Aumento Iva: le reazioni dalle Ascom

Aumento Iva: le reazioni dalle Ascom

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30 settembre 2013

Dalla mezzanotte del primo ottobre scatta l'aumento dell'Iva dal 21 al 22%. Nel sistema Confcommercio sono forti la preoccupazione e lo sconcerto per un provvedimento che sembrava essere scongiurato con un decreto che il governo aveva approntato nei giorni scorsi e che poi, a causa della crisi apertasi con le dimissioni dei ministri del Pdl, è sfumato. Il presidente di Confcommercio Napoli, Pietro Russo, ha sottolineato che "l'aumento dell'Iva potrebbe provocare nei prossimi mesi la  chiusura di circa 2.900 imprese commerciali nella sola provincia di  Napoli, con la perdita di oltre 8.500 posti di lavoro. I dati erano già drammatici: gli effetti della recessione hanno comportato un calo dei consumi nella provincia partenopea del 7% e, secondo le stime, ben 1.500 imprese erano a rischio. Oggi questi numeri raddoppiano''. Ci sono poi anche questioni di carattere puramente pratico. Sono quelle evidenziate dal presidente di Confcommercio Roma, Giuseppe Roscioli: "bisogna vedere se tutti i commercianti riusciranno ad aggiornare in tempo i misuratori fiscali e i cartellini dei prezzi. Non è una cosa semplice farlo, e si doveva avere il tempo per realizzare queste operazioni.. Spero che almeno non si cominci subito con controlli a tappeto, perché si aggiungerebbe altro danno a una scelta che già ne ha arrecato tanto. La situazione del commercio è già gravissima e con questa scelta ci siamo fatti male da soli". E proprio al governo e alla classe politica in generale sono indirizzate le critiche del direttore generale dell'Ascom Padova, Franco Barbierato: "l'aumento dell'Iva, causa irresponsabilità della classe politica, non è accettabile. Lo abbiamo detto e ripetuto in tutte le salse, abbiamo presentato studi, abbiamo scongiurato il governo perché evitasse una sciagura che inciderà in maniera ancora più pesante su consumi già in arretramento e colpirà soprattutto le classi più deboli". Il presidente dell'Ascom Bergamo, Paolo Malvestiti, sottolinea come l'aumento sia "una stangata per imprese e famiglie. Deprimerà ulteriormente i consumi in un momento di grave difficoltà e metterà in discussione l'auspicata ripresa prevista per il 2014". Per il presidente di Confcommercio Vicenza, Sergio Rebecca, "imprese e famiglie sono costrette una volta ancora a pagare il prezzo di una politica alla deriva, fatta di ricatti e minacce quotidiane, e di scelte irresponsabili. L'aumento dell'Iva tocca ancora una volta le tasche dei consumatori, diminuendo il loro potere d'acquisto. L'effetto sarà un ennesimo calo dei consumi che andrà a gelare la leggera brezza di ripresa della nostra economia, che si cominciava a sentire. Ancora una volta, anche questo Governo che si era autodefinito del fare, per reperire risorse si limita a misure inaccettabili, che inaspriscono l'imposizione, anziché incidere con l'abbattimento deciso della spesa pubblica". "Un segnale sbagliato in un momento difficile per i consumatori e le aziende": così l'Unione commercio turismo servizi Alto Adige, per la quale "in un Paese solidamente impantanato nella recessione l'aumento dell'Iva non può non avere conseguenze negative per il consumo e di conseguenza anche per le aziende e l'occupazione". Per il presidente di Confcommercio Veneto, Massimo Zanon, "in qualsiasi Paese civile la politica è al servizio dei cittadini. In qualsiasi Paese civile la politica non si serve dei cittadini. In qualsiasi Paese civile, in nome di un falso problema, i politici non si sarebbero nemmeno sognati di metterli in ginocchio, i loro elettori, lasciando che, in alternativa alla salvezza di pochi, venisse sferrato il colpo ‘di grazia' su tutti gli altri, i non privilegiati, dando il via libera all'aumento di tasse che nessuno è più in grado di fronteggiare". "L'incremento dell'imposta vanificherà i primi timidi e parziali segni di una crescita finora solo annunciata – ha proseguito Zanon – Ci sentiamo presi in giro. E chiediamo alla politica, a prescindere dagli schieramenti, un supplemento di responsabilità per concentrarsi sui veri problemi, che sono emergenze economiche e sociali come la disoccupazione, la pressione fiscale che le imprese non sono più in grado di sostenere, la quotidiana lotta per la sopravvivenza". Secondo il presidente di Confcommercio Modena, Carlo Galassi, "l'economia reale, stremata dalla crisi economica in atto, rischia di non reggere a questo ulteriore impatto che colpisce famiglie e imprese. Il sistema economico modenese, in particolare il commercio al dettaglio, già provato dal calo dei consumi, viene sopposto a una pressione che faticherà a reggere". Di "aumento che strozzerà i negozianti" parla invece il presidente di Ascom Ferrara, Giulio Felloni, per il quale "in questo modo non si fa che creare ulteriore disagio sociale". Di "goccia che fa traboccare il vaso" parla l'Unione Cts di Sondrio, secondo la quale "quello che non doveva succedere, che doveva essere assolutamente evitato è accaduto ed è l'inaccettabile conseguenza del pessimo operato di una classe politica inetta e del tutto incapace di governare, per la gran parte interessata a salvaguardare i propri abnormi privilegi e le assurde logiche di partito, e perciò indegna di rappresentarci". Per il presidente di Confcommercio Mantova, Nicola dal Dosso, "come in occasione del precedente incremento dell'Iva avvenuto un anno fa con il Decreto ‘Salva Italia', anche questa volta la rete distributiva farà da ammortizzatore assorbendo l'aumento. La responsabilità politica è sempre più rarefatta, i fatti di questi giorni ne danno ampia conferma e il Paese è alla deriva. E' giunta l'ora di un colpo di reni per salvare il salvabile. Un requisito importante c'è ed è rappresentato dalla forza di volontà delle nostre genti e delle nostre imprese". Paolo Odone, presidente di Ascom Confcommercio Genova, sottolinea da parte sua che "l'incremento dell'imposta, oltre a non un aumento del gettito, avrà effetti negativi sui consumi e su una crescita finora solo annunciata. Ancora una volta a farne le spese sono in prima battuta le micro e piccole imprese del terziario. Ancora una volta le nostre imprese si fanno carico di assorbire interamente l'impatto, nessuna ha intenzione di modificare i propri listini. E' un approccio eroico, encomiabile ma altrettanto surreale. Non possiamo pensare che sia sempre la micro e piccola impresa a fare da cuscinetto, a svolgere funzioni di ammortizzatore sociale". Secondo un'analisi realizzata dal Centro Studi di Confcommercio Cagliari, sono circa 500 i posti di lavoro che andranno persi nella provincia a causa dell'aumento dell'Iva e ogni famiglia subirà un incremento delle spese di circa 135 euro. ''L'aumento dell'Iva è operativo da pochi giorni ma stiamo già registrando le grida di dolore di commercianti e consumatori - commenta Giuseppe Scura, direttore di Confcommercio Cagliari - infatti questa ennesima stangata si aggiunge a una lunga crisi che ha già stremato famiglie e imprese della Sardegna e il risultato sarà che purtroppo l'economia del nostro territorio subirà ulteriori effetti depressivi''.

 

 

 

 

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