Sangalli: "Con queste tasse la ripresa è impossibile"

Sangalli: "Con queste tasse la ripresa è impossibile"

Intervista del presidente di Confcommercio al Messaggero. "Il sistema produttivo è al collasso mentre la politica resta immobile". "Bisogna scongiurare l'ipotesi di tornare alle urne".

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6 aprile 2013

"Con questo livello di tasse la ripresa non partirà mai. Le imprese sono allo stremo anche perché il vero dato sulla pressione fiscale tocca il 55%, un record mondiale. Tutto questo mentre la politica resta immobile ad osservare". Rinnova il grido d'allarme Carlo Sangalli, presidente di Confcommercio, che, in un'intervista a "Il Messaggero" chiede interventi immediati per affrontare la crisi ed evitare il collasso del Paese.

Partiamo dal dato Istat. «L'Istat conferma quello che imprese e famiglie vivono sulla propria pelle da anni, perché dal 2007, anno in cui è iniziata la crisi, l'aumento costante della pressione fiscale ha contribuito ad aggravare le condizioni dell'economia reale. Ma il punto vero è che quella per i i contribuenti in regola tocca 1155%, ciò rende incompatibile qualsiasi prospettiva di ripresa».

Qual è la vostra più grande preoccupazione? «Le imprese, soprattutto quelle che vivono di domanda interna, sono stremate da una crisi che sembra non finire mai e il combinato disposto tra alta pressione fiscale, credit crunch, consumi in picchiata, pubblica amministrazione che non paga i debiti, stanno portando al collasso un pezzo importante del nostro sistema produttivo. Vorrei ricordare, infatti che il commercio, il turismo, i servizi e i trasporti contribuiscono per oltre il 50% al Pil e all'occupazione. I dati sono confermati dalle continue chiusure delle attività di impresa che tutti i giorni registriamo. Di questa situazione credo che il governo e la politica tutta non abbiano sufficiente consapevolezza perché le tasse continuano ad aumentare, tanto che andiamo incontro ad una estate rovente. Infatti, nei prossimi mesi è prevista una vera e propria stangata fiscale tra Irpef, Imu e Iva. Un disastro».

La colpa è del governo Monti? «Il governo Monti si è insediato con tre obiettivi: rigore, crescita ed equità. Purtroppo di questi 3 obiettivi solo il primo è stato raggiunto, e questo è un bene perché aver messo i conti in sicurezza nel luglio scorso ha portato dei vantaggi, ma dobbiamo passare alla crescita».

Quali sono in concreto le misure che chiedete al prossimo Governo? «Innanzi tutto bisogna scongiurare l'ipotesi di tornare alle urne, perché il Paese ha bisogno al più presto di una riforma elettorale e di provvedimenti che rimettano al centro l'economia reale, l'impresa e l'occupazione, con l'obbiettivo di rilanciare la domanda interna che vale l'80% del Pil».

Dove individuare le risorse per abbattere le tasse? «Compito fondamentale di questa legislatura è di con tinuare a tenere i conti pubblici in ordine ma anche trovare le risorse per far ripartire l'economia. Questo, in concreto, significa puntare su un deciso processo di dismissione del patrimonio pubblico a vantaggio dell'abbattimento dello stock del debito, riduzione progressiva della pressione fiscale complessiva come risultato del contrasto e del recupero di evasione ed elusione, da una parte, e dell'avanzamento, dall'altra, di una spending review senza timidezze per ridurre inefficienze, improduttività e sprechi della nostra spesa pubblica».

Intanto è in arrivo il decreto del governo può sbloccare i pagamenti dell'amministrazione pubblica alle imprese: una boccata d'ossigeno da 40 miliardi? «Ogni giorno che passa molte imprese chiudono perché lo stato non onora i suoi debiti e questo è inaccettabile. Per molte imprese soprattutto quelle dei servizi il pagamento dei debiti è questione decisiva per la stessa sopravvivenza dell'attività e stupisce che ancora oggi non si sia data una risposta a questa emergenza. Speriamo che il Cdm di oggi sblocchi la situazione con un giusto provvedimento».

Umberto Mancini 

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