2) Mercato del lavoro: sintesi delle posizioni di Rete Imprese Italia

2) Mercato del lavoro: sintesi delle posizioni di Rete Imprese Italia

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6 marzo 2012

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Documento per conferenza stampa

Roma, 6.3.2012

Sintesi delle posizioni di R.ETE. Imprese Italia

 


AMMORTIZZATORI SOCIALI

 

La riforma dell’attuale sistema degli ammortizzatori sociali deve necessariamente muovere da un quadro chiaro della situazione esistente sia rispetto alle risorse sia rispetto alle quantità e modalità di utilizzo nei diversi settori.

Un moderno e rinnovato sistema di welfare, che presenti le caratteristiche di inclusività e di sostenibilità per l’intero sistema produttivo, non può prescindere, in una fase economica come quella attuale, da un’analisi dettagliata sull’uso degli strumenti vigenti nei diversi comparti economici e dei corrispondenti rapporti tra entrate/uscite, comprese tutte le “voci contributive” che finanziano le prestazioni temporanee, da cui emergono le seguenti evidenze e necessità di intervento:

·        riduzione delle tariffe INAIL delle gestioni terziario e artigianato in forte avanzo da molti anni: dal 2002 al 2011 l’avanzo della gestione industriale – che nell’ultimo biennio è andata in deficit - è stato pari a 500 milioni di euro, mentre il terziario ha fatto registrare un avanzo di 9.378 milioni di euro e l’artigianato di 10.333 milioni di euro (tab.1);

·        dalla serie storica dei risultati di bilancio del comparto “prestazioni temporanee” dell’INPS si registra un avanzo strutturale tra contribuzioni versate e prestazioni effettivamente erogate. I più recenti dati sull’utilizzo degli strumenti di integrazione salariale confermano un forte sbilanciamento tra settori economici e la conseguente necessità di un uso ottimale delle risorse che può derivare da una razionalizzazione dei modelli e della spesa. Emblematico il caso della malattia: dai dati dei bilanci INPS della gestione malattia si registra un avanzo strutturale annuo, generato prevalentemente dai comparti del terziario e dell’artigianato. Prendendo ad esempio l’anno 2008, nel totale dei settori si hanno oltre 4 miliardi di entrate, meno di 2 miliardi di uscite, con un avanzo generale di 2,4 miliardi di euro, di cui il 75,6% generato dai nostri settori (tab.2);

·        osservando l’andamento della Cassa Integrazione Guadagni per tipo di intervento e ramo, nel periodo pre-crisi (2005-2007) il totale degli interventi dei settori Commercio e Artigianato è stato pari al 3,8% del totale, a fronte di un utilizzo del 78,1% dell’Industria. Nel periodo 2005-2011 la quota di utilizzo dei nostri settori è stata pari al 14,8%, nonostante il periodo di crisi eccezionale  mentre nell’Industria il 75,3% (tab.3); bisogna inoltre sfatare il luogo comune per cui la Cassa Integrazione Guadagni in Deroga è utilizzata solo dalle PMI del commercio e dell’artigianato. La CIGD nel periodo 2005-2011 è stata utilizzata dall’Industria per circa il 39% del totale nonostante l’utilizzo delle integrazioni salariali ordinarie e straordinarie (tab. 3 e 3 bis);

·        facendo una sintesi elaborata sui dati INPS rispetto al complesso di tutti gli ammortizzatori sociali nel periodo 2008-2010 (tab.4) si registra un disavanzo complessivo pari a 27,3 miliardi di euro, comprese le coperture figurative ai fini pensionistici. Tale disavanzo è composto per un terzo da importi finanziari su misure di cui non beneficiano i nostri settori; per la restante quota, i settori del terziario e dell’artigianato pesano meno del 50% del disavanzo.

Quindi ipotizzare un modello teorico completamente avulso da risorse  e dati concreti non è corretto.

Uno strumento unico di “Cassa” per tutti i settori non risponde alle esigenze dei diversi comparti economici, anzi può rivelarsi inutile ed addirittura dannoso. Sono  fondamentali anche  i temi delle causali di intervento e delle sospensioni che sono diverse da settore a settore.

Proprio le peculiari esigenze dei settori hanno realizzato alcune positive esperienze per il sostegno al reddito dei lavoratori durante i periodi di crisi aziendale con sospensione dell’attività produttiva. Ad esempio i lavoratori del comparto dell’Artigianato hanno avuto accesso a strumenti di natura contrattuale gestiti dalla bilateralità, in assenza di ammortizzatori sociali ordinari, sulla base di un sistema che ha oltre 40 anni di storia.


MERCATO DEL LAVORO, INCENTIVI E FLESSIBILITÀ

L’attuale assetto del mercato del lavoro rappresenta il frutto di una lunga e significativa esperienza nella quale la contrattazione collettiva ha svolto e svolge un ruolo rilevante che ha determinato e determina un quadro di equilibrio di diritti e tutele.

Il mercato del lavoro non può essere considerato una “scatola chiusa”. È sempre collegato allo sviluppo dell’economia del Paese e dell’Europa, il che significa far confluire le riforme del lavoro nel più ampio progetto di rimodulazione dei processi di liberalizzazione, che incidono profondamente sulla vita delle imprese.

L’obiettivo della riforma del lavoro deve essere la crescita dell’occupazione ma tale obiettivo non si realizza attraverso l’irrigidimento delle regole e l’incremento dei relativi costi.

Inoltre, il mercato del lavoro italiano non è duale (stabili e precari) ma ha una terza dimensione che è quella del lavoro sommerso per cui eliminare o sterilizzare forme contrattuali, progettate per contrastare il lavoro nero, potrebbe avere l’effetto di accrescere il sommerso.

Bisogna inoltre evidenziare la scarsa attenzione nelle politiche governative per tutto il mondo del lavoro autonomo e dell’impresa diffusa che contribuisce in maniera rilevante all’occupazione del Paese e alla produzione di ricchezza.

 

APPRENDISTATO

R.ETE. Imprese Italia ritiene che vada consentito a tutti i soggetti interessati di dare attuazione al Testo Unico, senza generare dubbi su possibili modifiche di tale normativa. Vanno confermate le vigenti agevolazioni contributive per l’assunzione di apprendisti e rafforzate le attuali agevolazioni previste per la trasformazione del rapporto di lavoro alla fine del periodo di apprendistato. Del resto i settori dell’artigianato e del commercio occupano oltre la metà degli apprendisti.

 

CONTRATTO A TEMPO DETERMINATO

Il contratto a tempo determinato non può avere costi ulteriori in quanto risponde a esigenze di organizzazione del lavoro rispetto alle quali i CCNL hanno individuato soluzioni a tutela di imprese e lavoratori che costituiscono esempi di buona occupazione.

Pensare di incrementare i costi del contratto a tempo determinato, significa penalizzarlo e ridurre opportunità di lavoro e competitività delle imprese. Non va dimenticato che chi è assunto a tempo determinato già gode delle medesime regole e disposizioni previste per i dipendenti a tempo indeterminato e che il lavoro a termine già costa di più ai fini IRAP.

In alcuni settori c’è una esigenza fisiologica legata a fattori temporanei che viene soddisfatta prevalentemente con contratto a tempo determinato. Ne è prova il fatto che in questi ambiti l’istituto è stato efficacemente regolamentato nei contratti collettivi, anche prevedendo percentuali/quote massime di utilizzo.

Va rivalutata la sua funzione e la sua genuinità, che privilegia il rapporto diretto tra impresa e dipendente rispetto a forme contrattuali come la somministrazione di lavoro, che sono state una delle cause delle terziarizzazioni in azienda.

 

CONTRATTO DI INSERIMENTO

Va rafforzato il contratto di inserimento per favorire prevalentemente l’occupazione di donne e over 55, anche nella prospettiva dell’invecchiamento attivo. Al fine di migliorare l’occupabilità dei lavoratori svantaggiati e per rendere effettivo l’utilizzo del contratto di inserimento/reinserimento, occorre rendere gli sgravi sempre certi, fruibili e strutturali.

 

CONTRATTI DI LAVORO A TEMPO PARZIALE

L’attuale assetto normativo del lavoro a tempo parziale deve essere confermato. Tale istituto è ampiamente disciplinato dalla contrattazione collettiva che ha regolamentato anche le clausole flessibili/elastiche e il lavoro supplementare. Il Governo della semplificazione deve evitare appesantimenti burocratici sulle imprese assolutamente inutili.

 

LAVORO A CHIAMATA

A specifiche esigenze di flessibilità risponde il lavoro a chiamata, rispetto al quale è ipotizzabile un percorso di manutenzione al fine di evitare abusi e distorsioni nell’utilizzo.

 

VOUCHER

Il lavoro occasionale accessorio (Voucher) risponde a specifiche esigenze organizzative dei fruitori e consente a studenti e pensionati di poter svolgere correttamente alcune attività occasionali. Sullo strumento è ipotizzabile un percorso di manutenzione al fine di evitare abusi e distorsioni nell’utilizzo.

 

CONTRATTI A PROGETTO, PARTITE IVA IN MONOCOMMITTENZA E ASSOCIAZIONI IN PARTECIPAZIONE

Con riferimento al lavoro a progetto, escludendo da ogni intervento coloro che sono iscritti come seconda attività all’INPS (perché già dipendenti, autonomi o pensionati) e gli amministratori delle società (che nel complesso rappresentano circa il 50%), si ritiene che vadano colpite le patologie nell’utilizzo, anche intensificando gli strumenti di controllo e di incrocio con le banche dati già esistenti, visto che il numero complessivo è circoscritto (tab.5).

Analogamente per gli associati in partecipazione (circa 52 mila posizioni nel 2010) e per le partite IVA in monocommittenza pluriennale è possibile prevedere modalità di controllo che possano assicurare la genuinità della prestazione, ma siamo contrari a campagne ideologiche che possano essere interpretate come un ostacolo alla autoimprenditorialità (tab.5).

 

 

INCENTIVI ALLE ASSUNZIONI PER LA CRESCITA DELL’OCCUPAZIONE

Si ritengono i seguenti incentivi utili a favorire le assunzioni:

·        Incentivi sia di carattere fiscale che contributivo per le assunzioni a tempo indeterminato incrementali dei livelli occupazionali, anche per le trasformazioni anticipate dei contratti di apprendistato (da finanziarsi anche attraverso fondi strutturali).

·        Incentivo alla stabilizzazione a tempo indeterminato per chi matura almeno 36 mesi (anche non continuativi) in contratti a tempo determinato, presso diversi datori di lavoro.

·        Incentivi per chi assume lavoratori percettori di sussidi attraverso l’attribuzione al datore di lavoro di una quota del sussidio residuale spettante al lavoratore, con relativo risparmio per le finanze pubbliche.

 

DECONTRIBUZIONE MISURE PER LA PRODUTTIVITÀ

Occorre dare certezza e tempestività alle misure di decontribuzione per la produttività legate al II° livello di contrattazione. Anche rispetto alla detassazione occorre definire tempi e misure certi che ne garantiscano la fruizione.

 

FLESSIBILITÀ IN USCITA (articolo 18 Statuto dei Lavoratori)

Fermo restando l’attuale regime sulle imprese fino a 15 dipendenti, si condivide un intervento mirato a ridurre il contenzioso e ad accelerarne i tempi, anche attraverso una più puntuale definizione delle causali per diminuire il livello discrezionale nei processi.

 

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