La sintesi del Rapporto 2002 sul turismo all'aria aperta

La sintesi del Rapporto 2002 sul turismo all'aria aperta

P:01 D:26-6-2002 T:Cresce la voglia di turismo "open air"

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26 giugno 2002
RAPPORTO SUL TURISMO ALL’ARIA APERTA

RAPPORTO 2002 SUL TURISMO ALL’ARIA APERTA


Negli anni ’50 e ’60 campeggiare in Europa ha rappresentato la classica vacanza dell’amante della natura. In quegli anni dall’utilizzo esteso della tenda si è passati ad una maggior utilizzazione della roulotte (o caravan) e ciò, di conseguenza, ha aumentato i comfort avvicinando le “famiglie” ed un maggior numero di utenti a questa tipologia di turismo. Sul piano dell’offerta, nello stesso periodo, la ricettività campeggistica si caratterizza per un rilevante incremento in termini di esercizi e posti letto. Con l’evolversi del mercato e della sua capacità di offerta, negli anni Settanta, il numero dei  capeggiatori italiani superò in modo definitivo quella dei clienti stranieri. Oggi, i campeggi si sono rivolti in modo organizzato verso una clientela più stanziale, ampliando i servizi offerti grazie all’introduzione di bungalow, reception, uffici, market, ristoranti, discoteche, impianti sportivi. etc. Siamo alla presenza, quindi, di una proposta ricettiva complessa che supera il connotato naturalistico, pur rimanendone strettamente e culturalmente legata. Il turismo all’aria aperta che traspare dal Rapporto Faita Mercury è, infatti, un movimento sicuramente in forte crescita e sviluppo, che presenta due caratteristiche peculiari per l’intero comparto. Innanzitutto è orientato ad una tipologia di turisti che vedono nella ricerca e nel contatto con la natura il loro habitat “vacanziero” ideale che gli permette di relazionarsi non solo con gli altri ma anche con se stessi. In secondo luogo offre una tipologia di turismo che si discosta completamente dalle altre forme di ricettività pur mantenendo caratteristiche peculiari molto simili, offrendo un rapporto qualità prezzo che difficilmente si riscontra in altri esercizi ricettivi.

Secondo i dati del Rapporto FAITA Mercury il comparto cresce in maniera costante (5% var. % 2001/2000), anche se in molti versi disomogenea in termini quantitativi, specialmente sotto il profilo geografico. I campeggi e villaggi turistici secondo gli ultimi dati ufficiali ISTAT ospitano circa 7.700.000 arrivi per circa 61.500.000 notti.  Circa 1/5 del mercato nazionale è in mano al Veneto (24,9%), segue la Toscana 13,8%), la Campania (8,2%) e l’Emilia Romagna (7,8%). Il 55% del mercato, in pratica, si orienta verso quattro regioni. Basti pensare che la fascia territoriale che unisce il Veneto, l’Emilia Romagna e la Toscana ha più del 46% della domanda complessiva. Se osserviamo, invece, la distribuzione delle presenze straniere alloggiate in questa formula ricettiva, si scopre che più della metà del mercato estero è posseduta da due sole regioni. Infatti, il Veneto possiede i 2/5 della domanda straniera (40,7%), segue la Toscana con il 12,7%.

Il Rapporto, integrando diverse fonti di rilevazioni, ha realizzato una prima stima dell’apporto economico del turismo all’aria aperta. In Italia il giro di affari attivato dal sistema del turismo all’aria aperta e circa  2.350 milioni di Euro. La regione leader, anche in questo caso, è il Veneto con una quota di spesa diretta pari a quasi il 29% di quella nazionale, seguita dalla Toscana con una quota di circa il 15%, dalla Campania (6,9%), dalla Emilia Romagna 6,7% e dalla Lombardia (6%); queste regioni, considerate nel loro complesso, determinano il 63% della spesa diretta complessiva del turismo all’aria aperta. La regione con la spesa media più elevata la Liguria, con quasi 46 Euro a pernottamento, seguita dal Veneto (43,9) e dalla Lombardia (42,9); la regione con la spesa più bassa risulta la Calabria con 27,9 Euro, seguita da Sicilia e Basilica, entrambe con 29,4 Euro. Qualora si considerino anche gli effetti indotti relativi al turismo all’aria aperta adottando una procedura analoga a quella utilizzata per la stima della spesa complessiva presentata nell’Undicesimo rapporto sul turismo italiano, includendo anche campeggio libero, non rilevato e sommerso, l’apporto economico del turismo all’aria aperta aumenta di tre volte e passa a 7.200 milioni di Euro. Considerando, quindi, la spesa allargata il turismo all’aria aperta incide sull’economia turistica nazionale per il 9%.

 Il Rapporto sottolinea, inoltre, che l’Italia è in grado di attrarre flussi turistici legati all’utilizzo dei campeggi più di quanti ne esporta. La “bilancia dei pagamenti” evidenzia, infatti, che il movimento incoming plein air corrisponda a quasi 5 volte la spesa degli italiani all’estero, determinando un saldo positivo annuo di quasi 2 mila miliardi, pari al 7,6% dell’intero saldo turistico.

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