Italiani sempre più indecisi sulle vacanze estive

Italiani sempre più indecisi sulle vacanze estive

Secondo i dati previsionali elaborati dalla Federalberghi, solo il 49% degli italiani ha deciso che andrà in vacanza. Il presidente Bocca soddisfatto degli interventi a favore del settore annunciati dal governo: "Servono misure fiscali coraggiose".

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28 maggio 2003
TURISMO: ITALIANI ANCORA INDECISI SE ANDARE IN VACANZA =

Italiani sempre più indecisi sulle vacanze estive

 

La Federalberghi ha presentato a Roma i dati previsionali per i mesi estivi, elaborati da un’indagine svolta dalla Federazione con il supporto tecnico dell’Istituto Cirm, nell’ambito del progetto Check turismo 2003. Per l’elaborazione dell’indagine sono state effettuate, dal 15 al 19 maggio, 989 interviste telefoniche con il sistema C.A.T.I. ad un campione rappresentativo della popolazione italiana pari a oltre 47 milioni di individui. Presentando i dati della ricerca, il presidente della Federalberghi-Confturismo Bernabò Bocca ha sottolineato con soddisfazione la decisione del governo, annunciata dal presidente del Consiglio Berlusconi, di sostenere il settore con interventi specifici. “Servono misure fiscali veramente coraggiose – ha detto Bocca – a cominciare dalla riduzione dell’Iva degli alberghi che in Italia si attesta al 10%, mentre in Spagna è al 7% e in Francia al 5,5%”. In più, Bocca ha chiesto un maggior investimento nella promozione dell’immagine Italia e l’adozione del credito d’imposta anche per le assunzioni a tempo determinato”. 

Tornando all’indagine, secondo la Federalberghi quest’estate andrà in vacanza il 49% degli italiani, pari a poco più di 23 milioni di persone, rispetto al 54% dello scorso anno (oltre 25 milioni). “Per la prima volta nella storia del turismo - ha commentato Bocca - meno di un italiano su due ha deciso che farà vacanza in estate, confermando come la stretta dei consumi delle famiglie sia sempre più drastica”. Non andranno in vacanza, tra giugno e settembre, 19 milioni di italiani, pari al 40% del totale, come nel 2002. Restano come chiave di volta, dunque, i 5,3 milioni di italiani ancora indecisi, pari all’11,3% della popolazione, contro il 6% del 2002: da loro, secondo gli operatori, dipenderanno le sorti dell'industria turistica nazionale. Per quanto riguarda gli stranieri, perso oltre il 40% di statunitensi e giapponesi nelle città d’arte e contratta del 5% la domanda di tedeschi, l’estate degli stranieri in Italia farà segnare un -3% complessivo della componente estera. Per quanto riguarda il periodo preferito, il mese più richiesto è come sempre agosto, con il 54% delle preferenze pari a 12,5 milioni di persone, seguito da luglio; in crescita la scelta di giugno. Il 78% degli italiani rimarrà in Italia e il 71% preferirà il mare. Il giro d’affari si attesta su 713 euro per persona, in diminuzione rispetto allo scorso anno quando erano 782 euro. Il fatturato estivo sarà di 16,5 miliardi di euro con una diminuzione del 16% circa rispetto all’anno scorso, pari al 19,8 miliardi di euro. In calo anche il mercato del lavoro: quest’anno in alberghi e ristoranti ci sono state 313.000 assunzioni tra gennaio e maggio rispetto alle 352.000 dell’anno scorso.

 

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