Sicurezza e trasparenza: le parole d'ordine per una buona alimentazione

Sicurezza e trasparenza: le parole d'ordine per una buona alimentazione

Una tavola rotonda tra commercianti e consumatori per discutere di sicurezza alimentare. Fondamentale è la tracciabilità del prodotto, con la garanzia di controlli rigorosi.

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13 maggio 2002
L’importanza della sicurezza alimentare

L’importanza della sicurezza alimentare

 

La sicurezza alimentare è un tema di grande importanza nella nostra vita quotidiana. Dopo il caso mucca pazza e l’avvento dei cibi transgenici, è fondamentale avere certezze sulla qualità e la provenienza del cibo che tutti i giorni consumiamo. Proprio il convegno di Confcommercio che si è tenuto a Lucca, ha fornito l’occasione per parlare di sicurezza alimentare. L’europarlamentare Adriana Poli Bortone, ha sottolineato l’importanza del concetto di responsabilità e controllo. “Tra gli input positivi che l’Unione europea ha dato in questo campo - ha detto la Poli Bortone – c’è quello sul controllo della filiera alimentare”.  Il punto di vista dei consumatori è stato illustrato da Giustino Trincia del Consiglio Nazionale Consumatori e Utenti, che ha indicato tre cose fondamentali in tema di sicurezza alimentare: informazione, trasparenza e strumenti di controllo. “Ma il vero problema – ha detto Trincia – è culturale. Ancora oggi in Italia non si riesce ad avere trasparenza da parte delle autorità sanitarie sugli esiti e la quantità dei controlli effettuati”.  Il presidente della Fida Lanfranco Morganti ha sollevato il problema della tracciabilità: “Per noi – ha detto Morganti – il vero problema è garantirci dai prodotti che riceviamo e che poi mettiamo in vendita”. Secondo Morganti bisogna fare molto di più sui controlli dei prodotti, soprattutto su quelli freschi e freschissimi che spariscono subito dal mercato e anche migliorare la trasparenza. Infine, è intervenuto il vicepresidente della Federcarni Adelmo Brecchia. Brecchia ha riportato il punto di vista dei macellai, “quello sotto casa – ha detto Brecchia – che sa sempre che tipo di carne acquista perché si rifornisce da piccoli produttori”. “L’animale che oggi va in macelleria – ha sottolineato il vicepresidente di Federcarni – ha al massimo 18 mesi”.      

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