Confcommercio su polemiche prezzi: "Partita la stagione dei falsi d'autore"

Confcommercio su polemiche prezzi: "Partita la stagione dei falsi d'autore"

"Le solite analisi e rilevazioni dei prezzi che di scientifico non hanno nulla ma che servono ad alimentare la querelle sui giornali con l'unico obiettivo di screditare il settore della distribuzione".

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10 ottobre 2011

"Partita con largo anticipo la stagione dei "falsi d'autore" cioè di quelle analisi e rilevazioni dei prezzi che di scientifico non hanno nulla ma che servono ad alimentare la querelle sui giornali con l'unico obiettivo di screditare il settore della distribuzione quale responsabile dell'eventuale, e ancora non certificato, aumento dei prezzi". E'quanto ha dichiarato in una nota Confcommercio in merito alle polemiche odierne in materia di prezzi. La "miccia" è stata accesa dalle dichiarazioni del Garante per la sorveglianza dei prezzi Roberto Sambuco, che ha sottolineato come "al momento non ci sono fenomeni speculativi gravi e cosi' diffusi' in conseguenza della decisione dell'aumento dell'iva dell'1% avviato nel settembre scorso e 'le segnalazioni sono solo decine, non migliaia''. Sambuco ha peraltro osservato che ''oggi non ci sono ancora dati ufficiali di come questo aumento si stia trasferendo sui prezzi finali e che si dovrà spettare il 21 ottobre, "dopo che l'Istat ci dara' le rilevazioni ufficiali per vedere qual e' l'effetto reale''. Le dichiarazioni del Garante sono stata subito "stigmatizzate" dal Codacons che ha chiesto "l'abolizione di 'Mr prezzi' e il trasferimento delle sue funzioni all'Antitrust". Per il Codacons le parole di Sambuco non solo sono "gravissime" ma dimostrano anche la totale inutilita' di un ufficio, quello del garante, che non solo non e' capace di garantire un bel nulla, non solo non e' in grado di fare rilevazioni statistiche autonome, ma che,
evidentemente, non sa nemmeno leggere i dati Istat, visto che a settembre c'e' gia' stato un aumento dell'inflazione dal 2,8 al 3,1%, nonostante il dato incorporasse solo parzialmente gli incrementi Iva, visto che la gran parte delle rilevazioni erano dal 1 al 21 del mese e l'aumento dell'Iva era scattato solo dal 17".
Questo dunque il quadro dentro il quale si è sviluppata la risposta di Confcommercio, che vuole "ricordare a chi è in malafede, o a chi se ne è dimenticato, alcuni elementi certi per sgombrare il campo da fraintendimenti: primo, l'effetto scalino dell'inflazione, a causa dell'aumento di un punto percentuale dell'aliquota Iva dal 20% al 21% era largamente prevedibile; secondo, il sistema distributivo nel suo insieme da anni svolge un ruolo di calmieratore delle tensioni inflazionistiche che si generano a monte; terzo, l'Istat, con il prestigio e l'autorevolezza che gli sono riconosciuti, ha sempre certificato che con il chengeover non c'è mai stato un incremento patologico dei prezzi, tantomeno un raddoppio; quarto, se si guardano i dati dei primi nove mesi del 2011, l'inflazione media in Italia, pari al 2,6%, è identica alla media europea". In conclusione Confcommercio ribadisce la sua "totale disponibilità a discutere con tutti, primo fra tutti Mister Prezzi, a condizione che si abbandonino definitivamente posizioni strumentali e ideologiche quale premessa indispensabile per ripristinare un po' di sana verità scientifica su questo tema".

 

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