Turismo: montagna ok, cauto ottimismo per il 2002

Turismo: montagna ok, cauto ottimismo per il 2002

Le settimane bianche hanno permesso al settore di tenere nonostante la crisi successiva all'11 settembre. Federalberghi: "Le previsioni sono di confermare e aumentare le presenze 2001".

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29 gennaio 2002

 

Turismo: bene le settimane bianche, cauto ottimismo per il 2002

Come molti si auguravano ma non osavano sperare, la montagna sta diventando il "salvagente" del turismo per la stagione in corso. Secondo il Direttore dell' Enit Piergiorgio Togni, "le Alpi tirano" e infatti, le prenotazioni per le settiman e bianche stanno superando le più rosee aspettative degli operatori turistici, che prevedono molto affollamento dall'arco alpino all'Appennino, nel bimestre febbraio-marzo. Per il Presidente di Federalberghi , Bernabò Bocca "i conti si fanno a consuntivo ma le previsioni sono di confermare e aumentare le presenze 2001". Secondo Federalberghi gli italiani adulti che vanno a sciare abitualmente nel trimestre gennaio-febbraio-marzo (ma gennaio è tradizionalmente considerato un mese di bassa stagione), sono circa tre milioni e mezzo: nel 2001 sono stati 4,4 i milioni di appassionati, tutti italiani, che hanno fatto la settimana bianca classica mentre gli sciatori del weekend ha toccato i 3 milioni. E secondo Bocca, "il 2002 dovrebbe confermare gli stessi numeri". Oltre alle presenze, ad essere confermati quest'anno dovrebbero essere anche i numeri del giro d'affari del trimestre bianco, che nel 2001 è stato di 9.200 miliardi di lire (4 milioni e 750mila euro). "La tendenza per il 2002 – ha spiegato Federalberghi - è identica nelle intenzioni espresse". Ora manca solo la neve che però sta arrivando e comunque i cannoni spara neve hanno fatto in modo che non arrivassero disdette nonostante la mancanza di nevicate nelle regioni più penalizzate del Nord Italia. Inoltre Federalberghi ha sottolineato come la neve scesa copiosa nel centro-sud abbia permesso a località meno conosciute e apprezzate, ma altrettanto attraenti dal punto di vista turistico, come l'Abruzzo, la Calabria e la Sicilia di catalizzare l'interesse di tanti turisti.

Oltre che da Federalberghi e Enit, un'altra conferma che il 2002 sarà un anno sostanzialmente positivo dal punto di vista turistico in Italia, arriva dal primo rapporto congiunturale dell'ospitalità realizzato da Nadio Dellai, Direttore Generale di Ermeneia, attraverso un sondaggio sulla fiducia espressa dagli operatori del settore in Italia. Il rapporto è stato presentato nell'ambito di Expo Riva Hotel , la rassegna fieristica nazionale che vede la presenza di 320 espositori del settore dell'attrezzatura alberghiera e pubblici esercizi. Dall'indagine emerge, tra l'altro, che il 2001 si è chiuso su valori sostanzialmente identici al 2000, nonostante i tragici fatti dell'11 settembre. Per quest' anno le aspe ttative sono di miglioramento dell'offerta con netta indicazione del valore centrale del rapporto qualità-prezzo e la propensione (indice di fiducia) ad investire. Prudente ottimismo, dunque, con previsioni di fatturato all'insegna della tenuta o dell'aumento. Più prudente la previsione delle aziende produttrici che vedono gravare maggiormente sul 2002 l'ombra degli attentati terroristici.

"Oltre ai dati positivi rilevati nel 2001 – ha spiegato Delai – abbiamo riscontrato un cauto ottimismo anche per il 2002. Il 75% delle aziende produttrici prevede infatti l'anno prossimo incrementi di fatturato e ordinativi, mentre il 60% del campione d'impresa esaminato, non prevede effetti negativi dell'11 settembre sulla propria attività".

«La tendenza a qualificarsi e ad innovare in atto nei pubblici esercizi – ha osservato Edi Sommariva, Direttore generale della Fipe – evidenzia due filoni: quello della tipicità e quello della creatività. E' chiaro che dalla scelta dell'uno o dell'altro indirizzo dipende l'acquisto sia delle attrezzature necessarie nella cucina di un ristorante sia dei servizi dei quali un bar vuole dotarsi (giochi, musica, internet, ricarica cellulari, ecc. ). Ma la qualità costa. E qualcuno dovrà pur pagarla. Dobbiamo avere chiaro – ha concluso Sommariva – che per rispondere alla crescente concorrenza delle catene della ristorazione, le iniziative individuali non bastano. Occorre un'integrazione fra le piccole e medie imprese del turismo (alberghi e pubblici esercizi) che consenta di spuntare prezzi competitivi nei rapporti con i forni tori e di potenziare effettivamente la qualità senza scaricarne i costi sui consumatori".

 

 

     

 

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