A Varese il Forum dei Giovani Imprenditori Confcommercio

A Varese il Forum dei Giovani Imprenditori Confcommercio

La presidente nazionale dei Giovani Imprenditori, Michela Vittoria Brambilla, ha illustrato i risultati di una ricerca sull'impatto della Finanziaria per il mondo del terziario. E' emersa una decisa bocciatura per la manovra economica.

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19 ottobre 2006
GIOVANI IMPRENDITORI DI CONFCOMMERCIO PER IL RIAVVIO DELLO SVILUPPO E DELLA CRESCITA

Quarto Forum dei Giovani Imprenditori di Confcommercio

 

A Varese, presso la sala convegni Villa Andrea del Centro Congressi Ville Ponti, si è tenuto il quarto Forum Nazionale dei Giovani Imprenditori di Confcommercio. Alla tavola rotonda sul tema "+ Giovani + Imprese = + Sviluppo"  hanno partecipato il ministro per la Famiglia, Rosy Bindi, il presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni, e gli onorevoli Roberto Maroni, Nicola Rossi, Daniela Garnero Santanchè e Bruno Tabacci. Le conclusioni sono state affidate al presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli. Nel corso del Forum, la presidente nazionale dei Giovani Imprenditori, Michela Vittoria Brambilla, ha illustrato i risultati della ricerca sul tema: " Finanziaria 2007, liberalizzazioni, Industria 2015: l'impatto delle nuove politiche di programmazione economica e fiscale sul sistema delle PMI del terziario". Dall'indagine è emersa una sostanziale bocciatura per la manovra economica del governo. Il 70,6% degli intervistati considera la manovra "non equa" per i fini redistributivi dichiarati dal Governo. L'insoddisfazione è poi completa, cioè a prescindere dal parametro dell'equità, per il 76,2% degli intervistati.

C'è di più: il 5,4% della popolazione dichiara di aver maturato una cambiamento di orientamento politico dopo aver visto la Finanziaria. Cioè il 5,4% degli intervistati ha dichiarato di aver votato per lo schieramento del centrosinistra alle elezioni di aprile e oggi, dopo la manovra di bilancio, voterebbe l'altro schieramento. Le interviste si sono rivolte a tre distinti campioni, in tutto 2000 soggetti: 600 sono commercianti, altri 600 piccoli imprenditori e lavoratori autonomi, gli altri 800 sono un campione rappresentativo della popolazione italiana nel suo complesso. Nella ricerca abbiamo sempre indicati i tre elementi di raffronto".

a) Valutazione complessiva della Finanziaria

Meno di un terzo degli intervistati giudica coerente la Finanziaria con il principio di equità ispiratore della manovra; oltre un quarto è in totale disaccordo.

La prospettiva di innalzamento delle tasse sul reddito fa arrabbiare soprattutto chi ha redditi superiori a 40.000 €, ma anche chi è sotto i 30.000 € appare preoccupato.

Nel complesso il giudizio sulla Finanziaria è fortemente negativo: meno di un quarto degli intervistati è soddisfatto, mentre il 40% si dimostra del tutto insoddisfatto.

b) Nuova riforma del TFR

Oltre la metà dei commercianti deve ancora valutare le possibili conseguenze, ma quasi un terzo ritiene che le ripercussioni saranno molto pesanti. Le piccole imprese sono più preoccupate, oltre la metà in maniera molto forte.

Per far fronte alla maggiore spesa i commercianti (20,6%) e le piccole imprese (34,6%), cercheranno di utilizzare le risorse disponibili, ma non si esclude l'aumento dei fidi bancari (rispettivamente, 15,4% e 29,3%), o la richiesta di nuovi fidi (8,8%; 13,8%).

c) Riduzione del cuneo fiscale

Secondo i due terzi dei commercianti e per circa il 60% delle piccole imprese i vantaggi saranno nulli. A questi vanno aggiunti coloro che si aspettano solo risparmi marginali, (16% dei commercianti, circa 20% delle imprese).

Commercianti (62%) e titolari di impresa (77%) sono più favorevoli ad una riduzione del costo delle materie prime e dei servizi, che nell'ultimo anno hanno pesato di più sui loro bilanci, mentre il costo del personale rappresenta la voce di costo più stabile.

Per commercianti e imprese gli interventi più importanti da attuare per sostenere le due categorie sono: la riduzione della tassazione d'impresa (circa 40%), la semplificazione burocratica (circa 20%), la riduzione del costo del lavoro (circa 15%).

L'incremento delle contribuzioni per gli apprendisti penalizzerà in modo consistente questo tipo di contratto per il 65,9% dei commercianti ed il 73,4% delle piccole imprese.

d) Bollo auto e Suv

Per tutti gli intervistati, l'aumento del bollo auto per quelle più vecchie è sbagliato, dato che colpisce soprattutto chi non può permettersi di acquistarne una nuova. Per commercianti ed imprenditori l'incremento del bollo auto è un modo per "fare cassa" (più del 15%); i cittadini pensano che così si toglieranno dalla strada auto inquinanti (22,2%).

È giusto far pagare di più chi può permettersi i Suv per il 44% circa di commercianti ed imprese, per il 57,4% dei cittadini; per 2 commercianti e imprenditori su 10 è sbagliato, perché in molti casi vengono utilizzati per motivi di lavoro.

 

e) Reintroduzione della tassa di successione

Per i commercianti e i titolari di impresa il disappunto è forte anche nel timore che ostacolerà il passaggio d'impresa (oltre l'80%); tra i cittadini circa un terzo dei rispondenti si esprime invece in maniera positiva.

 

f) Effetti della finanziaria su imprese e cittadini

I più "tartassati" dalla Finanziaria: per commercianti ed imprese, la loro categoria (circa il 60%), anche se per il 22% saranno più o meno tutti a subirne le conseguenze; per i cittadini, i dipendenti dal reddito medio (40,4%).

 

g) Effetti della finanziaria sugli Enti locali

La stretta sui bilanci degli Enti locali porterà all'aumento delle imposte già esistenti (80% dei commercianti, circa due terzi di imprese e cittadini).

i Comuni faranno leva con più probabilità sull'Ici per il 52% dei commercianti ed oltre il 40% di imprese e cittadini; le addizionali Irpef non preoccupano gli imprenditori ma i cittadini (20%). I tagli nei servizi potrebbero avvenire nella sanità (12% di commercianti ed imprese, 7% dei cittadini) e nello smaltimento dei rifiuti.

Appare utile la gestione del Catasto ai Comuni come lotta all'evasione, sebbene ci sia un certo scetticismo, più da parte degli imprenditori (circa 30%) che dei cittadini (22%).

 

La manovra delle tasse

 

1. criticità economia italiana:

 

Dalla metà degli anni novanta, l'Italia cresce meno delle altre economie avanzate, sia dell'area dell'euro, sia dell'area del dollaro;

la produttività è bassa ed evidenzia tassi di incremento modesti;

sono troppi i nodi strutturali irrisolti che il sistema-Paese si trascina da decenni (efficienza della P.A., fabbisogno energetico, carenze infrastrutturali, riqualificazione della spesa pubblica, abbattimento dello stock del debito pubblico).

Dati gli attuali assetti europei, che hanno privato gli Stati nazionali della leva della politica monetaria, decisa dalla Banca Centrale Europea, le uniche risorse da destinare al sostegno della crescita e dello sviluppo possono provenire solo da una accorta gestione della politica fiscale.

 

 

2. quadro economico del Paese

 

Il 70% del valore aggiunto complessivamente prodotto in Italia è creato dal settore terziario.

Le maggiori performance di crescita rispetto all'anno precedente si sono riscontrate nelle costruzioni (+4,6%), ma e nei servizi (+2,8%).

In termini di occupazione, due lavoratori su tre operano nel comparto dei servizi (66,6%), mentre l'industria raccoglie circa il 28% della manodopera totale. Tra questi il 72,6% è impiegato nell'industria in senso stretto, mentre il 27,4% lo è nelle costruzioni e servizi annessi. In termini congiunturali, il maggior aumento degli occupati è stato registrato nelle costruzioni (+2,3%), seguito dai servizi (0,3%).

 

 

3. criticità della finanziaria 2007

 

a) SOLO ENTRATE AGGIUNTIVE E NIENTE TAGLI ALLA SPESA

Con la finanziaria 2007 la pressione fiscale aumenterà di circa 2 punti e sfiorerà il livello record del 43%, ritornando ai livelli massimi del '97 (quando c'era la tassa per l'Europa). Pressione fiscale che colpirà soprattutto le piccole imprese italiane, il cosiddetto "popolo della partita IVA" che comprende circa 5,5 milioni di soggetti, di cui 3,8 milioni sono ditte individuali (lavoratori autonomi, commercianti e artigiani), 1 milione sono le società di persone e 840 mila circa sono le società di capitali. Nel complesso le imprese in Italia danno lavoro a più di 10 milioni di dipendenti (10.227.086, dato ISTAT censimento 2001).

 

b) RIFORMA DELL'IRPEF

L'aumento complessivo delle tasse colpirà i redditi lordi superiori a 30 mila euro e i risparmi di imposta eventualmente conseguiti (50-250 euro all'anno) verranno comunque erosi dagli aumenti di bollo auto, assicurazione immobili, tasse locali, ecc. riducendo ulteriormente i consumi e non sostenendo la crescita e lo sviluppo.

Se parliamo di imprenditori senza dipendenti, i vantaggi svaniscono completamente a causa dell'inasprimento INPS.

Il ritorno alle detrazioni da lavoro, seppure utile strumento per il rafforzamento equitativo, porta ad un inevitabile danno per i contribuenti con carichi familiari, in quanto nel calcolo delle addizionali non potranno più contare sulla cosiddetta "family area" (deduzioni per il nucleo familiare).

 

c) STUDI DI SETTORE E LOTTA ALL'EVASIONE FISCALE

L'80% dei contribuenti già soggetti agli studi di settore risulta congruo; appare difficile dunque poter ottenere fino a 3 miliardi di euro di nuove entrate attraverso la revisione degli stessi. Ulteriori inasprimenti degli studi di settore non faranno che aumentare il numero dei soggetti che sceglieranno la via del contenzioso.

Gli autonomi non dichiarano meno dei loro dipendenti: la media dei redditi di questi ultimi è alzata da soggetti che rivestono alte cariche (magistrati, professori universitari, quadri, dirigenti d'azienda), mentre le ditte più strutturate (quelle in contabilità ordinaria) dichiarano redditi pari al doppio dei dipendenti. Il reddito medio dichiarato dagli autonomi è abbassato dall'elevata nati/mortalità delle imprese (tasso di turn-over pari al 15%), dai redditi "parziali" e dalle imprese in perdita. Nei primi cinque anni di vita "muoiono" in media circa il 55% delle imprese e nei primi tre tra il 25% ed il 40%.

 

d) CUNEO FISCALE

La riduzione del costo del lavoro attraverso il "cuneo fiscale" costituisce uno strumento a favore quasi esclusivo delle grandi imprese, dotate strutturalmente di un maggior numero di dipendenti.

A parità di livello o di inquadramento dei dipendenti, le retribuzioni medie nella piccola impresa sono più basse rispetto all'industria; ciò comporta un ulteriore svantaggio poiché le piccole non potranno beneficiare pienamente degli sgravi derivanti dal cuneo.

Per favorire la competitività sarebbe stato più opportuno un intervento in termini di riduzione delle tariffe (luce, acqua, gas, ecc.) e/o di contributi finalizzati al contenimento dei prezzi delle materie prime.

 

e) TFR

Il TFR rappresenta per le imprese un problema di natura finanziaria. Le imprese saranno costrette a rivolgersi al sistema bancario per poter dare seguito a nuovi flussi di cassa mensili per la parte di TFR non trattenuta.

Si indebolisce ulteriormente la posizione delle imprese rispetto al sistema creditizio, che dovrà essere disposto a finanziare tali esborsi senza caricare eccessivamente il sistema produttivo di ulteriori oneri, o nella peggiore delle situazioni spingere al collasso quelle imprese già in gravi difficoltà dal punto di vista finanziario.

 

f) Previdenza

Con l'inasprimento delle aliquote previdenziali a carico della gestione "commercianti" si vogliono risolvere i gravi problemi del settore previdenziale, che sono invece di natura strutturale. Da tempo esiste uno squilibrio contributi/pensioni e i conti della previdenza risentono negativamente di alcune anomalie demografiche e sociali.

 

g) Lavoro

La revisione della legge 30/2003 non deve compromettere la flessibilità del mercato del lavoro. Combattere l'uso indiscriminato di queste forme contrattuali agendo sul versante contributivo è dannoso soprattutto per i lavoratori delle categorie più deboli, che già faticano ad inserirsi nel mondo del lavoro.

Si penalizzano i 530 mila apprendisti che già lavorano nelle imprese italiane (204 mila nel commercio) con l'innalzamento delle aliquote contributive, compromettendo ulteriormente le eventuali nuove assunzioni, indebolendo un istituto che da sempre sostiene il sistema produttivo italiano.

 

h) TASSAZIONE LOCALE

Lo sblocco delle aliquote addizionali all'Irpef comporterà un inevitabile aumento della pressione fiscale locale e complessiva, poiché non si rilevano misure efficaci per il contestuale contenimento del prelievo centrale.

La revisione degli estimi catastali produrrà un aumento anche dell'ICI.

Saranno introdotte tasse di scopo per il finanziamento di opere pubbliche.

Le Regioni saranno obbligate ad aumentare le tasse per contribuire a risanare il loro eventuale disavanzo sanitario.

I Comuni potranno stabilire una tassa di ingresso e soggiorno a carico dei non residenti (massimo 5 euro), che avrà effetti disincentivanti per il turismo e conseguentemente sul commercio.

 

i) Politiche per l'equità

In un momento di difficoltà del Paese appare fuori luogo che si arrivi a penalizzare una parte dei contribuenti (lavoratori autonomi) e contestualmente si premino i dipendenti della pubblica amministrazione: è giusto, infatti, che al risanamento delle finanze pubbliche contribuisca l'intera popolazione e non solo una parte di essa. I livelli retributivi del pubblico impiego sono già sensibilmente più elevati di quelli del settore privato, con riflessi notevoli sulle casse dello Stato.

 

 

 

Il commercio secondo Bersani

 

1. il decreto sulle liberalizzazioni

 

Il Decreto-legge stabilisce una serie di disposizioni che avranno conseguenze dirette ed indirette anche per il settore del terziario, e del commercio in particolare:

Disposizioni di tutela della concorrenza nel settore dei servizi professionali

Regole di concorrenza nel settore della distribuzione commerciale

Liberalizzazione della produzione di pane

Interventi nel campo dei farmaci

Deroga al divieto di cumulo di licenze per il servizio di taxi

Passaggi di proprietà di beni mobili registrati

Clausole anticoncorrenziali in tema di rc-auto

Sistema informativo dei prezzi dei prodotti agro-alimentari

Condizioni contrattuali dei conti correnti bancari

Soppressione di commissioni

Disposizioni in materia di trasporto locale e di circolazione dei veicoli

Integrazione dei poteri dell'Antitrust

 

Le libere professioni: Arrivano parcelle ‘negoziabili' tra le parti e legate al risultato della prestazione. I liberi professionisti possono far conoscere agli utenti i servizi offerti attraverso la pubblicità. L'utente potrà rivolgersi a società multidisciplinari (formate da architetti, avvocati, notai, commercialisti ecc…).

 

Monitoraggio dei prezzi dei prodotti agroalimentari al servizio del cittadino: il Ministero dello Sviluppo Economico, di intesa con il dicastero delle Politiche Agricole, mette a disposizione di Regioni e Comuni programmi di rilevazione dei prezzi dei prodotti agroalimentari al fine di rendere pubbliche le variazioni di prezzo.

 

Niente più limiti alla produzione di pane e al numero di panifici: viene abrogata la legge del 1956 che poneva un limite quantitativo alla produzione di pane e al numero dei panifici nei singoli comuni e prevedeva, inoltre, un regime autorizzatorio in capo alle Camere di Commercio.

 

Class action: si istituisce l'azione collettiva a tutela dei consumatori e degli utenti in conformità con la normativa comunitaria

 

Commissioni consultive: il decreto stabilisce la soppressione di commissioni che allungano tempi burocratici e che chi giudica non può essere parte in causa.

N:B: Le Commissioni a cui si fa riferimento sono quelle relative ai pubblici esercizi (bar e ristoranti) operanti nelle Regioni che non hanno ancora esercitato la propria competenza esclusiva in materia.

Passaggi di proprietà: scompare l'obbligo di intervento del notaio per i passaggi di proprietà di beni mobili registrati (auto, motorini, barche ecc.).

 

Taxi: scompare il divieto di cumulo delle licenze e si va verso una maggiore offerta ai cittadini.

 

Conti correnti. Tutela dei correntisti e della loro libertà di scelta: qualunque modifica unilaterale delle condizioni contrattuali deve essere comunicata espressamente al cliente per iscritto, secondo modalità immediatamente comprensibili, con preavviso minimo di trenta giorni. Entro sessanta giorni dal ricevimento dalla comunicazione scritta, il cliente ha diritto di recedere senza penalità e senza spese di chiusura e di ottenere, in sede di liquidazione del rapporto, l'applicazione delle condizioni precedentemente praticate. Le variazioni contrattuali per le quali non siano state osservate le prescrizioni del presente articolo sono inefficaci, se pregiudizievoli per il consumatore. Le variazioni dipendenti da modifiche del tasso di riferimento devono operare sia sui tassi debitori sia su quelli creditori.

 

Concorrenza e commercio: ­ offerte promozionali valide per tutto il paese,

­ niente obbligo di rispettare distanze minime tra esercizi,

­ stop a requisiti professionali per aprire negozi con eccezione per bar e ristoranti ed esercizi alimentari,

­ libertà di assortimento merceologico.

Garanzie per l'uniformità delle condizioni soggettive di natura professionale di accesso all'esercizio su tutto il territorio nazionale:

si eliminano i requisiti professionali eventualmente previsti da leggi regionali per l'apertura di esercizi commerciali operanti in settori diversi da quello alimentare;

si sopprime il parametro della distanza minima tra un esercizio ed un altro (norma ritenuta dalla dottrina fortemente restrittiva della concorrenza) ai fini della concessione dell'autorizzazione all'apertura di una determinata attività commerciale;

scompare ogni forma di limitazione, fissata per legge o per via amministrativa, alla libera scelta dell'imprenditore di determinare l'assortimento merceologico del proprio esercizio commerciale, ritenuto più idoneo a soddisfare le esigenze dei consumatori;

si eliminano i meccanismi di programmazione degli insediamenti commerciali fondati sul rispetto di predeterminati limiti antitrust operanti a livello infraregionale, anche per tener conto della specifica segnalazione dell'Antitrust riguardo alla regolamentazione adottata in materia di commercio dalla Regione Siciliana. La regione Sicilia, infatti, ha stabilito che grandi catene di distribuzione non possono superare una certa quota di mercato;

si cancellano i divieti generali, parziali o di limitazioni di ordine temporale per l'effettuazione di vendite promozionali scontate all'interno dei singoli esercizi commerciali, fatta eccezione delle tradizionali vendite di fine stagione e delle vendite sottocosto.

 

Riforma dei servizi pubblici locali: una legge delega fissa i criteri della riforma, per cui il principio generale per l'affidamento sarà quello della gara pubblica e aumenta la tutela degli utenti.

 

 

Il disposto normativo noto come "legge Bersani" contiene al suo interno anche una parte della manovra di carattere prettamente fiscale che produce principalmente tre effetti:

-        un significativo ampliamento dei poteri e degli strumenti a disposizione dell'Amministrazione Finanziaria da utilizzare nello svolgimento dell'attività di controllo e accertamento;

-         maggiori adempimenti per le imprese e quindi maggiori costi burocratici;

-         aumento della tassazione derivante dall'ampliamento diretto o indiretto della base imponibile.

 

Il primo riferimento appartiene all'art. 35 del decreto dove è prevista una sommatoria di misure di contrasto all'evasione e all'elusione fiscale. Coinvolge diversi settori economici, con una particolare attenzione alla disciplina fiscale degli immobili. Le motivazioni del legislatore erano quelle di intervenire sui fenomeni più evidenti, in particolare nel campo dell'IVA; uno studio dell'Agenzia delle Entrate metteva in rilievo come nel nostro Paese vi fosse un anomala discrepanza tra il gettito di competenza e quanto poi effettivamente incassato. Il settore immobiliare era indicato dallo studio stesso tra quelli più a rischio.

Le aziende del commercio vengono interessate dal disposto normativo solo nel momento in cui si trovano a dover disporre di immobili.

 

Con l'art. 36 il legislatore si pone come obiettivo il recupero di base imponibile. In particolare alcuni aspetti sono di diretto interesse delle imprese che hanno il loro ambito di attività nel settore del commercio. La manovra correttiva estiva interviene disciplinando in maniera diversa gli ammortamenti, in modo particolare quelli degli autoveicoli, e prevedendo in particolare alcune modifiche alla precedente legislazione in tema di minus e plusvalenze.

 

Le considerazioni che emergono dalla lettura dell'art. 37 riguardano l'anticipazione dei termini di scadenza dei più importanti obblighi di natura fiscale. Con il titolo di "disposizioni in tema di accertamento, semplificazione e altre misure di carattere finanziario"  si vanno in sostanza a ridurre i tempi per la presentazione delle principali dichiarazioni fiscali a disposizione dei contribuenti. Tutta questa serie di norme va a modificare un sistema di scadenze consolidato da anni, accelerando i termini degli adempimenti e dei versamenti a vantaggio unicamente dell'Amministrazione Finanziaria, che potrà disporre di dati e di risorse monetarie anticipatamente rispetto al passato. Il costo di queste modifiche, e non stiamo parlando dei soli oneri burocratici, graverà esclusivamente sui contribuenti.

Altre importanti modifiche introdotte con l'art. 37 riguardano la materia degli studi di settore, con modifiche relative alla loro applicazione; l'introduzione, in un apposita sezione dell'Anagrafe Tributaria di un archivio contenente informazioni su conti correnti bancari e postali dei contribuenti; il ritorno dell'elenco clienti-fornitori.

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