Alitalia: Berlusconi evoca lo Stato, scontro con la Ue
Alitalia: Berlusconi evoca lo Stato, scontro con la Ue
Alitalia: Berlusconi evoca lo Stato, scontro con la Ue
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Alitalia di nuovo in mano allo Stato: a evocare uno ritorno al passato questa volta non è la sinistra, ormai extraparlamentare, ma Silvio Berlusconi. Il futuro premier è pronto ad andare avanti con la cordata italiana; se però Bruxelles si mette a 'zignare', a dare fastidio, allora la compagnia di bandiera “potrebbe essere comprata - è la 'minaccia' - dalle Ferrovie dello Stato�. Tradotto: se l’Ue si mette di traverso, magari dicendo no al prestito ponte, la rappresaglia è pronta.
Il premier in pectore ha parlato arrivando alla Camera per l’inaugurazione della nuova legislatura e il messaggio è arrivato velocemente a Bruxelles. Tanto che la replica è arrivata a stretto giro di posta: la Commissione europea non può che essere '�completamente neutrale�, così come pretendono i trattati, nel giudicare l’acquirente. Che quindi può essere pubblico e privato. Ciò da cui non si può prescindere è, invece, il rispetto del mercato, ha spiegato il portavoce del commissario Ue alla concorrenza Neelie Kroes.
Vendere Alitalia alle Ferrovie è comunque solo una minaccia. Silvio Berlusconi ha infatti fatto sapere che la cordata non solo c’è, ma è cresciuta molto negli ultimi tempi, anche troppo: “c’è una squadra di persone ben al di là del capitale necessario�. Anche il calendario è già fissato: “vedremo adesso di fare la due diligence. Quando avremo il piano industriale, questa compagine nuova, assistita da banche che già ci sono, avanzerà delle proposte ai sindacati�.
L’idea che la compagnia di bandiera torni in mani pubbliche non convince, però, gli alleati del Cavaliere. Umberto Bossi non ha nascosto un certa dose di scetticismo: “non credo che si possa fare perché sarebbe una concentrazione di potere�. A frenare non è solo il Carroccio, perché anche dal numero uno di An, Gianfranco Fini, è arrivato uno stop: una gestione pubblica è possibile, ma “dopo un acquisto da parte di privati. E la mia unica facile obiezione è che non si vede che interesse potrebbe avere a comprare chi poi non gestisce�.
Più scontata la bocciatura da parte dell’opposizione: Walter Veltroni ha detto no all’ipotesi, perché farebbe somigliare l’Italia “alla Russia di Putinâ€�. E poi “prevede che lo Stato si accolli un onere importante e si dovrebbe quindi â€" ha insistito - capire dove prendere le risorseâ€�.