Bankitalia vede "nero": recessione nel 2012, crescita zero nel 2013

Bankitalia vede "nero": recessione nel 2012, crescita zero nel 2013

Nel Bollettino economico, Via Nazionale parla di un peggioramento delle prospettive dell'economia italiana. Ora "la priorità è il rilancio dell'economia, attuando subito le riforme strutturali".

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17 gennaio 2012

Peggiorano le prospettive dell'economia italiana, con un 2012 in pesante recessione - il Pil a -1,5% - e il 2013 a crescita zero. Lo prevede la Banca d'Italia nel bollettino economico, spiegando che questo è lo scenario se lo spread Btp-Bund si mantiene stabile a circa 500 punti e restano le tensioni sul credito. Anche se "c'è il rischio che un peggioramento delle aspettative, che determini un ulteriore inasprimento delle condizioni dei mercati del debito sovrano e del credito, possa portare a una flessione più accentuata". In uno scenario più favorevole, sottolinea Palazzo Koch, "in cui le politiche di risanamento dei conti pubblici adottate dal governo e le risposte alla crisi concordate in sede europea ripristinassero almeno in parte la fiducia degli investitori, riducendo i costi di finanziamento per tutti gli attori economici, l'economia italiana potrebbe riprendersi più
rapidamente". Con un ritorno dello spread Btp-Bund sui livelli dell'estate scorsa (circa 200 punti), nel 2012 il Pil calerebbe dell'1,2%, ma con una "stabilizzazione nella seconda metà dell'anno e un più rapido ritorno alla crescita nel 2013", con il Pil a +0,8%. Ora per l'Italia, continua Via Nazionale, "una volta completato il quadro degli interventi volti ad assicurare l'equilibrio dei conti pubblici, la priorità è ora la creazione di condizioni favorevoli al rilancio dell'economia italiana. Le misure strutturali in corso di definizione, che rafforzano quelle adottate dall'estate scorsa, se ben disegnate e prontamente attuate, stimolando la capacità potenziale di crescita del prodotto possono influenzare positivamente le aspettative dei mercati e le decisioni di spesa di famiglie e imprese, riverberandosi favorevolmente non solo sul lungo periodo, ma anche sui risultati di quest'anno e del prossimo". Per Bankitalia, inoltre, "il recupero dell'occupazione iniziato nell'ultimo trimestre del 2010 si è arrestato negli ultimi mesi dell'anno scorso" e "anche se continua a ridursi il ricorso alla cassa integrazione, peggiorano le attese delle imprese sui loro livelli occupazionali".
Il debito pubblico in reapporto al Pil, infine, "nel 2011 sarebbe aumentato nell'ordine di 1,5 punti percentuali, dal 118,4% del 2010. L'aumento sarebbe più contenuto rispetto a quello stimato
per gli altri Paesi dell'area euro nell'autunno scorso dalla commissione europea (pari a 2,5 punti percentuali)".

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