Per sostenere le esportazioni “servono gli export manager”

Per sostenere le esportazioni “servono gli export manager”

In Confcommercio Milano Assemblea annuale di Imit (Italian Managers for International Trade). Presentate tre proposte concrete per sviluppare export e “Made in Italy”.

DateFormat

3 dicembre 2021

In un momento storico difficile, l’export dimostra ancora una volta il suo ruolo cruciale per la nostra economia, rappresentando circa un terzo del Pil nazionale. Nel 2021, le esportazioni hanno già superato in valore la cifra raggiunta nel 2019 e l’obiettivo è di chiudere il 2021 raggiungendo la fatidica soglia dei 500 miliardi di euro in esportazioni. La crisi provocata dalla pandemia ha però lasciato il segno sul numero di aziende esportatrici, calate di oltre 10mila unità nel 2020.

Inoltre, nonostante la tenuta delle esportazioni in termini di valori e volumi, operare nel commercio estero oggi è più complesso, dato l’aumento di ostacoli e barriere non tariffarie. In particolare, i fenomeni di interruzione delle catene di fornitura, dovute ad un mix esplosivo di cause (ripresa della produzione in Cina e area Asean, forte ripresa dei consumi soprattutto negli Usa, incremento dei costi del trasporto e della logistica), complicano notevolmente le attività delle nostre imprese sui mercati internazionali. Se a questo si aggiungono i rincari delle materie prime e dell’energia, il rischio è di alimentare una spirale inflattiva che può mettere a rischio la ripresa economica in atto.  Questi i temi che hanno fatto da sfondo all’Assemblea pubblica annuale di Imit (Italian Managers for International Trade), svoltasi il 3 dicembre scorso in Confcommercio Milano sul tema “Internazionalizzare le imprese – Quale ruolo per gli export manager”.

“È in questo ambito – ha dichiarato il presidente di Imit, Andrea Bonardi - che assume particolare rilevanza il tema delle competenze che gli export manager ed i professionisti che affiancano le imprese nei processi di internazionalizzazione, devono avere. Il fattore ‘culturale’ in ambito export troppo spesso viene trascurato. Le piccole e medie imprese, purtroppo, concedono ancora un peso poco rilevante all’importanza di dotarsi di risorse umane specializzate, in particolare della figura del manager per l’internazionalizzazione”.

Anna Rita Fioroni, presidente di Confcommercio Professioni, ha sottolineato da parte sua la comunanza d’intenti con Imit: siamo accanto ad Imit per promuovere la valorizzazione della figura professionale dei manager dell'internazionalizzazione, anche in relazione alla possibilità per questi professionisti di ottenere la certificazione delle competenze sulla base della norma UNI 11823. Questo per dare riconoscibilità esterna e valore alla qualità professionale di chi ha il compito di accompagnare le imprese nella definizione di strategie efficaci per l'ingresso e il consolidamento della loro presenza in ambito internazionale, in un momento in cui è fondamentale cogliere le opportunità offerte dalla ripresa dell'export italiano".

Per rendere più efficaci le misure di promozione e sostegno all’export, previste dal Patto per l’Export voluto dal Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, Imit ha avanzato tre proposte:

  • “Dal dire al Fare”, progetto di Temporary Export Management a favore di pmi italiane interessate ad affacciarsi sui mercati esteri. Il progetto prevede che ad ogni azienda venga affiancato, oltre a un senior TEM, anche una figura di manager junior che possa coadiuvare la figura senior nell’implementazione delle attività di export management.
  • Prevedere, che in tutte le misure di sostegno finanziario alle imprese che prevedano l’affiancamento di Temporary Export Manager, siano inseriti tra i soggetti titolati ad erogare servizi di temporary export management e di supporto all’export anche i professionisti dotati di partita Iva, ma non facenti parte in società di capitali. Questo consentirà alle imprese di attingere a competenze più ampie, consolidate e specialistiche, a tutto vantaggio dell’export italiano.
  • Prevedere all’interno dei bandi e delle misure di finanziamento agevolato TEM e D-TEM, meccanismi di riconoscimento a favore di quei professionisti e manager che posseggono la certificazione delle proprie competenze. Si tratterebbe di un ulteriore passaggio teso ad aumentare la qualità dei soggetti erogatori di prestazioni, anche in questo caso a pieno beneficio delle imprese e del sistema economico italiano.

Banner grande colonna destra interna

Aggregatore Risorse

ScriptAnalytics

Cerca