Conti pubblici: allarme del Fondo Monetario

Conti pubblici: allarme del Fondo Monetario

L'organismo di Washington ha approvato il rapporto annuale sull'Italia. Giudizio positivo sulle riforme del lavoro e delle pensioni, ma restano confermate le previsioni sullo sfondamento del deficit.

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8 febbraio 2005
Conti pubblici: nuovo allarme del Fondo Monetario

Conti pubblici: nuovo allarme del Fondo Monetario

 

Accelerare il percorso di rientro dal debito pubblico evitando il ricorso alle misure una tantum. E' la principale raccomandazione emersa durante la discussione del rapporto annuale sull'Italia da parte del Fondo Monetario Internazionale. Il documento, approvato a Washington dal comitato direttivo dell'organismo, chiede anche di fare chiarezza sulla divergenza tra il fabbisogno e l'indebitamento ed esprime una valutazione positiva sulle riforme del mercato del lavoro e delle pensioni. Ma il Ministero dell'Economia ribadisce

L'impegno a rispettare il tetto del 3% nel rapporto deficit-pil respingendo al mittente ogni critica bollata come prematura.

Nella riunione di Washington i direttori esecutivi del Fondo hanno descritto un quadro in chiaroscuro. "L'Italia è un Paese che ha fatto delle riforme, le continua a fare, ma può fare di più. E l'aspetto più insoddisfacente sono i conti pubblici perché ci sono ancora troppe misure una tantum e la riduzione del debito pubblico dovrebbe e potrebbe essere più forte", si legge nel documento. Inoltre sono state confermate le cifre al ribasso su crescita e deficit, frutto della missione in Italia del novembre scorso, che sollevato seri dubbi sui conti pubblici.

Entrando nel dettaglio, il documento fissa il deficit al 3,1% sul pil rispetto al 2,9% previsto nel Dpef del luglio scorso e ridimensiona le prospettive di crescita all'1,7% sul pil (era il 2,1%). Quest'ultima differenza, pari allo 0,4%, viene attribuita per metà alla minore crescita e per metà alla valutazione del bilancio dell'Anas che è al centro di un contenzioso con Eurostat. Il risultato complessivo è un duro colpo alla tenuta dell'ultima Finanziaria. "La correzione fiscale dei conti prospettata per il 2005 è troppo piccola, alla

luce dei limitati progressi nel riequilibrio dei conti pubblici registrato negli ultimi anni".

Oltre alle insufficienze portate alla luce dalla revisione del quadro macro-economico, gli esperti di Washington puntano l'indice sulle condizioni strutturali del sistema produttivo. Così il testo sottolinea che "la mancanza di competizione in settori chiave e l'ambiente

economico sono riconosciuti come degli ostacoli agli investimenti, all'innovazione e alla crescita". Va anche peggio nei comparti del commercio all'ingrosso e al dettaglio e dei servizi professionali, dove "l'opposizione degli interessi costituiti ha bloccato le riforme".

L'unica nota positiva riguarda le banche. Migliora l'andamento della redditività e della

Patrimonializzazione, anche se il coinvolgimento limitato degli istituti esteri frena la concorrenza.

 

 

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