Per i prodotti petroliferi consumi a picco

Per i prodotti petroliferi consumi a picco

A Roma l'Assemblea Generale di Assopetroli: negli ultimi sei anni i consumi si sono ridotti di 18 milioni di tonnellate, di cui 5 soltanto nel 2009. Ferrari Aggradi: "smantellare l'oppressione fiscale e burocratica che grava sulle imprese".

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1 luglio 2010
Presso la sede di Confcommercio si è svolta l’Assemblea Generale di Assopetroli

Presso la sede di Confcommercio si è svolta l’Assemblea Generale di Assopetroli. Dopo il saluto del presidente confederale, Carlo Sangalli (vedi testo a parte, ndr), la parola è andata al presidente Franco Ferrari Aggradi per la sua relazione. Dopo aver sottolineato come Assopetroli costituisca con Confcommercio “un binomio indissolubile nella società italiana perché entrambe rappresentano l’anello di congiunzione tra il sistema produttivo ed il consumatore finale”, Ferrari Aggradi  ha elencato una serie impressionante di dati che fotografano la crisi di questi anni. Uno tutti: i consumi dei prodotti petroliferi in Italia si sono contratti, negli ultimi sei anni, di ben 18 milioni di tonnellate, di cui 5 soltanto nel 2009. Per questo, è necessario “smantellare” l’oppressione fiscale e burocratica che grava sulle imprese, a partire dall’addizionale IRES del 6,5 per cento che grava su molti degli associati ad Assopetroli. Si tratta di “un’imposta - ha sottolineato Ferrari Aggradi - che accomuna in modo totalmente arbitrario noi commercianti ai veri beneficiari del caro-petrolio: l’industria petrolifera, ma anche l’Erario, che in quella congiuntura ha realizzato un gettito IVA straordinario, oltre ai lauti dividendi dell’azienda leader di cui è azionista”. Al danno si è aggiunta poi la beffa dei “controlli inquisitori” operati dall’AEEG sul divieto di traslazione dell’imposta sui consumatori da cui potrebbero scaturire gravose sanzioni a carico delle imprese. “Contro questa enormità – ha sottolineato Ferrari Aggradi - Assopetroli è determinata a tutelare gli associati promuovendo il contenzioso in tutte le sedi possibili, affinché i rivenditori siano estromessi una volta per tutte dal provvedimento, e riconquistino un pezzo della loro libertà d’impresa”.

Passando ad esaminare il comparto Energia, il presidente di Assopetroli ha quindi perorato l’istituzione di un “Tavolo Interministeriale Permanente” che veda la presenza dei Ministeri interessati (Sviluppo Economico, Economia e Finanze, Ambiente e Infrastrutture), degli operatori e delle parti sociali, per orientare in modo efficacie il sistema degli incentivi verso gli usi più produttivi e convenienti. In questo ambito, Ferrari Aggradi ha sottolineato la “assoluta centralità degli interventi volti ad ottenere il risparmio energetico attraverso la riqualificazione degli attuali edifici”.  Una coerente iniziativa su questo versante consentirebbe al Paese un risparmio importante in termini di energia primaria, tra il 20 ed il 50 per cento. Per questo è essenziale per Assopetroli tornare ad incentivare il Contratto Servizio Energia con l’IVA agevolata al 10%.

Quanto al comparto Extrarete, Ferrari Aggradi ha messo in evidenza come i rivenditori continuino a rappresentare, nel contesto normativo, una sorta di “ibrido giuridico” che deve essere corretto. Da un lato infatti sono posti alla stessa stregua delle compagnie petrolifere ed assoggettati a controlli particolarmente stringenti da parte dell’Amministrazione finanziaria. Ma dall’altro non si vedono riconosciuti gli stessi benefici e tutele: uno “squilibrio normativo immotivato che penalizza la competitività delle nostre imprese e altera la concorrenza a vantaggio dei grandi operatori integrati”.

Tra i temi urgenti che interessano questo comparto, il presidente di Assopetroli ha ricordato la necessità di un riequilibrio del gravame fiscale sul gasolio da riscaldamento, che in Italia è quattro volte maggiore della media europea, rispetto a quella che grava sul gas metano.

Trattando infine i temi che riguardano la rete carburanti, Ferrari Aggradi ha ricordato che

la “selfizzazione” avanza ed entro l’anno si potrà raggiungere l’obiettivo prefissato del maggior numero di impianti self-service in Europa, mentre l’incentivazione alle chiusure volontarie di impianti “potrà agevolare una riduzione non dirigistica del numero degli impianti”.

 

 

 

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