Angem-Fipe: "no al Tfr all'Inps"

Angem-Fipe: "no al Tfr all'Inps"

Per il presidente dell'Associazione che riunisce i gestori mense, Ilario Perotto, "non possono essere le imprese a risolvere i problemi di cassa dell'Inps. E' un'operazione inaccettabile a prescindere dalle dimensioni delle società".

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16 ottobre 2006
Angem-Fipe: “no al Tfr all’Inps�

Angem-Fipe: “no al Tfr all’Inps�

 

“Non possono essere le imprese a risolvere i problemi di cassa dell’Inps. Compensare il minore introito nelle casse previdenziali dovuto alla riduzione del cuneo fiscale, perché di questo si tratta, con il prelievo forzoso alle imprese del 50% del Tfr è un’operazione inaccettabile a prescindere dalle dimensioni delle società�.  E’ questo il commento di Ilario Perotto, presidente di Angem, l’associazione dei gestori mense (ristorazione collettiva) aderente a Fipe-Confcommercio.

“Angem sta portando avanti molte battaglie â€" continua Perotto â€" per stimolare le aziende iscritte ad essere innovative e stimolare una ripresa economica tanto evocata da tutti. E’ assurdo anche solo ipotizzare il prelievo forzoso del Tfr dalle casse delle aziende, soprattutto quando queste operano con le strutture della pubblica amministrazione la cui solvenza è, in molti casi, dilazionata di oltre due anniâ€�. Proprio per ovviare ai ritardi nei pagamenti delle pubbliche amministrazioni, Angem richiede l’inserimento nella legge Finanziaria di una norma che consenta di compensare crediti e debiti con lo Stato e le altre amministrazioni pubbliche, ai quali le imprese versano puntualmente centinaia di milioni di imposte e contributi mentre attendono proprio da Stato e pubblica amministrazione il pagamento dei corrispettivi delle loro prestazioni.

Inoltre il versamento del 50% del Tfr all’Inps arriverebbe in prossimità dell’entrata in vigore di Basilea2, rendendo ancora più difficile le condizioni per l’accesso al credito. Da anni, inoltre, l’associazione è impegnata a svolgere una politica nei confronti delle aziende iscritte a sostegno della loro partecipazione ai fondi chiusi come forma di previdenza complementare. “Dimezzare il gettito ai fondi pensione â€" conclude Perotto â€" significherebbe mettere a dura prova e compromettere un processo proprio nel momento in cui si stava radicandoâ€�.

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