Dl anticrisi: poche risorse per le modifiche

Dl anticrisi: poche risorse per le modifiche

Arrivati in commissione Finanza e Bilancio della Camera gli emendamenti elaborati dal Governo e maggioranza. Nessun intervento su studi di settore e bonus familiare. L'Iva di cassa diventa strutturale.

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9 gennaio 2009
Dl anticrisi: poche risorse per le modifiche

Dl anticrisi: poche risorse per le modifiche

 

Mini aiuti sugli assegni familiari e per favorire gli affitti. E, sugli ammortizzatori sociali, una norma quadro, senza l’indicazione dei fondi, ma finalizzata ad utilizzare per la cassa integrazione alcuni finanziamenti europei ora indirizzati alle Regioni. A Montecitorio sono arrivate in commissione Finanza e Bilancio le modifiche al decreto anti-crisi: trentuno gli emendamenti elaborati dal Governo con la maggioranza e presentati dai relatori del provvedimento. Le norme affrontano i più importanti capitoli del dibattito sulla crisi. Ma le risorse messe in campo sono ritagliate tutte all’interno degli importi già stanziati dal decreto, oppure rinviano ad intese da raggiungere, come per le risorse da destinare alla Cassa integrazione.

Nelle modifiche proposte dai relatori non ci sono interventi sugli studi di settore e sul bonus familiare. Si prevedono invece più stanziamenti per gli assegni familiari ma solo per le risorse che rimarranno inutilizzate dalla norma che fissa un tetto ai mutui variabili: la novità è però rappresentata dal fatto che gli assegni potranno essere richiesti anche dai lavoratori autonomi, come proposto dalla Lega. Per gli affitti arrivano poi 20 milioni di euro in più: alimenteranno il fondo di sostegno, ma verranno tolti ad Equitalia, cioè alla società che riscuote le tasse non pagate dagli evasori. Ma una modifica potrebbe essere in arrivo, visto che la stessa copertura è utilizzata anche per finanziare eventi sportivi da collegare con l'expo 2015.

Uno dei nodi affrontati è poi quello degli ammortizzatori sociali. Ma non vengono fissati né dettagli di utilizzo né risorse. Ci si limita ad una norma quadro che rinvia la definizione delle risorse ad un decreto interministeriale dopo aver sentito l’Ue e raggiunto un’intesa con le Regioni: le risorse sono infatti quelle che Bruxelles destina sul territorio per la formazione continua, cioè per formare nuovamente chi ha perso lavoro. In pratica si rinvia, sia per le modalità sia per l’ammontare delle risorse.

Insieme ad alcune micro misure (come quella che finanzia per 1 milione la ricerca oftamologica), sono previsti anche ritocchi e integrazione alla norma che fissa un tetto ai mutui. In caso di rinegoziazione dei mutui i notai dovranno dimezzare i loro onorari e le banche non far pagare l’operazione, nemmeno in via indiretta. Il calo dei tassi di interesse libererà poi risorse per gli enti locali: le potranno utilizzare per finanziare investimenti, per estinguere i mutui o per pagare fornitori in attesa da troppo tempo del pagamento. Diventa poi strutturale l’Iva di cassa, prima prevista solo in via sperimentale, e arrivano alcune semplificazioni come l’e-mail certificata per i cittadini che ne faranno richiesta (che potrà poi sostituire le notifiche a mezzo posta). Arriva poi un ulteriore stop alla richiesta di documenti inutili da parte delle amministrazioni.

Il decreto legge viene sfruttato anche per riorganizzare il mercato elettrico (con una riscrittura delle norme già previste nella prima stesura) e per cercare di far revocare lo sciopero convocato per martedì prossimo dai gestori di slot machine. Per questo cambia - e si riduce - il prelievo sugli 'apparecchi da intrattenimento'. L’aliquota massima del 13,4% scende al 12,6%. Ma, per chi aumenta la raccolta, sui maggiori importi è previsto un meccanismo di tassazione a scalare: in pratica sui maggiori incassi si pagano meno imposte, fino al “solo” 8% da applicare sulla quota raccolta che supera del 65% gli importi messi in cassa nel 2008. Vengono poi fissati i fondi per finanziare nel 2009 e 2010 il Coni (450 milioni) e l’Unire (130 milioni).

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