Conti pubblici: la Ue attende la risposta italiana ma apre alla flessibilità per i terremoti

Conti pubblici: la Ue attende la risposta italiana ma apre alla flessibilità per i terremoti

Giovedì e venerdì il ministro dell'economia Pier Carlo Padoan incontrerà il commissario Moscovici e il vicepresidente Dombrovskis a margine delle riunioni dell'Eurogruppo e dell'Ecofin.

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24 gennaio 2017

La Commissione europea è sempre in attesa della risposta del Governo italiano alla lettera inviata ormai una settimana fa, nella quale chiedeva una correzione dei conti dello 0,2% del pil da annunciare entro il primo febbraio. La scadenza non è cambiata, né l'Italia ha fatto richiesta di un posticipo, fanno sapere fonti europee. Si continua quindi a negoziare, e giovedì e venerdì il ministro dell'economia Pier Carlo Padoan lo farà di persona con il commissario Moscovici e il vicepresidente Dombrovskis a margine delle riunioni dell'Eurogruppo e dell'Ecofin. Si parte sempre dalla riduzione del debito pubblico, nonostante secondo Eurostat abbia fatto registrare uno dei cali più sensibili nel terzo trimestre 2016, passando da 135,5% a 132,7% del pil. Nonostante tutta la flessibilità concessa dal 2015, il Governo - spiegano i tecnici - non è stato in grado di assicurare i conti ad un percorso adeguato verso il pareggio strutturale di bilancio. C'è quindi un 'gap' dello 0,2% da colmare senza rinvii, come chiariscono i commissari nella lettera. Certo, Bruxelles non è sorda alle richieste di aiuto da parte italiana, e soprattutto si rende conto che i disastri naturali a cui è stata ed è tuttora soggetta, la rendono un caso davvero unico in questo momento. E' per questo che il commissario Moscovici sembra fare una mezza apertura: "La ripetizione dei terremoti dimostra che c'è qualche aspetto strutturale" nel fenomeno, e quindi anche nella natura della spesa che l'Italia è costretta a sostenere. Ovvero: le spese 'eccezionali' che Bruxelles ha già autorizzato e che non conta nel deficit, potrebbero assumere una natura più strutturale (i danni sono tanti e così le esigenze di ricostruzione) ma non per questo meno eccezionale. La Ue potrebbe quindi allargare la sua interpretazione di spese eccezionali. "Per il terremoto stiamo facendo tutto quello che possiamo, siamo pienamente disponibili", ha detto Moscovici a margine di una conferenza sul pilastro sociale dell'Ue, precisando però di non voler parlare ora di spese ulteriori. Questo perché resta valida la richiesta di una correzione dei conti, obbligatoria in base alle regole che la Commissione deve far applicare. La Commissione, spiega il responsabile degli affari economici, "non prenderà mai una decisione al di fuori delle regole" sulla flessibilità, che sono necessarie ma continueranno ad essere applicate favorendo "un'interpretazione intelligente".

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