Alcol: Fipe e Silb sospendono i rapporti con le istituzioni

Alcol: Fipe e Silb sospendono i rapporti con le istituzioni

E' la risposta all'articolo 6 della legge sulla sicurezza stradale, che prevede la cessazione alle ore due dell'attività di somministrazione di bevande alcoliche nei locali dove vengono organizzate forme di intrattenimento.

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2 ottobre 2007
Roma, 22 dicembre 1999

Alcol: Fipe e Silb sospendono i rapporti con le istituzioni

                                 

Sospensione immediata di ogni azione e ogni rapporto di collaborazione con le Istituzioni nazionali e locali come forma di protesta. E’ quanto deciso da Fipe e Silb in relazione all’articolo 6 della legge sulla sicurezza stradale, che prevede la cessazione alle ore due dell’attività di somministrazione di bevande alcoliche nei locali dove vengono organizzate forme di intrattenimento. “Il divieto â€" si legge in una lettera inviata al presidente del Consiglio, Romano Prodi, e ai titolari dei Ministeri interessati per sollecitare un quadro normativo più efficace e rispettoso, oltre che di tutti i consumatori interessati, anche delle imprese e dei loro lavoratori. - colpisce 2.500 discoteche, 400 night club e oltre 10.000 locali serali che effettuano concerti, concertini ed altri intrattenimentiâ€�.

La Federazione dei pubblici esercizi e quella degli imprenditori dei locali da ballo si erano già attivate per tutelare la salute dei cittadini. In questi mesi era stato aperto un tavolo con i Ministeri e con le amministrazioni locali per dare vita a una serie di iniziative ed azioni di educazione e di prevenzione  volontaria, come l’alcol test, incontri tematici con i giovani, convegni, “guidatore designato�, campagne sulla sicurezza stradale e altro ancora. All’inizio dell'estate era stato sottoscritto con i Ministeri dell’Interno e delle Politiche Sociali e Giovanili il Codice etico di autoregolamentazione per la sicurezza stradale. Nonostante questi sforzi da parte dei pubblici esercizi, “il Parlamento  - si legge ancora nel testo - ha deliberato una norma che fa ricadere esclusivamente sulle imprese, sui lavoratori del settore, sui cittadini, sui turisti la responsabilità di vedere ridotto il numero degli incidenti stradali�.

“La responsabilità addossata agli esercenti â€" si legge infine -  risulta troppo gravosa. Da tempo i pubblici esercizi hanno imboccato con convinzione crescente la via della responsabilità sociale, collaborando con le Istituzioni nazionali e locali. Il divieto è stato adottato senza alcuna verifica preventiva dell’impatto su consumatori, imprese di intrattenimento e loro filiera produttiva e avrà come effetto la chiusura anticipata dell’attività alle ore due di notte, con gravissime conseguenze sulla sopravvivenza economica delle aziende, sull’occupazione degli oltre 53.000 addetti del comparto musicisti, artisti, personale di sala, e quant’altro. Non è stato considerata neanche la perdita di attrattiva turistica complessiva del nostro Paese che sarà privato di un segmento rilevante dell’offerta di divertimento. A queste condizioni, con l’incombente minaccia di una norma iniqua, superficiale e ottusa, diventa impossibile per le imprese dedicare tempo e risorse umane ed economiche proprie a quelle attività volontarie di prevenzione che con profondo senso civico avevano intrapresoâ€�.

 

 

 

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