Welfare: commercianti e artigiani confermano il no al Protocollo
Welfare: commercianti e artigiani confermano il no al Protocollo
Welfare: commercianti e artigiani confermano no al protocollo
Il protocollo sul welfare “accentua lo squilibrio della spesa sociale italiana a favore delle pensioni, dedica scarse risorse al sostegno di politiche attive del lavoro, contiene inaccettabili disparità di trattamento fra lavoratori dipendenti ed autonomi per ciò che riguarda l’età di accesso alle pensioni di anzianità , le finestre di pensionamento e l’esclusione dei lavoratori autonomi dai lavori usuranti�. Così le maggiori sigle del commercio e dell’artigianato (Confcommercio, Confesercenti, Confartigianato, Cna e Casartigiani), sono tornate a bocciare l’intesa del 23 luglio siglata dal Governo e dalle altre parti sociali.
Secondo i rappresentanti del mondo del commercio e dell’artigianato - sentiti nel corso di un’audizione alla Camera â€" “la metà delle risorse necessarie per il superamento dello scalone e per le agevolazioni a favore dei lavori usuranti finisce per alimentare la spirale perversa basata sul paradigma maggiore spesa-maggiori entrateâ€�. Critiche anche sul rinvio al 2010 della revisione dei coefficienti di trasformazione per il calcolo della pensione. Un rinvio che “rischia di depotenziare i contenuti della riforma Dini attraverso un ricorso improprio alla fiscalità generaleâ€�.
Per ciò che riguarda il mercato del lavoro le 5 associazioni hanno espresso “preoccupazione� perle modifiche normative “che introducono nuove rigidità per le imprese, come nel caso delle novità sui contratti a tempo determinato, sul lavoro a chiamata e sul part time� o “come nel caso dell’apprendistato�. In merito a quest’ultimo istituto commercianti e artigiani hanno chiesto “che venga restituita alla contrattazione collettiva la possibilità di stabilire la retribuzione dell'apprendista secondo il criterio della gradualità �. Perplessità anche sul nuovo meccanismo per accedere alle agevolazioni contributive per la contrattazione di secondo livello. Critiche, infine, pure sulla norma che “rende non fruibile l’indennità di disoccupazione per i lavoratori sospesi da imprese artigiane e Pmi del terziario non rientranti nella cassa integrazione�.