Per Confcommercio "un dato che non desta preoccupazioni"
Per Confcommercio "un dato che non desta preoccupazioni"
"A ottobre l'inflazione tendenziale torna ai livelli di inizio anno (1%) a causa del rallentamento della dinamica dei prezzi che origina da fattori stagionali (trasporti e servizi turistici) e dalle modifiche introdotte sul versante della contribuzione studentesca all'università, senza le quali il tasso tendenziale si sarebbe portato all'1,2%, in lieve accelerazione rispetto a settembre": è il commento dell'Ufficio Studi di Confcommercio ai dati Istat. "Permane un certo differenziale inflazionistico tra Italia ed eurozona (+1,4%) che, tuttavia, non è indice di specifiche patologie del nostro sistema produttivo, atteso che anche in Europa l'inflazione è complessivamente debole e lontana dai target della Banca Centrale. A questo proposito, un'inflazione di fondo attorno all'1% costituisce un forte ancoraggio alle aspettative di una politica monetaria ancora accomodante. In Italia - conclude l'Ufficio Studi - in un contesto di consumi poco dinamici, quasi tutta la variazione dei prezzi nasce dai prodotti petroliferi che alimentano beni e energetici non regolamentati e dagli alimentari non lavorati. Sui restanti settori, gli impulsi inflazionistici sono tenui e poco diffusi".