Ruote d'Italia: "I diffusori di menzogne vanno isolati"

Ruote d'Italia: "I diffusori di menzogne vanno isolati"

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30 giugno 2022

È un principio che dovrebbe non essere mai dimenticato e che vale per tante occasioni. Esistono i mentitori di professione, ed anche questo è un dato di fatto. Inquinano i rapporti interpersonali, la politica, le attività imprenditoriali, i media… e, purtroppo, neanche il mondo dei trasporti ne è esente. Bisogna pertanto evitare che gli operatori cadano nelle trappole tese dai bugiardi e finiscano per nutrire illusioni su aspetti essenziali per la propria attività. Chi diffonde menzogne non può restare senza risposta.

A questo proposito, vi sono alcuni recenti fatti che suscitano una certa perplessità. In Sardegna, come si apprende dal comunicato che è stato diramato, l’autotrasporto protesta per richiedere soluzioni che sono già presenti nelle intese raggiunte con il Governo. Evidentemente, chi incita gli operatori alla mobilitazione sapendo che questa - al di là di soluzioni a problemi di natura locale – non potrà produrre altro che quanto già concordato, non agisce con senso di responsabilità, ma illude la gente.

Per esperienze maturate in questi ultimi mesi, ho potuto constatare che esiste molta disinformazione sui risultati ottenuti grazie alle trattative con il Governo. Certamente si vivono momenti difficili. Il Paese sta uscendo solo ora dalla pandemia - almeno così si spera - e contemporaneamente paga le conseguenze di una guerra che si sta combattendo a poche migliaia di chilometri dai nostri confini. È possibile arrivare a comprendere che, in una situazione come questa, i tempi attuativi burocratici possano non essere particolarmente celeri? La risposta ragionevole è certamente sì. Basta che agli operatori sia consentito di poter ristorare i maggiori costi nei tempi utili previsti.

È proprio su questo che le federazioni stanno costantemente insistendo con i ministeri competenti, affinché sia consentito alle imprese di compensare quanto prima i maggiori costi sopportati. Gli stanziamenti sono stati inseriti nelle leggi e talune risorse sono state erogate. Il processo non si è fermato ma prosegue e l’azione delle associazioni responsabili non lascia nulla di intentato perché le tempistiche siano rispettate.

Quello che tuttavia alcuni agitatori di professione non evidenziano in modo adeguato, è l’entità delle risorse stanziate per il settore. Se qualcuno di loro è in grado di garantire che un fermo permetterebbe alla categoria di ottenere tutto e subito, abbia il coraggio di dirlo a coloro che vorrebbe indurre a protestare.

Le procedure esistono sempre e quindi anche dopo una iniziativa riuscita occorrerà attendere i tempi tecnici per la predisposizione dei provvedimenti. Questi sono i fatti ai quali occorre attenersi e che vengono, ne sono certo, taciuti.

Il medesimo ragionamento vale per il fermo che è stato proclamato da una organizzazione. È in grado essa di garantire a coloro che verranno coinvolti in questa azione di protesta il raggiungimento di un risultato immediato? Credo proprio di no! Illudere degli operatori è semplicemente irresponsabile. Le azioni di fermo si devono fare per ottenere i provvedimenti. Così sarà per quello proclamato per luglio, che pertanto non produrrà alcuna soluzione immediata.

Ora, vista l’insistenza con la quale le federazioni, anziché organizzare manifestazioni dai dubbi risultati, stanno incalzando i ministeri competenti, visto che, grazie a questa azione, alcuni importanti risultati sono già stati conseguiti, che scopo ha incoraggiare una protesta che in modo evidente porterà a divisioni e, speriamo di no (ma purtroppo è già successo), a danni all’incolumità di persone, se non quello di strumentalizzare la categoria per ottenere un po’ di notorietà?

Un’attenta riflessione ed una doverosa informazione su quanto è stato fatto e ottenuto con norme di legge per il settore sarebbe necessario. Ovviamente i ministeri interessati devono operare secondo i tempi previsti e dare seguito a quanto concordato, perché dovranno rispondere di ogni evoluzione imprevista, innescata da ritardi a loro imputabili.       

Paolo Uggè      

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