre ed è anche utile per i lettori che vogliono avere un’esperienza diversa. Nel medio termine la componente digitale sarà maggioritaria ma noi del Corriere della Sera al momento non pensiamo di fare questa scelta". Infine, Fontana ha risposto ad una domanda sul ruolo dei corpi intermedi oggi. "La disintermediazione è diventata un concetto che si persegue a livello politico. Il giudizio sulla disintermediazione non è positivo, questa provvisorietà con una continua ricerca di novità. Serve la ricostituzione di un tessuto reale potente ed efficace che mette in luce l’importanza del ruolo dell’intermediazione".  

 

 

Leonardis: "Editoria catena del valore dove convivono carta e digitale"

Alla giornata della comunicazione ha partecipato che Alberto Leonardis, il presidente del Gruppo Sae che pubblica i quotidiani Il Tirreno, La Nuova Sardegna, Gazzetta di Modena, Gazzetta di Reggio e la Nuova Ferrara. Leonardis ha sottolineato che "le imprese locali credono ancora che si possa agire a livello di comunicazione attraverso i giornali locali". "L’editoria - ha detto Leonardis - è un catena del valore dove ci sono carta, digitale. Un azienda di comunicazione si fa forte di vari assetti e racconta il territorio. Noi crediamo nel futuro della carta stampata ma va riposizionata sul territorio. Abbiamo un approccio forte con i social con i nostri lettori più giovani".   

 

 

 

Lo stato di salute dell'informazione. Il mainstream oggi

La prima tavola rotonda della giornata, moderata da Gianluca Comin, è stata animata dagli interventi di Luigi Contu, Direttore Responsabile ANSA, Giulio Gambino, Direttore responsabile The Post Internazionale-TPI, Francesco Nicodemo, esperto di comunicazione e innovazione digitale e autore di “Disinformazia - la comunicazione al tempo dei social media” e Agnese Pini, Direttrice Responsabile Quotidiano Nazionale. Secondo Contu, "a prescindere dagli strumenti che utilizziamo rimane l'importanza di fare informazione e offrire un servizio al pubblico", mentre per  Gambino "l'integrazione tra informazione digitale e mainstream oggi è imprescindibile". Pini ha invece sottolineato che "tutte le imprese editoriali hanno capito che il pubblico paga per l'informazione di qualità" e anche secondo Nicodemo "noi abbiamo tante informazioni che non riusciamo ad elaborare. Bisogna puntare sui contenuti".   

 

 

Bartoli: "I giornalisti devono raccogliere la sfida del cambiamento dell'informazione"

Secondo il presidente del Consiglio nazionale dell’Ordine dei Giornalisti, Carlo Bartoli, "bisogna ricostruire le condizioni di profittabilità delle aziende editoriali". "Servono più risorse dallo Stato per l'editoria, siamo il fanalino di coda in Europa. Occorre dare risorse a chi assume e fa innovazione e . non si tratta di una scelta etica ma è una scelta indispensabile". Bartoli ha evidenziato che "il sistema editoriale italiano si è rifugiato in strategia assolutamente perdenti, bisogna trasferire risorse dagli Ott alle testate giornalistiche. Quindi bisogna pagare per i contenuti utilizzati sulle piattaforme". Bartoli ha concluso il suo intervento ricordando che "non c'è attualmente business al mondo più redditizio di quello di creare un'industria di fake news". Bisogna combattere il modello di amplificazione strutturale dei contenuti nocivi basati su certi algoritmi". In questo scenario secondo Bartoli anche i giornalisti devono prendersi le loro responsabilità: "E' indispensabile mettersi in discussione e accettare la sfida del cambiamento che richiede un'elevatissima professionalità". 

 

 

Barachini: "Informazione bene pubblico che va tutelato"

La giornata della Comunicazione è stata "arricchita" dall'intervento di Alberto BarachiniSottosegretario all’Informazione e all'Editoria Presidenza del Consiglio dei Ministri. "Sono arrivato in un dipartimento molto delicato e la materia e così vasta che c’è grande bisogno di studio e di analisi". "Non dobbiamo arrenderci - ha detto Barachini - ma dobbiamo contribuire a lottare perché l’informazione possa continuare a mantenere in piedi sistema tradizionale e digitale". "L’informazione - ha aggiunto il sottosegretario -  un bene pubblico da tutelare e come tale va sostenuto dallo Stato. E’ altrettanto corretto però sapere come vengono utilizzati i fondi erogati". Concludendo il suo intervento, Barachini ha osservato che "siamo in un momento interessante, pandemia e guerra mettono il sistema dell’informazione davanti a delle sfide reali. Il mondo è cambiato e questo è il mondo del delivery: dobbiamo distribuire gli strumenti informativi in modo da avvicinare il cittadino al mondo dell’informazione”.

 

La prima parte della giornata si è conclusa con l'intervento di Luca La Mesa, Social media strategist, su "I social dietro l'angolo" (guarda il link in pdf) e quello di Francesca Milano, Head of Chora Live, dedicato al "Podcast come strumento d'informazione" (guarda il link in pdf). 

 

Metaverso, dove reale e virtuale si incontrano

L'intervento della sessione pomeridiana della giornata è stato dedicato al tema del Metaverso. Il compito di tracciare un identikit di questa realtà è stato affidato a Massimiliano Nicolini, ricercatore senior Dipartimento Ricerca e Sviluppo Olimaint. "Il metaverso da un punto di vista tecnico non ha significato, è un modo diverso di utilizzare quello che c'è già ed è già presente in Internet". Ma ovviamente c'è di più: per essere considerato Metaverso, secondo Nicolini un progetto deve rispondere a 8 criteri. Uno di questi è l'interoperabilità: "Il Metaverso deve essere indipendente dall'hardware". In altre parole, deve poter essere accessibile da tastiera, mouse, touch screen, visore e qualunque dispositivo di input. "I criteri del Metaverso - ha detto Nicolini - prevedono la possibilità di utilizzare applicazioni informatiche pre-esistenti. Proprio perché si tratta di nuovo modo di interagire con qualcosa che esiste già". Un altro aspetto molto importante è che se nella generica realtà virtuale l'utente poteva creare un altro sé completamente sganciato da quello reale, nel Metaverso l'Avatar è un'utenza connessa con tutti i propri dati. "Sarà la Pec di noi stessi - ha detto Nicolini - insieme alla proiezione dell'utente nel Metaverso viaggiano tutti i dati che ad esso possono essere associati". "Questo - ha concluso Nicolini - è il punto che sgancia definitivamente il Metaverso dalle altre recenti evoluzioni della tecnologia: Second Life, come diceva il nome stesso, rappresentava la possibilità di costruirsi un'esistenza alternativa. I social network, seppur nati con un'altra funzione, si sono popolati di nomi inventati e profili fake. Il Metaverso cancellerà tutto questo e, anche se può sembrare un paradosso, riporterà al centro la componente umana. L'Avatar è infatti riconoscibile e univoco, le interazioni saranno tra persone reali di cui si conosce l'identità".

 

La giornata della comunicazione si è conclusa con la tavola rotonda dedicata alla percezione degli associati e degli imprenditori rispetto alle rappresentanza d’impresa. Il direttore della Direzione Comunicazione e Immagine di Confcommercio, Sergio De Luca, ha introdotto la discussione illustrando ed esaminando alcuni dati di un'indagine Format-Research (documento integrale in pdf).

 

 

 

Alberto Orioli, vicedirettore de Il Sole 24 Ore, ha sottolineato che "oggi c’è la volontà della politica di sostituire la rappresentanza però c’è anche un orizzonte completamente cambiato. Fare lobby oggi significa fare riferimento a contesti più ampi tenendo conto di quello che succede in Europa e nel mondo per capire come posizionarsi e quali risposte dare agli imprenditori”. Secondo il vicedirettore del Tg5, Giuseppe de Filippi, "la capacità di rappresentanza rimane forte ma i tempi sono cambiati. C’è più attenzione nei confronti dei singoli leader rispetto agli altri membri dell’organizzazione. Ciò che resta importante è che le rappresentanze abbiano conservato una presenza nella comunicazione anche se in forma diversa". Per Luigi Di Gregorio, Professore aggregato di Scienza Politica presso l’Università della Tuscia, "in Italia ci sono i partiti personali. Da Forza Italia in poi con il discorso di Silvio Berlusconi nasce una tendenza nuova. Il sistema è cambiato, le rappresentanze e le lobby oggi agiscono dietro le quinte e sono meno visibili e dunque, in un’epoca di individualizzazioni esasperate dove passano solo le notizie emozionali, la sfida è quella di riuscire a comunicare anche le tematiche importanti ma meno popolari”.  L'analisi di Pier Luigi Petrillo, Professore di Teoria e tecniche del lobbying, Luiss Guido Carli, si è soffermata essenzialmente sui canali di comunicazione delle rappresentanze. "La questione che si deve porre una grande organizzazione di rappresentanza è come dialogare con i decisori pubblici. Bisogna mantenere i canali tradizionali, stampe e televisione,  ma necessariamente tenere conto della comunicazione dei social network  che oggi riguarda l’80% per cento di coloro che accedono all’informazione e attraverso la quale si arriva ad influenzare anche le scelte politiche".    

Giuseppe De Filippi, Alberto Orioli, Sergio De Luca, Luigi Di Gregorio, Pier Luigi Petrillo 

 

 

a cura di 

Ugo Da Milano

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