A marzo l'inflazione riprende a salire

A marzo l'inflazione riprende a salire

Secondo le stime definitive Istat l'indice nazionale dei prezzi al consumo è rimasto stabile su base mensile ed è aumentato dell'1,2% su base annua da +0,8% del mese precedente. 

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16 aprile 2024

Dopo la "stasi" di febbraio, a marzo l'inflazione ha ripreso a salire aumentando dell'1,2% su base annua rispetto al +0,8% del mese precedente, mentre su base mensile il dato è rimasto stabile. Queste le stime definitive dell'Istat (qui i dati completi in pdf), dalle quali si desume che l'inflazione cosiddetta "di fondo", al netto degli energetici e degli alimentari freschi, è rimasta stabile al 2,3%, quella invece al netto dei soli beni energetici rallenta da 2,6% a 2,4%. L'accelerazione risente dell'attenuarsi della flessione su base tendenziale dei prezzi dei beni energetici (-10,3% da -17,2% di febbraio), sia per la componente regolamentata che non regolamentata e, in misura minore, alla crescita di quelli dei Servizi relativi ai trasporti (da +3,8% a +4,5%).

Frena invece la dinamica su base annua per i cosiddetti prodotti del carrello della spesa: i prezzi dei Beni alimentari, per la cura della casa e della persona rallentano su base tendenziale da +3,4% a +2,6%. Stessa tendenza anche per quelli dei prodotti ad alta frequenza d'acquisto da +2,8% di febbraio a +2,5%.

L'inflazione acquisita per il 2024 è pari a +0,5% per l'indice generale e a +1,2% per la componente di fondo. In base alle stime preliminari, l'indice armonizzato dei prezzi al consumo aumenta di 1,2% su base mensile, per la fine dei saldi stagionali di cui l'indice nazionale dei prezzi al consumo per l'intera collettività (NIC) non tiene conto, e dell'1,2% su base annua (da +0,8% di febbraio).

Indice dei prezzi al consumo Nic Gennaio 2019 - marzo 2024, variazioni percentuali congiunturali e tendenziali (base 2015=100)

Confcommercio: "Dato largamente atteso"

"La risalita dell’inflazione era largamente attesa – la nostra valutazione era di un +1,5% - e non deve destare particolari allarmi. Infatti, al di là di alcuni effetti stagionali, come l’aumento dei prezzi di alcuni servizi di trasporto e turistici, l’aumento su base annua è strettamente correlato al confronto con un periodo in cui i prezzi degli energetici erano in forte e repentino calo, tanto da determinare a marzo del 2023 una riduzione dello 0,4% dell’inflazione in termini congiunturali". Questo il commento dell’Ufficio Studi Confcommercio ai dati Istat.

"Va sottolineato – ha proseguito la nota - il progressivo rallentamento dei prezzi degli alimentari (guidato dal comparto del non trasformato) e, più in generale, dei prodotti che le famiglie acquistano con maggior frequenza, ciò che ne determina le percezioni su prezzi e potere d’acquisto. Che il quadro sia confortante sotto il profilo dell’inflazione, si desume sinteticamente dal fatto che la componente core si riduce nella metrica dell’indice armonizzato (da 2,6% a 2,5% di marzo). Il dato di oggi è peraltro coerente con l’ipotesi di un’inflazione, nella media dell’intero 2024, prossima o di poco superiore all’1%, dato decisamente inferiore al target della BCE".

 

Altre notizie e approfondimenti sono a tua disposizione nel nostro focus dedicato ai dati Istat con in più le note dell'Ufficio Studi di Confcommercio. Trovi la pagina a questo link: Focus Istat di Confcommercio.

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