Protocolli
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Protocollo quadro d'intesa per la prevenzione e il contrasto dell'illegalità
Il 22 luglio 2021 è stato siglato dal Presidente Sangalli e dal Comandante Generale dell’Arma dei Carabinieri, Generale C.A. Teo Luzi un protocollo di intesa per la reciproca collaborazione nello sviluppo della cultura della legalità e della sicurezza.
L’intesa prevede studi, ricerche, convegni e iniziative di formazione, finalizzati alla prevenzione delle infiltrazioni della criminalità organizzata nell’economia legale, la sensibilizzazione sui fenomeni vessatori del settore economico, la valorizzazione della tutela ambientale con particolare riferimento agli illeciti nel ciclo dei rifiuti, la salvaguardia della salute del consumatore connessa alla vendita di prodotti e dispositivi medici.
Confcommercio promuoverà la partecipazione della dirigenza politica e tecnica e degli associati, con il coinvolgimento dell’intero sistema confederativo, articolato in territoriali e categorie. L’attuazione del protocollo, avrà durata triennale e sarà affidata ad un comitato paritetico.
Leggi il Protocollo quadro
Protocollo videoallarme antirapina
La videosorveglianza si è rivelata uno strumento essenziale - in particolare quando le videocamere sono collegate con le centrali operative delle forze dell'ordine - per contrastare specialmente in fase investigativa, il fenomeno delle rapine. Pertanto nel luglio 2009 è stato siglato da Confcommercio un Protocollo con il Ministero dell'Interno e Confesercenti per la diffusione di sistemi di videoallarme antirapina che prevede presso gli esercizi commerciali l'installazione di videocamere in grado di inviare segnali audio e video direttamente alle sale operative delle Questure e dei Comandi dei Carabinieri
Il Protocollo è stato rinnovato il 12 novembre 2013.
Protocollo quadro per la legalità e la sicurezza delle imprese
Il 24 ottobre 2011 è stato siglato dal Presidente Sangalli e dal Ministro dell'Interno Roberto Maroni un Protocollo quadro per la Legalità e la Sicurezza delle Imprese. La sigla del Protocollo, costituisce uno strumento di "animazione" del sistema nel quale inserire le diverse iniziative già realizzate o in cantiere.
Il Protocollo infatti è strutturato in modo da poter essere dettagliato, implementato, adattato attraverso l'adesione di componenti settoriali, territoriali e/o aziendali del sistema confederale, con l'eventuale coinvolgimento di altri soggetti, istituzionali e non, associazioni, magistratura, etc.
In contemporanea alla sigla del Protocollo Quadro è stato siglato da Conftrasporto il primo protocollo di settore. Fra i contenuti, i principi e le iniziative già realizzate dalle realtà aderenti a Confcommercio, si citano, a puro titolo esemplificativo, la costituzione di parte civile nei processi di mafia, l'attività antiracket o antiusura; espulsione di imprenditori (condannati con sentenza definitive per reati legati alla criminalità organizzata) o la sospensione degli stessi; l'adozione di Codici Etici, come quello di Confcommercio Sicilia, che impegna i propri associati e rappresentanti a dichiarare pubblicamente di rifiutare qualsiasi forma di relazione e di collusione con la criminalità organizzata. Ma anche la realizzazione di strumenti pratici, come il vademecum antirapina, realizzato in collaborazione con le forze dell'ordine.
Fra le iniziative previste ed avviate:
- la collaborazione coni Ministeri, le Prefetture e l'Agenzia per i beni confiscati alla mafia, le associazioni e gli enti territoriali per individuare forme di efficace gestione dei beni sottratti alla criminalità organizzata, con particolare riferimento alle aziende;
- la collaborazione con le Forze dell'Ordine, il Ministero, le Prefetture, la magistratura, istituti di ricerca, Università o associazioni per l'individuazione di parametri/prassi/ procedure di contrasto alle infiltrazioni mafiose in settori / territori più esposti;
- la diffusione della cultura della denuncia di fenomeni estorsivi (ma anche di corruzione, concussione, etc.);
- l'individuazione di strumenti (questionari anonimi, sportelli, etc.) idonei a "intercettare" fenomeni e reati che rimangono in larga parte sommersi (i numeri delle denunce per racket e usura sono assolutamente risibili) e consentire di conseguenza percorsi di reale accompagnamento degli imprenditori;
- la promozione della cultura della legalità attraverso iniziative formative, culturali e sociali, di comunicazione (contraffazione, ambiente, etc.).