Affitti e compravendite in calo nelle località turistiche

Affitti e compravendite in calo nelle località turistiche

Presentato il Rapporto Fimaa sull'andamento del mercato immobiliare turistico: locazioni in dimnuzione in tutte le regioni (-12% rispetto allo scorso anno) e canoni in discesa del 10,5% medio. Compravendite giù del 13,2%, con prezzi in calo del 6,2% al mare e del 3,3% in montagna. Capri e Forte dei Marmi al top delle quotazioni.

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1 agosto 2013

Anche l'andamento del mercato immobiliare conferma che l'estate 2013 non sarà certo tra quelle da ricordare per il turismo. Secondo il consueto Rapporto Fimaa, che  traccia la congiuntura immobiliare del mercato della locazione e della compravendita dell'estate 2013 rispetto al 2012 e che è stato presentato a Roma presso la sede nazionale di Confcommercio, sono in calo gli italiani che hanno programmato una vacanza, anche se c'è un lieve aumento per il turismo dall'estero: gli affitti estivi di case per vacanza passeranno infatti, rispetto al totale dei viaggi programmati, dal 9,4% del 2012 all'8,1% per gli italiani e dal 12,9% al 13% per la componente straniera, con una contrazione media rispetto al 2012 del 12%. Dal Rapporto, che prende in esame dati di 185 località di mare e 92 di montagna e lago, emerge anche che le locazioni sono in calo in tutte le regioni, con le maggiori variazioni negative in Abruzzo (-22,5%) e Sicilia (-20%). Seguono Sardegna, Toscana, Umbria e Veneto, con cali intorno al 15%, mentre il minor calo del numero di contratti (tra il 5% e il 6%) si registra in Emilia-Romagna, Lazio, Lombardia, Marche e Molise. Sempre per quanto riguarda il mercato degli affitti estivi, rispetto al 2012 emerge che gli italiani hanno effettuato molte prenotazioni last minute e che i loro periodi di vacanza sono, in media, più contenuti mentre quelli degli stranieri sono stabili. I canoni di locazione calano, in media, del 10,5% tendenziale annuo, con picchi del -20% in Friuli Venezia-Giulia e Sicilia. Lievi cali, nell'ordine del 5%, in Basilicata, Calabria, Lazio, Marche e Toscana, mentre in Lombardia i canoni sono stabili rispetto ai livelli del 2012. Passando alle compravendite, Fimaa sottolinea che nel corso dei primi sei mesi del 2013 si è assistito ad un ulteriore rafforzamento di appartamenti in vendita in località turistiche a cui non ha fatto seguito un'analoga tendenza sotto il profilo degli scambi che sono quindi diminuiti del 13,2% rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente. I maggiori cali si sono registrati nelle isole, in Piemonte, Trentino Alto-Adige e Umbria. All'opposto, la riduzione minore del numero di scambi (-10%) si registra in Valle d'Aosta, Molise e Basilicata. Di conseguenza, i prezzi medi di vendita sono diminuiti rispetto allo scorso anno del 6,2% nelle località di mare e del 3,3% in quelle montane e lacuali. Si registra una variazione percentuale annua sensibilmente più negativa per i prezzi minimi medi, segnale che la qualità é in grado di tenere meglio il mercato. La montagna "tiene" maggiormente il valore, mentre nelle località marine la crisi si è abbattuta colpendo in modo indifferenziato tutte le localizzazioni e gli stati di conservazione, anche se occorre evidenziare come gli immobili nuovi di minore qualità siano quelli che registrano il calo maggiore (7%). Tra le dieci località con i prezzi massimi medi di compravendita più elevati, al primo posto ci sono Capri e Forte dei Marmi con 15mila euro al metro quadro. A seguire Madonna di Campiglio (14mila euro/mq), Santa Margherita Ligure (13.500), Cortina d'Ampezzo e Courmayeur (12.000); in fondo alla classifica, Sestri Levante con 8.900. Nelle località marine considerate, il calo maggiore si registra in Friuli Venezia-Giulia, con diminuzioni del 9,2% dei prezzi medi degli appartamenti rispetto allo scorso anno; mentre, all'opposto, tengono meglio in Calabria (-3,4). Il Friuli Venezia-Giulia guida anche la classifica delle variazioni annue dei prezzi medi nelle località di montagna (-11,8%); mentre, all'opposto, la variazione "meno" negativa è dell'Umbria (+0%), preceduta dal Trentino Alto-Adige (-0,6%).

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