AL TURISMO ITALIANO MANCA UNA STRATEGIA

AL TURISMO ITALIANO MANCA UNA STRATEGIA

Dalla sessione dedicata a "Politiche e governance per il turismo italiano" è emersa una valutazione condivisa: manca una visione strategica e commerciale, mentre c'è ancora molto da fare su programmazione e coordinamento.

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17 marzo 2007
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Al turismo italiano manca una strategia

 

“Politiche e governance per il turismo italiano�. Questo il tema del Focus che ha inaugurato la sessione pomeridiana della seconda giornata del Forum di Cernobbio. Ad aprire i lavori è stato uno scoppiettante intervento dell’assessore ai Giovani,Sport e Promozione attività turistica della Regione Lombardia, Pier Gianni Prosperini, secondo il quale l’Italia non può più di tanto essere competitiva sui costi, ma deve piuttosto puntare sul “turismo di razza, con alta capacità di spesa�. E il ruolo trainante, per non dire unico, deve essere quello delle Regioni, visto che “nel comparto lo Stato è inutile, meno ce n’è meglio è�. Tanto più se frutto dell’intervento statale è un prodotto come il nuovo portale del turismo italiano, che “non sarà mai a punto, cercheremo di correre ai ripari ma in questo campo saremo sempre in ritardo rispetto ai concorrenti�.

Un atto di accusa che è stato in un certo modo stemperato dal presidente dell’Enit, Umberto Paolucci, per il quale il portale di fatto “non c’è ancora, è un cantiere. I contenuti veri devono inserirli le Regioni, che però non hanno ancora ricevuto i fondi che loro spettano. In più, va ancora stabilito se fare sul serio fino in fondo per quanto riguarda la possibilità di comparare i costi e prenotare direttamente on line�. Quanto al ruolo dell’Agenzia nazionale, Paolucci ha sottolineato che “con i 30 milioni in più arrivati grazie alla Finanziaria si può fare di più, in un’ottica di multicanalità. Occorre mettere denaro su scommesse precise e mirate, non a pioggia�. Mentre sul piano generale occorre che “l’Italia si dia una strategia condivisa, anche per non sprecare i fondi�.

Per Gianfranco Imperatori, segretario generale dell’associazione Civita, “solo la cultura ci può permettere di riprendere quota nel turismo, che deve essere il grande protagonista della politica economica del Paese�. E’ però indispensabile “programmare in modo non dirigistico, uscire dal campanile e mettersi a sistema�.

Josep Ejarque Bernet, direttore generale del Turismo della regione Friuli Venezia Giulia, ha messo poi il dito nelle molte piaghe del turismo italiano. La lista è lunga e complessa: dalla mancanza di una governance condivisa alla carenza di una visione strategica e commerciale, dalla scarsa formazione professionale degli addetti ad un prodotto rigido, poco sofisticato e “vecchioâ€�. “Il turismo è business, è economia. Il turista deve spendere soldi. Invece â€" ha detto â€" c’è un eccessivo dilettantismo e manca una leadership chiara. Continuiamo ad aspettare che il turista ci piova addosso, mentre gli altri se lo vanno cercareâ€�.

A chiudere la sessione è stato Fabio Gallia, amministratore delegato della Banca di Roma, che ha sottolineato come il sistema creditizio creda nel potenziale del turismo, tanto da dedicargli prodotti specializzati come i fondi di investimento. Ma “le banche, da sole, non possono guarire il nanismo del sistema italiano. Serve un coordinamento tra Governo, imprese ed intermediatori finanziari�.

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