Turismo: scesa al 3,4% la quota dell'Italia, ripresa solo dal 2010

Turismo: scesa al 3,4% la quota dell'Italia, ripresa solo dal 2010

Dal rapporto Bankitalia 'Turismo in Italia. Numeri e potenziale di sviluppo' emerge che la parte della spesa turistica globale dell'Italia si è contratta dal 7% della prima metà degli anni novanta al 3,4% del 2017. La crescita è però ripresa a ritmi sostenuti negli ultimi sette anni.

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11 dicembre 2018

"Un settore fondamentale per l'economia e l'immagine dell'Italia, impegnato in una fase di ripresa dopo un periodo di appannamento". Così Fabio Panetta, vicedirettore generale della Banca d'Italia, ha descritto il comparto turistico italiano in occasione della presentazione a Roma del rapporto 'Turismo in Italia. Numeri e potenziale di sviluppo'. Un'indagine che mette in luce alcune criticità evidenti. A fronte della netta espansione che ha interessato negli ultimi anni il turismo a livello mondiale, la quota di mercato dell'Italia si è infatti contratta, passando dal 7% della spesa turistica globale della prima metà degli anni novanta al 3,4% del 2017. Non un motivo di allarme rosso di per sé, visto che si tratta di una tendenza comune ad altre destinazioni mature. A preoccupare è però il fatto che il calo sia stato più intenso rispetto a quello sperimentato dai principali concorrenti europei, con la spesa dei turisti stranieri che è cresciuta meno non solo della spesa globale dei turisti internazionale, ma anche della domanda potenziale espressa dai Paesi d'origine sui quali l'Italia è specializzata. Nello stesso periodo, tra l'altro, la bilancia dei pagamenti relativa ai viaggi, pur rimanendo in attivo, si è ridotta di più mezzo punto di Pil. Solo dal 2010 si sono registrati alcuni segnali di recupero, in parte favoriti da un miglioramento della competitività di prezzo (effetto legato anche ai tassi di cambio) e dal rischio di attacchi terroristici che ha scoraggiato i viaggi in altri Paesi. "Dal 2011 le entrate turistiche internazionali sono tornate a crescere a ritmi sostenuti, di oltre il 30% fino al 2017", ha osservato Panetta, evidenziando come questa ripresa sia stata trainata "dal recupero dell'attrattività internazionale nei confronti dei turisti provenienti sia da Paesi extra europei, sia da luoghi più vicini e fondamentali per il nostro turismo come la Germania". Ma anche dal mercato domestico, sebbene con un po' più di ritardo: in questo caso le dinamiche hanno iniziato a mostrarsi positive a partire dal 2015, con la fine della fase più intensa della crisi. Come in altri settori, anche per il turismo si osserva poi una disomogeneità su base geografica, col la spesa che appare più concentrata sul territorio di quanto non lo siano le risorse. Le regioni del Nord Est e del Centro intercettano la gran parte dei flussi turistici internazionali, grazie anche alla presenza di Roma, Firenze e Venezia. Mentre il Nord Ovest ha visto solo di recente la propria posizione rafforzarsi. È nel Mezzogiorno, però, che appare più evidente lo scollamento fra flussi e potenziale: sebbene l'area rappresenti il 78% delle coste italiane, accolga più della metà dei siti archeologici e quasi un quarto dei musei, nel 2017 la spesa degli stranieri era pari ad appena il 15% del totale. Secondo l'Istat, l'attività turistica genera oltre il 5% del prodotto interno lordo e circa il 6% dell'occupazione totale italiana. A essa è riconducibile il 40% delle esportazioni di servizi e il suo saldo con l'estero è pari a quasi un punto di Pil. Cifre che impongono una riflessione su come superare i nodi e dare maggiore impulso alla crescita del comparto. Diversi gli spunti offerti da Panetta in occasione della presentazione del rapporto. "La piena valorizzazione delle risorse turistiche dell'Italia richiede che l'impegno degli operatori sia sostenuto da adeguate politiche sia di settore sia trasversali", ha spiegato evidenziando come anche in questo campo sia "cruciale" la sfida della digitalizzazione e come la valorizzazione dei territori richieda "servizi di trasporto efficienti", soprattutto nelle regioni del Mezzogiorno che necessitano "sia di adeguati collegamenti diretti con gli altri paesi europei sia di una rete locale di trasporti in grado di valorizzare le coste e le località di elevato interesse artistico e culturali". In conclusione, ha affermato Panetta,   è necessaria "un'informazione statistica sul turismo tempestiva e di alta qualità, che permetta di esaminare l'evoluzione della domanda e dell'offerta e di valutare l'efficacia delle strategie, pubbliche e private, di sviluppo del settore". 

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