Confcommercio Toscana: "Male Pasqua e ponti primaverili"

Confcommercio Toscana: "Male Pasqua e ponti primaverili"

Per il turismo regionale si annunciano grosse perdite. Il presidente Bottai: "Serve una governance condivisa". Gli operatori del settore sperano nel "last minute".

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2 aprile 2012

Secondo le previsioni di Confcommercio Toscana, il 40% dei toscani non farà vacanze, il 15% invece non ha ancora deciso. Tra quelli che non partiranno nemmeno per una notte di permanenzafuori casa il 29% rinuncia alla vacanza anche di una sola notte per mancanza di soldi, mentre il 32%perché ha scelto un altro periodo dell'anno, il 24% perché non ha ferie e il 15% per motivi personali o familiari. Ma anche il 45% degli intervistati che dichiara di voler passare ancora una notte fuori casa non contribuirà necessariamente alle casse degli operatori del turismo, visto che il 32,4% pernotterà da parenti e amici, e il 23,5% in case di proprietà. Solo il 38,2% prenoterà una stanza in hotel, e gli altri si orienteranno per più economici bed and breakfast o case vacanza. Per quanto riguarda le destinazioni, continuano a tenere le città d'arte, con in media due notti di pernottamenti per nucleo familiare, e una spesa prevista di massimo 200 euro a persona comprendenti vitto e alloggio. La campagna è invece meta di un turismo familiare meno mordi-e-fuggi: si va dai quattro ai sette giorni, anche per la tipologia stessa dell'offerta - le case in affitto, gli agriturismi, spesso non concedono camere per meno di tre notti. "Le previsioni - dichiara il presidente della Consulta regionale del Turismo Confcommercio e di Federalberghi Paolo Corchia- non sono rosee, soprattutto per la costa, ormai in competizione con le mete internazionali raggiungibili con voli lowcost. Al mare le prenotazioni ad oggi riguardano solo un terzo delle camere disponibili. Niente tutto esaurito negli hotel, anche se gli albergatori sperano nel last minute del turismo interno". Ancora in positivo le strutture di lusso, mentre nel complesso il 56,4% degli operatori intervistati teme una diminuzione di presenze e di introiti rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, e il 38,5% non prevede differenze tra 2011 e 2012. Anche per la stagione estiva 2012 il 53,8% si attende un peggioramento rispetto allo scorso anno. "Le piccole imprese che rappresentiamo - commenta il presidente di Confcommercio Toscana Stefano Bottai - sono strette tra riduzione generale del potere d'acquisto, tassazione governativa e imposte di soggiorno locali. Da notare però che ben il 51% degli intervistati considerano la crisi strutturale, non congiunturale. Molti capiscono infatti che le difficoltà attuali potranno essere superate solo in un'ottica di ammodernamento dell'offerta regionale e di rilancio sul mercato internazionale. La nuova Governance turistica, come emerge dall'indagine, non è ancora stata percepita dagli imprenditori. Dalle Istituzioni ci aspettiamo azioni più decise per la competitività dell'intero settore".
Anche i ristoratori e i conduttori di pubblici esercizi, pur attendendo nelle città toscane e sul mare la solita invasione di Pasquetta e delle feste primaverili, si aspettano incassi minorati rispetto al passato. Aldo Cursano, presidente regionale e vicario nazionale Fipe, commenta i dati e aggiunge alcuni particolari acquisiti sul campo. "La Pasqua bassa come quest'anno non dà certo una grande spinta di inizio stagione. Aggiungiamo il clima di recessione e gli aumenti che hanno eroso il potere d'acquisto delle famiglie e il quadro è fatto. La benzina a 2 euro a scoraggia anche la gita fuori porta degli Italiani, che era rimasta l'ultima chance per le famiglie, e le previsioni metereologiche non promettono nulla di buono intorno al ponte pasquale. I turisti stranieri aiutano le presenze, ma anche loro, come gli italiani, hanno iniziato a limitarsi a spuntini veloci. Al ristorante si ordina prevalentemente primo e contorno escludendo secondo e dolce. Adesso però, più che cercare di tamponare gli effetti di una crisi internazionale, dovremmo discutere su modelli alternativi della gastronomia, della ristorazione e, quindi, del consumo. Qualità, e non più quantità".

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