BANKITALIA: "RIDURRE LA PRESSIONE FISCALE"

BANKITALIA: "RIDURRE LA PRESSIONE FISCALE"

Secondo il bollettino economico, i conti italiani migliorano più del previsto. "Necessario tenere sotto controllo la spesa primaria corrente per raggiungere il pareggio di bilancio, ridurre la pressione fiscale e accrescere gli investimenti pubblici".

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2 aprile 2007
Bankitalia: “necessario ridurre le tasse�

Bankitalia: “necessario ridurre le tasse�

 

I conti italiani migliorano più del previsto, ma i risultati devono essere consolidati, in particolare tenendo sotto controllo la spesa primaria corrente: contenerla è, ormai, “indifferibile� per raggiungere il pareggio di bilancio, ridurre la pressione fiscale e accrescere gli investimenti pubblici. E' questa la ricetta, in tre punti, indicata dal bollettino economico della Banca d'Italia, il primo nella nuova veste e con la nuova cadenza trimestrale. Negli ultimi due anni, sottolinea la Banca d'Italia nel bollettino economico, la spesa primaria corrente ha segnato un picco e si è attestata al 40% del Pil, “superando anche gli elevati valori raggiunti nei primi anni novanta�. Per l'istituto di via Nazionale, “l’andamento dei conti pubblici consente di accelerare il processo di riduzione del disavanzo. Un rapido conseguimento del pareggio strutturale del bilancio è essenziale per far diminuire significativamente il debito, in modo da affrontare per tempo i costi derivanti dall'invecchiamento della popolazione�. Contemporaneamente si dovranno reperire risorse per ridurre la pressione fiscale che “si colloca in prossimità dei valori massimi storici� e per accrescere gli investimenti pubblici, in diminuzione da due anni ma “essenziali per favorire il ritorno ad una crescita sostenuta e durevole della produttività�. Per Bankitalia è quindi "indifferibile, per cogliere tutti e tre questi obiettivi, il contenimento della spesa primaria corrente". Nel 2006, la crescita della spesa primaria corrente è diminuita leggermente, al 3,6%, lasciando però inalterata al 40% l'incidenza sul pil. Gli invesimenti, invece, se si escludono i proventi delle dismissioni immobiliari (contabilizzati in riduzione della spesa) sono diminuiti del 3,4%; nel complesso del biennio, la diminuzione è stata del 6,2%. A testimoniare il miglioramento dei conti sono i dati del 2006 e le prospettive per il 2007, comunicate dal governo. Nel 2006, il deficit/pil ha raggiunto il 4,4% contro il 4,1% nel 2005; escludendo gli effetti di due fattori straordinari che hanno accresciuto la spesa (sentenza Corte giustizia europea in materia di Iva e cancellazione dei debiti della Tav nei confronti dello Stato), il rapporto si è attestato al 2,4% contro il 3,6% indicato a fine settembre. Al netto degli effetti del ciclo, delle misure temporanee e dei fattori straordinari l'indebitamento è sceso da oltre il 4% del prodotto del 2005 a poco meno del 3%. L'avanzo primario, pressochè nullo due anni fa, è risalito a oltre l'1,5%. Il miglioramento dei conti, segnala la Banca d'Italia nel bollettino economico, deriva dal forte aumento delle entrate. La pressioni fiscale è aumentata di 1,7 punti percentuali, al 42,3%; l'incremento riflette soprattutto l'accelerazione dell'attività produttiva, alcuni introiti di natura transitoria e le misure di ampliamento e recupero della base imponibile contenute nella manovra varata a fine 2005 e in quella dell'estate scorsa. Il fabbisogno netto è risultato pari al 3,7% del pil (contro il 5,3% del 2005); il divario rispetto all'indebitamento netto, escludendo i due fattori straordinari, è leggermente salito. Per il secondo anno consecutivo è poi aumentato il rapporto debito/pil salendo quest'anno al 106,8%. Per il 2007, l'indebitamento dovrebbe attestarsi al 2,3% del pil, mezzo punto percentuale in meno rispetto all'obiettivo indicato lo scorso autunno. E si verificherebbe un ulteriore aumento della pressione fiscale, al 42,8%.

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