Estate in chiaroscuro per il turismo veneto
Estate in chiaroscuro per il turismo veneto
Aumentano i flussi turistici, diminuisce la capacità di spesa, soprattutto degli italiani. Diminuisce, anche, l'occupazione nell'hotellerie e nel retail ‘abbigliamento'. La montagna quest'anno sorride, dal Bellunese al Vicentino al Veronese. Langue invece lo shopping turistico in alcune province come Venezia e Vicenza, mentre quella di Rovigo registra un ‘più' sia nella ristorazione (+6,20%) che nel ‘retail sport e tempo libero' (+3,54%). A Padova centro storico, invece, i ristoranti soffrono, complice il gran caldo che ha spinto il turismo gastronomico sui colli. Risultati stazionari rispetto all'anno scorso nell'hotellerie a Treviso e provincia. Mancano in misura consistente dalle località tradizionalmente ‘battute' i turisti russi, con ripercussioni su tutto l'indotto. E' la fotografia che il Centro Studi di Confcommercio Veneto ha scattato sull'andamento della stagione estiva fino alla fine di luglio e che oggi presenta insieme a Confturismo Veneto. Uno studio incentrato su due temi turistici di fondo: montagna e arte&cultura, e che ha riservato alla Riviera del Brenta del dopo-tornado un capitolo a parte. Per quanto riguarda la montagna, la ricerca si è concentrata su Lessinia e Monte Baldo in provincia di Verona, sull'Altopiano di Asiago e i Monti Berici in quella di Vicenza, sulle Dolomiti in quella di Belluno. La restante parte del territorio veneto, con esclusione di Venezia città d'arte e delle località balneari, ma compresi i fondo valle montani e le città d'arte prospicienti il lago di Garda, è stata inserita nel cluster "arte&cultura". I due tematismi di fondo nel corso del 2014 hanno originato nei soli mesi di luglio e agosto oltre 9 ml. di giornate di presenza (contro i quasi 15 ml. del mare), per oltre il 55% stranieri. Ne è uscito un quadro ricco di sensibilità diverse, per tipologia di impresa (ricettività alberghiera, ristorazione ma anche, per la prima volta, retail per lo shopping turistico), per territorio, per vocazione turistica, attraverso l'esperienza diretta di 100 opinion leader. I dati sono stati raccolti tra il 27 e il 31 luglio. Se il sole in luglio ha riscaldato arrivi e presenze, il fronte dei ricavi delle imprese è sotto una doccia gelida che solo una politica illuminata, che continua a dare segnali troppo tiepidi, potrebbe far risalire. Riguardo le previsioni per agosto, le provincie con gli operatori più ottimisti (in misura pressoché uguale tra italiani e stranieri) sono Rovigo (sia per i flussi che per la propensione alla spesa), Treviso per i flussi e Padova per la ripresa della propensione alla spesa. Il pessimismo, invece, attanaglia gli operatori delle provincia di Verona sui flussi di clientela (soprattutto gli albergatori) e quelli di Venezia circa la capacità di spesa, ritenuta in decalage soprattutto per i turisti italiani.
Riviera del Brenta
Le misure legate alla ZTL (per i pullman) e le conseguenze del tornado dell'8 luglio sembrano aver compromesso la stagione. Le percentuali sui flussi di clientela sono disarmanti: in luglio, rispetto allo stesso mese dell'anno scorso, gli hotel hanno registrato un -7,61%, i ristoranti -19,12%, i negozi di abbigliamento -32,04%, quelli legati a sport e tempo libero -33,04%. Le previsioni per agosto, sempre riguardo i flussi di clientela, non sono incoraggianti: -50,25% negli hotel, -14,54% nei ristoranti, -14,53% nell'abbigliamento, -7,75% nello sport e tempo libero.
Montagna
Per gli hotel di montagna luglio è stato un mese sostanzialmente positivo. I flussi turistici, nonostante l'aumento dello 0,16% del prezzo delle camere, sono cresciuti quasi del 3%, con risposte positive soprattutto dagli italiani (+3,38%), fuggiti dalle calure "insolite" di Caronte. Sempre per gli hotel anche la capacità di spesa è aumentata, sia pure di poco (+0,14% nel totale, +0,23% per gli ospiti stranieri). Sostanzialmente invariati i posti di lavoro, ma è diminuita la permanenza media (del -5%) . Anche la ristorazione ha registrato andamenti positivi quasi analoghi a quelli dell'hotellerie (+ 2,16%) grazie soprattutto alla clientela italiana. Male invece l'abbigliamento, con minori flussi e minore propensione alla spesa. Inevitabile un diffuso calo occupazionale (- 1,09% e – 0,83% rispettivamente in "abbigliamento" e in "arte&cultura%). Elevati i costi di utenze e tasse. L'aumento di queste ultime è percepito tra il +3,81% nella ristorazione enell'hotellerie. Stanno andando bene, come non succedeva da anni, i rifugi alpini. Un cauto ottimismo pervade gli operatori del settore sul fronte dei flussi, stimati in crescita.
Arte&Cultura: luci e ombre
Per il turismo che vive di "Arte&Cultura" per ora non si avverte un rilancio: diminuiscono i clienti stranieri negli hotel (- 0,73% i flussi tra i due mesi di luglio confrontati, addirittura – 2,15% la propensione alla spesa degli stranieri) e quelli ‘nostrani' negli altri comparti (tra – 1,51% la ristorazione, - 1,08 il retail ‘abbigliamento' e – 1,85% per l'altro retail per quanto riguarda i flussi; tra – 0,66% e – 1,33% la propensione alla spesa). Curioso rilevare che negli hotel del "cluster" il prezzo medio della camera risulta diminuito (- 0,26%), mentre negli altri comparti i prezzi medi di vendita sono cresciuti (+ 0,38% l'abbigliamento, +0,46% la ristorazione e +0,74% "sport&tempolibero). Sono invece diminuiti ovunque i livelli occupazionali (dal –0,04% di "sport&abbigliamento" al -1,46% dell''hotellerie). Tranne che i costi della tassazione (percepiti in forte crescita: tra il + 1,00% del retail "sport&tempo libero" e il 6,38% della ristorazione), i costi aziendali sono aumentati in ogni comparto ma secondo dimensioni meno preoccupanti di quelle percepite dagli operatori della montagna e quello del lavoro sembra addirittura diminuito ( - 4,31%) per la ristorazione.
Dichiarazioni
"Sul turismo mancano un piano di lungo periodo e una visione del territorio che sotto il brand Venezia sappia proporsi unitariamente - dichiara il presidente di Confcommercio Veneto Massimo Zanon - Abbiamo una legge sul turismo che ancora "balbetta" con impegni di spesa "improvvisati e localistici" (come la Pedemontana vicentina), decreti attuativi parziali, e organismi di incoming ancora sulla carta e con vistose carenze di management. Nutriamo fiducia che la nuova Giunta Zaia e, in particolare, il neo Assessore Caner, sappiano intravvedere nelle attività turistiche una grande leva di sviluppo dell'economia e che, di conseguenza, vogliano inquadrarle in una visione politica di ampio respiro". "Arrivi e presenze in sostanziale tenuta, rispetto all'anno scorso, non bastano a disegnare l'andamento di una stagione. A oscurare il cielo - dichiara il presidente di Confturismo Veneto Marco Michielli - c'è un carico fiscale oramai insopportabile che impedisce alle nostre imprese di compiere gli investimenti necessari al confronto con i Paesi competitor. Sul fronte dei trasporti, indifferibile si fa ormai il tema dei collegamenti aerei, con il varo un piano che in 5 anni sposti almeno il 30% dei turisti da ruota ad ala, i risultati della Spagna stanno a testimoniarlo".
Nel Veneto i saldi non decollano
Saldi di fine stagione: il bilancio del primo mese è tutt'altro che esaltante. Da quasi tutte le province emerge la necessità di un cambio di rotta, di mentalità, perché, dicono i rappresentanti del settore moda di Confcommercio Veneto, il concetto dei saldi ha perso il suo significato originario: sono mutate le abitudini dei consumatori, sono mutate le tecniche di vendita. Ma a pesare di più sul calo dei consumi, anche in periodo di saldi, è il clima di incertezza sul futuro politico ed economico del Paese.
Verona. Il calo c'è stato anche a Verona, nonostante i turisti stranieri, che hanno comunque scongiurato risultati peggiori. La città di Giulietta è in linea con le performance regionali: vendite in diminuzione media del 3-4%, con punte più alte in provincia. "Dobbiamo passare a una diversa gestione aziendale - dichiara Graziella Tabacchi Basevi, presidente del settore Moda di Confcommercio Verona - Oggi il mercato si gioca su diversi piani contemporaneamente: quello di contrasto alla crisi, del cambiamento dell'approccio al mercato, e della comunicazione, che oggi avviene, anche in modo aggressivo, attraverso l'invio di sms, mail, o di messaggi in whatsapp. C'è da chiedersi, innanzi tutto, che significato abbiano oggi i saldi, alla luce delle promozioni che i grandi gruppi fanno lungo l'arco di tutto l'anno contando su mezzi che sono decisamente sproporzionati rispetto a quelli del negozio tradizionale. Oggi il mercato delle promozioni lo guidano loro, al volante di una Ferrari, mentre gli altri inseguono a bordo di una Cinquecento. Bisognerebbe cominciare a ragionare su una politica degli sconti che punti anche sui consumi eterodiretti, come fanno i grandi supermercati.
Belluno. Vendite di fine stagione in stallo a Belluno dove, fa sapere il presidente del settore Moda Vittorio Zampieri, a fronte di presenze turistiche in positivo, si registra una considerevole prudenza nello shopping. Va meglio l'alto Bellunese, che non fa saldi ma può contare su un turismo più facoltoso rispetto alla ‘bassa provincia' che i saldi li fa, ma conta soprattutto sul mercato interno. Anche qui i grandi gruppi che sono partiti con avvisi via sms sui saldi tre settimane prima della partenza ufficiale hanno in qualche misura fagocitato i negozi tradizionali.
Rovigo. Il presidente della Federazione Moda Italia di Confcommercio Rovigo Stefano Pattaro parla di saldi in linea con quelli del 2014 nei centri maggiori (Rovigo ed Adria principalmente), mentre in quelli più periferici si registrano diminuzioni di vendita.