Ruote d’Italia, Vademecum

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12 ottobre 2022

In attesa di conoscere la composizione del nuovo Esecutivo e, soprattutto, chi sarà il nostro nuovo interlocutore, le ultime settimane sono trascorse in costante contatto con la burocrazia competente sia del ministero dei trasporti che dell’agenzia delle dogane. Tutti hanno potuto constatare quante difficoltà si sono dovute affrontare sia per le problematiche connesse al funzionamento della piattaforma per la richiesta del credito d’imposta sul gasolio, sia per ottenere dagli uffici comunitari l’autorizzazione per rendere spendibili le risorse stanziate per altre, con una particolare attenzione alla spendibilità delle somme previste per il gas naturale liquido.

Non è la prima volta che le normative europee impongono delle restrizioni e generano difficoltà alla spendibilità delle risorse. In questa particolare situazione, in cui il Paese si trova senza Governo e con il ministro competente di fatto uscente, la possibilità di intervenire è stata più limitata del solito.

È bene ricordarlo, perché la gente deve sapere che il ruolo delle federazioni è quello di interloquire con l’Esecutivo in carica, definire un’intesa, seguire l’iter parlamentare delle norme per curarne la pubblicazione e fare le necessarie pressioni sul ministro perché quanto concordato sia attuato. Questa volta la crisi politica e le conseguenti elezioni hanno sminuito il peso delle pressioni in quanto l’interlocutore politico seguiva solo l’ordinaria amministrazione. Nonostante queste difficoltà, alcuni risultati non insignificanti sono stati conseguiti. Ora chiederemo di aprire, a breve, il confronto con i nuovi titolari dei vari dicasteri per individuare ulteriori soluzioni possibili che diano soddisfazioni alle attese di tutte le imprese.

Affinché l’azione delle federazioni sia efficace, è necessario che il Governo abbia la certezza di avere un interlocutore autorevole, che dietro di sé abbia la gran parte della categoria. I tempi che saremo chiamati ad affrontare risentiranno delle conseguenze economiche che la pandemia e la guerra, che vede due paesi europei come protagonisti, hanno determinato e stanno determinando.

In una situazione di questo genere, è essenziale tenere vivo il rapporto con la categoria, anche se non semplice. Occorre illustrare quanto sta verificandosi evidenziando che solo per mezzo di iniziative sindacali responsabili esiste la possibilità di trovare le soluzioni idonee. Sappiamo bene che ci saranno i “venditori di illusioni” che cercheranno di far credere che le iniziative di protesta daranno le risposte attese. Se non orientate all’obiettivo di trovare soluzioni che non contrastino con le esigenze economiche e con le indicazioni comunitarie, i risultati non arriveranno. Nessuno esclude che ove non vi fosse la volontà politica di confrontarsi (così come dichiarato dai leaders che hanno ottenuto la fiducia di tanti cittadini) con i corpi intermedi, non si ricorra anche ad azioni determinate. Ma non cederemo mai ai tentativi di chi volesse introdurre elementi di violenza ed illegittimità. Ce lo auguriamo fortemente. Certo, occorre che chi ha la responsabilità di guidare il Paese non ceda alle pressioni di interessi particolari che si fondano sulla penalizzazione della parte considerata, a torto, più debole. Nel passato quando è stata scelta questa strada se ne sono pagate le conseguenze. Nella situazione nella quale ci troviamo, mi pare di poter prevedere che il blocco sociale che si verrebbe a creare sarebbe molto determinato, pur di mettere in difficoltà il nuovo Esecutivo, pertanto, tutte le parti debbono riflettere bene perché non ne vale la pena per nessuno.

Alla prossima.

Paolo Uggè

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