Turismo: Italia prima per arrivi, ma gli stranieri spendono poco, stanno meno e non vanno al Sud

Turismo: Italia prima per arrivi, ma gli stranieri spendono poco, stanno meno e non vanno al Sud

Secondo un'analisi di Confturismo sul turismo internazionale e l'Italia, se il nostro Paese avesse il livello di permanenza media dei turisti che ha la Spagna ci sarebbero circa 14 miliardi di entrate valutarie in più, quasi 1 punto di Pil. Solo il 12% dei turisti visita il Sud. Immutate le le difficoltà del nostro Paese di fare sistema.

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23 marzo 2015

CERNOBBIO - Negli ultimi sei anni, gli arrivi dei turisti stranieri nel nostro Paese sono aumentati di 8 milioni passando dai quasi 42 milioni del 2008 a poco più di 50 milioni del 2014, anno che ha registrato oltre 184 milioni di pernottamenti per una spesa di 34 miliardi di euro. Ma dall'analisi comparativa con i due Paesi competitor più vicini all'Italia, emerge che in Spagna, dove il numero di arrivi internazionali nel 2014 (50,8 milioni) è simile a quello dell'Italia, le entrate valutarie sono molto maggiori (49 miliardi), così come in Francia che ha visto 42 miliardi di entrate con un numero di arrivi (46 milioni) addirittura inferiore a quello dell'Italia. E' quanto emerge da un'analisi di Confturismo-Confcommercio sul turismo internazionale e l'Italia diffusa a Cernobbio nell'ambito dell'edizione 2015 del Forum. Secondo la ricerca, inoltre, in Italia la spesa per arrivo è di 681 euro, contro i 914 euro della Francia e 959 euro della Spagna. In Italia gli stranieri spendono meno perché è più bassa la spesa media per pernottamento (un turista straniero spende 312 euro in Francia contro i 186 in Italia) e perché è più breve la durata del soggiorno (la permanenza media è di 5,1 giorni in Spagna e di 3,7 giorni in Italia). Tutto ciò fa sì che al turismo italiano manchino all'appello circa 14 miliardi di entrate valutarie (quasi 1 punto di Pil), che si avrebbero se il nostro Paese avesse il livello di permanenza media della Spagna. Secondo Confturismo-Confcommercio, mancata valorizzazione di elementi attrattivi, scarsa integrazione dei servizi sul territorio e deficit infrastrutturale fanno sì che il nostro Paese non sia in grado di proporre ai turisti stranieri un "bouquet" di offerta più ampio e, dunque, maggiori occasioni di spesa. Occorre, dunque, puntare su tutte le tipologie di turismo che caratterizzano l'offerta italiana e sul potenziale di crescita del Mezzogiorno che, con 6 milioni di arrivi sui 50 complessivi, dà la dimensione dello scarso utilizzo della sua capacità attrattiva.

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