Cnel: via libera al regolamento sul riassetto

Cnel: via libera al regolamento sul riassetto

Il Consiglio dei ministri ha approvato lo schema di regolamento. Il numero dei componenti viene ridotto da 120 a 70: "tagliata" la quota di imprese e lavoratori, non quella dei politici.

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23 settembre 2011

Il Consiglio dei ministri ha approvato lo schema di regolamento di riassetto del Cnel, che verrà trasmesso al Consiglio di Stato per il parere. Lo schema dà immediato seguito a quanto previsto dalla manovra, con la riduzione del numero dei componenti del Cnel da 120 a 70, oltre al presidente e al segretario generale. Ribadendo la scadenza naturale della consiliatura vigente (2015), il regolamento prevede che i 12 qualificati esperti esponenti della cultura economica, sociale e politica restino confermati e stabilisce in 48 il numero dei rappresentanti delle categorie produttive di beni e servizi pubblici e privati. Tra questi, saranno 22 e 9 i rappresentanti dei lavoratori dipendenti e dei lavoratori autonomi e 17 i rappresentanti delle imprese. Restano 10, infine, i rappresentanti delle associazioni di promozione sociale e delle associazioni di volontariato, designati dai rispettivi Osservatori. La decisione ha innescato critiche unanimi dal fronte sindacale e imprenditoriale. Il leader della Cisl, Raffaele Bonanni, ha scritto al premier Silvio Berlusconi lamentandosi del "grave ridimensionamento" della rappresentanza delle parti sociali: "le decisioni annunciate in Cdm - si legge nella missiva - non hanno altro significato che quello di un punitivo ridimensionamento della rappresentanza di lavoratori e imprese nell'unica sede istituzionale prevista dalla Costituzione, oltretutto a vantaggio, in particolare, di rappresentanti di nomina politica, non previsti dall'articolo 99 della Costituzione". Per il segretario generale della Uil, Luigi Angeletti, "il Cnel è un organo di rilevanza costituzionale in cui sono rappresentate le parti sociali. Ma quando si è trattato di ridimensionarne i numeri sono stati tagliati solo questi soggetti. Sarebbe stato più logico, invece, incidere innanzitutto sui rappresentanti di altri settori non indicati dalla Costituzione". Dura anche la reazione del numero uno della Cgil, Susanna Camusso, secondo la quale si tratta di "un ulteriore atto di ritorsione contro le parti sociali che non intendono arrendersi alle politiche del governo e alle sue prevaricazioni. E' l'ennesimo uso privatistico di un'istituzione costituita attraverso un articolo della Carta costituzionale". Per Confindustria, infine, il regolamento è ''inaccettabile perché un Cnel asservito alla politica non serve a nulla''.

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