La proposta "Piazza Piemonte"

La proposta "Piazza Piemonte"

P.01 D:20-4-2002 T: Dal Piemonte parte la "riscossa" dei piccoli comuni

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20 aprile 2002
Una concreta proposta

Una  proposta  Confcommercio  Piemonte 

 

“P I A Z Z A  P I E M O N T E”

 

Riorganizzare l’offerta commerciale e turistica  nei piccoli centri

per combattere lo spopolamento e competere globalmente

 

lI rischio da prevenire

 

Nell’Italia dei 3.644 municipi fino a 2000 abitanti – pari al 45% del totale – ben 882, quasi uno su quattro - sono situati nel Piemonte. Stiamo parlando del 73,1% dei 1207 comuni della regione con una superficie di oltre 15 mila Kmq.,pari  al 60% della superficie regionale.

In questi comuni:

-         Lo spopolamento ha ridotto al 15,7% la quota di popolazione regionale;

-         la popolazione sopra i 64 anni rappresenta ben il 23% del totale (un valore superiore del 50% rispetto alla media nazionale);

-         vi vive solo l’8% degli studenti piemontesi – con un incidenza sulla popolazione (6,5%) pari a meno della metà della media nazionale (15,5%);

-         è laureato l’1,8% dei residenti, rispetto alla media nazionale del 4,3%;

-         le abitazioni non occupate rappresentano complessivamente il 55% del totale regionale e questa percentuale è più di tre volte superiore alla percentuale della popolazione residente (15,7%);

-         si esprime l’11,5% degli addetti al commercio (33.500 dei 291.500 su scala regionale), rispetto al 15,7% della popolazione residente;

-         sono registrate ben 113.800 partite Iva, pari al 19,5% del totale regionale (con uno scarto del +25% rispetto alla media italiana) che indicano la polverizzazione della struttura produttiva in piccole e piccolissime unità locali, peraltro ad un tasso di produttività molto basso (ogni partita Iva traduce in reddito 74 lire contro le 100 della media regionale);

-         si esprimono depositi bancari pari a 5,6mila miliardi, solo il 6,8% di quasi 82mila miliardi del totale regionale;

-         si rileva la presenza del solo 1,8% dei letti negli istituti di cura piemontesi (ovvero un decimo del totale regionale se confrontato con la percentuale di residenti);

-         si colloca oltre un quarto delle unità locali alle istituzioni piemontesi ma solamente il 7% degli addetti (quota pari alla metà della popolazione residente).

 

E’ il Piemonte la regione italiana con il maggior numero di comuni di piccola dimensione: sono il 73,1% del totale; cioè, quasi tre comuni su quattro, hanno meno di 2.000 abitanti.

Non vi sono particolari diversità nelle province piemontesi, cioè si tratta di un carattere costitutivo del territorio regionale, caratterizzato dal piccolo e dal grande: il “piccolo” Piemonte dei comuni con meno di 2.000 abitanti, il “grande Piemonte” delle grandi città e di Torino in particolare.

 

 

 

 

“Il Piemonte dei comuni sotto i 2000 abitanti”


 


Incidenza percentuale della popolazione nei comuni sotto i 2000 abitanti sul totale comuni per provincia

 

 

In termini di popolazione residente, negli 882 comuni sotto i 2000 abitanti risiedono 675mila piemontesi con una dimensione media di 760 residenti, contro una media nazionale di quasi mille. Il piccolo comune piemontese è quindi mediamente più piccolo di quello nazionale.

 

Complessivamente la media si attesta al 15,7%, ma vi sono due province, Asti e Alessandria, nelle quali si evidenzia una maggiore incidenza - fino ad un terzo - dell’intera popolazione provinciale. Per altre 4 province, la quota è superiore al 20%  mentre la provincia di Torino, con una percentuale pari al 7,3%, da sola abbassa la media regionale.

 

 

 

 

Incidenza percentuale dei comuni sotto i 2000 abitanti sul totale comuni per provincia


 

 


Circa la distribuzione di tali piccoli centri, in Piemonte esiste sì una fascia montana di comuni , ma esiste anche una discreta quota di comuni localizzati in pianura o nelle zone collinari a ridosso dei centri maggiori. Osservando la localizzazione territoriale emerge la grande forza di polo attrattore e accentratore del capoluogo regionale. Torino, e i comuni della corona metropolitana, rappresentano in questo senso una grande area territoriale in grado di attirare residenti. Dunque in Piemonte non è solo la montagna a soffrire di impoverimento insediativo, sociale, relazionale, ma anche quote non marginali di pianura e di collina, ovvero quei territori che in altre parti di Italia hanno invece evidenziato la capacità di esprimere forme di autopromozione forte e significativa.

 

E’ indubbio che il grande polo industriale torinese ha prodotto un modello di sviluppo fortemente gerarchizzato che contrasta fortemente con il modello di sviluppo delle aree ad urbanizzazione diffusa, tipico della Lombardia e del Veneto, nel quale il tessuto insediativo si propone come un sistema-rete, come una grande forma di decentramento produttivo e “costruttivo” del territorio “dal basso”. Ma proprio questo accentramento dello sviluppo piemontese ha, per alcuni versi, preservato il territorio dei comuni di piccole e piccolissime dimensioni dall’uso ed abuso sfrenato del territorio, un territorio peraltro di per sé spesso fragile preda di eventi metereologici.

 

 

Confcommercio Piemonte e le opportunità di sviluppo

 

Confcommercio Piemonte ritiene che la citata conservazione di vaste aree, benché bassamente popolate, e la permanenza di forti identità locali (tradizioni, qualità di vita, patrimoni culturali) rappresentino un’importante occasione di sviluppo territorialeLa capacità dei comuni piemontesi di piccole dimensioni di crescere e prosperare sta nella creazione di una “rete” tra i comuni stessi, unendo le proprie capacità e le proprie doti, ”offrendo sé stessi” nel rispetto delle proprie vocazioni/tradizioni sia economiche che ambientali.

Dall’indagine che nel merito la Confcommercio Piemonte ha voluto promuovere, risulta chiaramente che i territori che hanno ottenuto i migliori risultati commerciali, imprenditoriali e più generalmente di qualità della vita, presentano una spiccata vocazione verso:

-         promozione turistica naturalistica;

-         promozione turistica di svago e sportiva;

-         sostegno delle tradizioni locali;

-         valorizzazione dei propri prodotti tipici (agricoltura, enogastronomia, artigianato, artistico e non).

 

E’ su questo terreno che la Confcommercio Piemonte ha voluto elaborare una proposta, aperta ad ogni contributo di merito, per sollevare la necessaria attenzione sul patrimonio culturale, sociale, economico e ambientale rappresentato dai piccoli centri piemontesi.

Si tratta di un progetto che deve superare la separatezza dei singoli settori dell’economia locale (commercio o artigianato o agricoltura o cultura, ecc.) per favorire produttive relazioni che trovino un punto di incontro e fusione nella piazza del piccolo centro e, quindi, nella rete delle mille Piazze Piemonte, perché se da soli si può sperare di sopravvivere, insieme si può vivere e progettare un futuro di sviluppo, ad oggi, in buona misura, altrimenti precluso.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

FOCUS

principi generali per gli esercizi commerciali

nei piccoli centri piemontesi

                                              

Le positività e utilità sociali del commercio certamente vanno oltre la classica “attività da banco”. Per operare una politica concreta e adeguata ai nostri piccoli centri abbiamo formulato alcuni punti di possibile miglioramento generale che Confcommercio vuole darsi e sui quali è necessario un dialogo con le forze sociali e politiche della Regione.

 

Il commercio è socialità

L’esercizio commerciale esprime e vuole sempre più esprimere una concreta tutela “sociale”; infatti esso è fra le poche forme - se non spesso l’unica - di socializzazione, sopravvissuta nella polverizzazione abitativa, nello spopolamento dei borghi piccoli e sparsi, nell’invecchiamento della popolazione e nella desertificazione commerciale causata dai centri commerciali di grande dimensione.

 

Identità del commercio: dall’emporio all’identità locale

Gli esercizi commerciali sempre più dovranno tendere a qualificare le proprie attività, arricchendo l’indispensabile funzione di vendita generica con la valorizzazione di produzioni locali di qualità (dall’emporio alla specialità locale”).  Ad esempio, il mondo dell’agro-alimentare è forse il principale valore in più dei piccoli centri rurali piemontesi. Infatti, al bisogno del turista di identità e tipicità, corrisponde la personalizzazione dei prodotti, perché è sempre il territorio il vero custode delle lavorazioni tradizionali e artigianali che, insieme alle materie prime impiegate, danno – in questo caso all’alimento – la loro unicità e attrattività. Come sappiamo non mancano esempi di località conosciute e frequentate grazie alla presenza di una particolare produzione alimentare tipica o grazie alla valorizzazione della tradizione gastronomica e dunque della ristorazione di qualità.

 

La “filiera corta” del commercio turistico

Con filiera corta si intende la volontà di gestire, principalmente all’interno del proprio territorio di appartenenza, le ricadute turistiche del proprio lavoro di commerciante.

Così, ad esempio, una filiera corta è rappresentata dal passaggio “produzione agricola di qualità + trasformazione + commercializzazione turistica in loco = valorizzazione dell’identità e dell’economia del territorio”. Il turismo, dunque, come motore dello sviluppo locale che dal territorio muove e al territorio restituisce i benefici prodotti. Così, il consumo sul posto dei prodotti tipici, mal esportabili a causa della loro ridotta quantità, permette di passare da una politica agricola ad una politica rurale che vede gli introiti più significativi non soltanto nell’acquisto del prodotto ma nell’organizzazione dell’ospitalità e dei servizi al turista.

 

Il commercio è razionale

Il “piccolo commercio dei piccoli borghi” vuole operare per l’estensione delle funzioni innovative di tipo telematico, per estendere la capacità di vendita e servizio a nuovi utenti e nuovi settori (ad esempio turismo agro-alimentare e artigianato locale). La distribuzione di tali funzioni telematiche ( più avanti analizzate) va offerta contemporaneamente a tutti i punti vendita che lo richiedano evitando di favorirne solo uno per paese, per non creare sperequazione negative per gli esclusi o fallimento dell’intera iniziativa.

 

Multifunzionalità nel commercio

Con multifunzionalità si intende la possibilità per ogni iniziativa commerciale di utilizzare al meglio le potenzialità che accompagnano l’attività principale. Come, ad esempio, l’attività agricola può essere anche accompagnata da trasformazione agroalimentare di qualità, dalla ricettività agrituristica e, secondo le proprie peculiarità, da altre forme integrative di reddito – così il commercio deve ottimizzare tutte le possibili ricadute della propria attività.

E’ dunque necessario creare una alleanza operativa con i segmenti collegati al commercio per arrivare da singole filiere a uno sviluppo di qualità congiunto con:

-        turismo: emporio sostenuto nella vendita di prodotti di qualità e non solo di primo livello esigenziale;

-        agricoltura e artigianato: valorizzazione della produzione di qualità e creazione di rapporti locali diretti: produzione/vendita.

 

In sintesi:  le richieste per lo sviluppo

Ecco, infine, definite le ipotesi di lavoro progettuale che Confcommercio Piemonte sottopone a tutti gli attori locali per poter trasformare le parole in fatti e i progetti in realtà.

 

Strumento

Lo strumento essenziale per favorire la realizzazione delle misure sotto descritte è la defiscalizzazione. Essa può avvenire sotto forma di “Bonus fiscale” con esonero fino al 70% del pagamento delle imposte e tasse locali  per tutte le piccole e medie imprese commerciali, artigianali, turistiche che realizzino una o più iniziative fra quelle di seguito descritte. Naturalmente l’applicazione di progetti innovativi e iniziative di merito dovrà scaturire da un progetto collettivo e non sgretolarsi in una casuale realizzazione a pioggia. Ma ad evitare tale rischio intervengono i programmi elaborati dalla Regione Piemonte e dibattuti con Confcommercio Piemonte.

 

·        pedisposizione del piano marketing per raggruppamenti di esercizi commerciali (di borgo o di area rurale)

 

·        realizzazione di spazi per la gestione di servizi comuni a favore dei consumatori (nel borgo o nell’area ruale, con esclusione delle spese di acquisto e gestione corrente)

 

·        iniziative di fidelizzazione della clientela attraverso gestione di servizi comuni per raggruppamenti di  operatori di borgo o di area rurale

 

o        servizi di animazione

o        assistenza bambini 

o        assistenza post-vendita

o        servizio trasporto e consegna a domicilio

o        carte sconto e fedeltà

 

·        iniziative promozionali

o        punti informativi negli spazi museo, municipi, ecc.(corner per l’”acquisto in piazza”)

o        materiale informativo (cartaceo, di primo livello)

 

·        strumenti telematici polifunzionali, collegati ad internet, attraverso i quali:

o         promuovere offerte congiunte da parte dei diversi esercenti 

 

o        ordinare e far ordinare, prenotare e far prenotare acquisti di merci

 

o        dialogare con clienti potenziali attraverso e-mail e sito comunale o comprensoriale

 

o        gestione telematica del catalogo di offerta

 

o        associazione tra i fornitori per garantire la gamma dei prodotti richiesti in tempi, modi e costi ragionevoli

 

o        organizzazione dei magazzini, degli approvvigionamenti dai grossisti e di tutte le interazioni fra fornitori ed esercenti di una medesima area (gestione del servizio “acquisizione ordini”  e attivazione azioni carico/scarico magazzini

 

o        gestione delle consegne attraverso: accordo con trasportatori per  servizio a domicilio o in centri ritiro merce (in montagna uffici postali o altri locali pubblici

 

o        diversificazione delle forme di pagamento, privilegiando quelle informatizzate

 

o        costruzione presso Confcommercio di uno “sportello utenza” per informazioni, ricerche di mercato, servizi post vendita, reclami e contenziosi 

 

·        adesione al progetto “Piazza Piemonte” finalizzato alla valorizzazione del territorio, alla commercializzazione dei prodotti tipici, all’utilizzo della rete per approvvigionamenti, all’effettuazione di servizi comuni:

o         sottoscrivendo il disciplinare di qualità

o        identificazione del punto vendita o esercizio con il marchio “Piazza Piemonte

 

·        investimenti rivolti al restauro del punto vendita se considerabile di valore storico

 

·        Organizzazione di campagna pubblicitaria e d’immagine “Piazza Piemonte” a sostegno del Piemonte fragile

 

·        Incentivi alla creazione di rapporti più stabili e qualificati tra il settore della produzione e il settore distributivo 

 

·        garanzia di copertura del territorio,privo di servizi qualificati e continuativi,tramite tutoraggio telematico (e-cash, ecc.).

 

PRESENTAZIONE CONFCOMMERCIO PIEMONTE

 

 

Confcommercio Piemonte è stata costituita nel novembre 1974 dalle Ascom e Unioni Provinciali del Piemonte aderenti alla Confederazione Nazionale del Commercio Turismo Servizi e PMI - Confcommercio, con l’obiettivo di garantire il coordinamento sul piano regionale delle attività e la rappresentanza delle istanze che investono interessi di carattere sovraprovinciale delle imprese piemontesi del terziario; fa parte integrante del sistema Confcommercio, costituendone la proiezione regionale.

 

Il dott. Ferruccio DARDANELLO, Vice Presidente Nazionale, dal 1998 è stato nominato Presidente di Confcommercio Piemonte.

Come da statuto, le finalità istituzionali di Confcommercio Piemonte sono:

la rappresentanza e la tutela degli interessi degli operatori commerciali, turistici e dei servizi, sia nei confronti dell’Ente Regione sia nei confronti di tutti gli enti pubblici e privati con sfera d’azione regionale;

il coordinamento delle iniziative di interesse comune per le associazioni provinciali e per le federazioni di settore organizzate nell’ambito delle associazioni stesse;

lo studio dei problemi di interesse generale e la predisposizione delle relative soluzioni, al fine di sviluppare un’organica politica a sostegno delle imprese del terziario;

l’assistenza delle associazioni aderenti, eventualmente anche attraverso i servizi comuni necessari per assicurare la partecipazione delle imprese rappresentate alle attività della Regione;

il collegamento tra le associazioni provinciali e la Confederazione, nonché tra i gruppi dei diversi settori e le associazioni nazionali di categoria.

Al fine di perseguire compiutamente le suddette finalità, Confcommercio Piemonte ha in passato promosso la costituzione di federazioni regionali rappresentative di specifici settori imprenditoriali del terziario (es. Fiva Ambulanti, Figisc, Federalberghi, Fipe, ecc.), mentre, in un’ottica di ulteriore sviluppo dell’organizzazione è attualmente in programma la costituzione di nuove federazioni (es. macellai).

Lo scorso mese di febbraio è stato inoltre costituito, prima realtà regionale in Italia, il Gruppo Terziario Donna del Piemonte, con lo scopo di concorrere, per i particolari profili dell’imprenditoria femminile e valorizzandone gli apporti specifici, alla forza organizzativa e all’efficacia propositiva di Confcommercio Piemonte.

E’ inoltre prevista per i prossimi  mesi la costituzione del Gruppo Giovani Imprenditori del Piemonte.

Relativamente al settore del turismo, il Consiglio Generale di Confcommercio Piemonte ha recentemente deliberato di promuovere la costituzione di Confturismo Piemonte, quale organismo unitario delle federazioni operanti nel settore (Federalberghi, Fipe, Faita, Fiavet e Rescasa) ed assicurare un sistema di forte rappresentatività capace di incidere nelle politiche turistiche regionali.

Nei prossimi mesi Confcommercio Piemonte proporrà alla Confederazione Nazionale del Commercio Turismo Servizi e PMI un programma di sviluppo volto al potenziamento della propria struttura, in considerazione del nuovo contesto politico organizzativo che vede le Unioni Regionali sempre in prima linea, da un lato, a livello nazionale, quali punti di riferimento a seguito del progressivo decentramento di alcuni poteri dello Stato alle Regioni, e dall’altro lato, a livello continentale, quali strutture destinatarie di flussi finanziari da parte dell’Unione Europea.

 

Per comprendere le molteplici funzioni che il sistema Comfcommercio riveste a favore delle Piccole e Medie Imprese del Terziario, occorre infine ricordare l’esteso pacchetto di servizi erogato attraverso le Ascom o Unioni provinciali.

Ai servizi tradizionali (quali tenuta contabilità e gestione paghe, assistenza negli adempimenti in materia di ambiente, sicurezza sul lavoro, igiene alimenti, organizzazione manifestazioni e spettacoli) sono stati affiancati nuovi servizi, indispensabili per sostenere le imprese nelle complesse sfide che le stesse sono quotidianamente chiamate ad affrontare (formazione professionale, accesso al credito, consulenza in materia di agevolazioni alle imprese, commercio elettronico, marketing e qualificazione urbana).

 

 

 

 

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