Annuario statistico 2014: 478mila occupati in meno, Italia terza nella Ue per numero di presenze turistiche

Annuario statistico 2014: 478mila occupati in meno, Italia terza nella Ue per numero di presenze turistiche

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23 dicembre 2014

Emorragia di posti di lavoro, giovani senza prospettive e occupati sempre più vecchi per effetto della riforma Fornero. E' il quadro tracciato dall'Istat nell'Annuario statistico italiano, dove emerge che nel 2013 gli occupati erano 22.420.000, cioè 478.000 in meno rispetto all'anno precedente. La riduzione dell'occupazione ha riguardato entrambi i sessi ma maggiore tra gli uomini (-2,6%contro -1,4%). Nel 2013 le persone in cerca di occupazione sono cresciute di 369.000 unità (+13,4%). Il tasso di disoccupazione è salito al 12,2% (da 10,7%), quello di inattività al 36,5% (da 36,3%). A seguito dell'innalzamento dell'età pensionabile, è continuata a crescere la quota di occupati 55-64enni (da 40,4 a 42,7%) mentre si è ridotto il tasso di occupazione tra i giovani, soprattutto fra i 15-24enni (da 18,5 a 16,3%) e i 25-34enni (da 63,8 a 60,2%). La diminuzione degli occupati - riferisce l'Istat - ha riguardato sia i lavoratori dipendenti (-335.000) sia gli indipendenti (-143.000). Hanno perso occupazione tutti i settori di attività economica: -89.000 unità nell'industria in senso stretto, -35.000 in agricoltura, -163.000 nelle costruzioni e -191.00 nei servizi. Si è ridotto il numero dei dipendenti a termine (-6,1%), in crescita dal 2010, mentre sono aumentati gli occupati a tempo parziale (+2,8%) anche se l'incremento del part time risulta di tipo involontario. Il tasso di occupazione 2013 è al 55,6%, valore che si mantiene ampiamente al di sotto della media Ue (64,1%); quello maschile si attesta al 64,8% (66,5% nel 2012), mentre il tasso riferito alle donne si posiziona al 46,5% (47,1% l'anno precedente). Rimangono ampi i divari territoriali, con il tasso di occupazione che al Nord è oltre venti punti più elevato di quello dell'area meridionale. 

Turismo, Italia terza nella Ue per numero di presenze -  Nell'ambito dei Paesi dell'Ue 27, l'Italia si colloca in terza posizione per numero di presenze totali negli esercizi ricettivi, con un'incidenza di quelle straniere superiore alla media europea (47,4 rispetto a 42,7%). Lo rileva l'Istat nell'Annuario statistico 2014. Nel 2012 l'Istat rileva 33.728 esercizi alberghieri (-0,6% rispetto al 2011) e 123.500 esercizi extralberghieri (+3,1%). Il flusso dei clienti nel 2013 (dati provvisori) è di 376,7 milioni di presenze, in calo dell'1,1% rispetto al 2012, con una permanenza media di 3,63 notti (-0,04 notti). Nello stesso anno l'indice del fatturato nel settore dell'alloggio segna una contrazione dell'1,1%.  Le presenze dei clienti residenti scendono rispetto al 2012 sia negli esercizi alberghieri (-3,4%) sia negli extra-alberghieri (-5,4), al contrario la componente non residente della clientela aumenta in entrambe le tipologie di alloggio (rispettivamente +2,9% e 1,0%). I mesi di giugno, luglio e agosto, prediletti dagli italiani, sono scelti da meno della metà dei clienti non residenti (46,1%), i quali sono anche i più orientati verso gli alberghi a 4 e 5 stelle e preferiscono come mete le regioni del Veneto, Trentino-Alto Adige, Toscana e Lazio.
 
Resistono pranzo a casa e colazione abbondante  In Italia fatica a prendere piede l'abitudine al pasto veloce fuori casa. Anche nel 2014 il pranzo è il pasto principale e in oltre 6 casi su 10 viene consumato fra le mura domestiche. La quota più bassa di chi mantiene questa abitudine si registra tra gli uomini di 35-44 anni (51,2%). Diffusa e stabile nel tempo è anche la consuetudine di fare una colazione adeguata al mattino: circa l'80% degli italiani abbina al caffè o al tè alimenti nutrienti come latte, biscotti, pane. Questo comportamento salutare è più diffuso fra le donne (83,2%) rispetto agli uomini (77%). 
 
Criminalità, reati in crescita del 2% - Nel 2012 in Italia i delitti denunciati dalle forze di polizia all'autorità giudiziaria sono stati 2.818.834, il 2% in più dell'anno precedente. E' quanto emerge
dal capitolo dedicato a "Giustizia, criminalità e sicurezza". In aumento (+10,5%) risultano truffe e frodi informatiche, estorsioni (+6,2%), ricettazione (+5,5%), rapine e furti (+5,1 e +4,1%, rispettivamente), in calo sfruttamento e favoreggiamento della prostituzione (-13,2%), tentati omicidi (-5,3%) e omicidi volontari (-4%) sebbene all'interno di questi ultimi crescano quelli di tipo mafioso (+28,3%). Il quoziente di delittuosità generico è per il nostro
Paese di 47 delitti per mille abitanti ma i livelli regionali sono molto diversi, oscillando tra i 59 delitti per mille abitanti del Lazio e i 27 della Basilicata.
 

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