Donne: "basta con le quote rosa, è ora di rivolgersi ai giudici"

Donne: "basta con le quote rosa, è ora di rivolgersi ai giudici"

A Roma il convegno "Donne e governance: un'impresa possibile. L'Europa è per le donne", organizzato da Terziario Donna Confcommercio. Di Dio: "le donne sono un capitale dormiente della nostra società, lo stato di cose attuale è intollerabile".

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16 marzo 2012

La scarsa presenza femminile nei luoghi della rappresentanza politica, nelle istituzioni e nei Cda degli enti pubblici e privati rappresenta un "deficit di democrazia". Se ne è discusso nel corso del convegno "Donne e governance: un'impresa possibile. L'Europa è per le donne", organizzato da Terziario Donna Confcommercio nell'ambito dell'iniziativa della Rappresentanza del Parlamento Europeo a Roma "L'Europa è per le donne". Il presidente di Terziario Donna Confcommercio, Patrizia Di Dio, ha introdotto i lavori sottolineando che la scarsa presenza femminile nella governance del nostro Paese "è una grave lacuna che impoverisce la nostra democrazia. Le donne sono un vero e proprio capitale dormiente della nostra società e quindi è proprio l'attuale fase di crisi economica che impone di concentrarsi maggiormente sulla questione femminile. Tanto più che l'Italia, fra i Paesi a più alto reddito pro capite, è quello che utilizza di meno il potenziale di sviluppo delle donne". Per una svolta, Terzario Donna propone di "agire a livello delle governance attraverso lo strumento giurisdizionale", lasciando da parte le quote rosa e nuovi provvedimenti legislativi ("più che nuove leggi, serve far rispettare quelle che già ci sono"). Nella pratica, ha detto la Di Dio, "in caso di nomine che non rispecchino la normativa in materia di pari opportunità e democrazia paritaria le associazioni femminili devono ricorrere al giudice. D'altra parte esistono già numerose sentenze in questa direzione, soprattutto della magistratura amministrativa". In più, la presidente delle imprenditrici di Confcommercio ha suggerito l'utilità di "segnalare sistematicamente alla Corte dei Conti i pronunciamenti dei giudici amministrativi e di inviare una nota a chi ha ne il potere, prima delle nomine nelle istituzioni e nei consigli di amministrazione, che richiami le sentenze stesse". "Lo stato di cose attuale - ha concluso la Di Dio - è intollerabile. Nella governance serve il merito, non le appartenenze e le clientele. E' ora che le donne passino dallo studio del loro potenziale alle applicazioni pratiche e di rimettere in moto l'economia del nostro Paese con un flusso di energia nuova". La parlamentare europea Lara Comi, la più giovane tra tutti gli eletti a Strasburgo, ha fatto poi una critica dall'interno del mondo femminile ("non limitiamoci alla nostra riserva indiana, non c'è solo la famiglia") evidenziando che la ricerca della rappresentatività politica si scontra "quando ci si trova a predisporre le liste elettorali, con la difficoltà di trovarne di disponibili alla candidatura e ai relativi impegni. E una volta al voto, sono le donne stesse a non votare le donne candidate, quando addirittura non si scopre che sono promotrici di comitati elettorali a favore di persone dell'altro sesso". La Comi si è poi detta d'accordo sulla "inutilità delle quote rosa" e ha sottolineato la necessità di "incrementare il tasso di occupazione femminile: secondo uno studio di Bankitalia, se lavorasse il 60% delle donne anziché l'attuale 50% il Pil salirebbe del 7%". Anche perché "più alta è la rappresentanza femminile, più basso risulta il tasso di corruzione". Bisogna poi "recuperare il gap di retribuzione tra uomini e donne, in Italia comunque più basso rispetto all'Europa, e difendere oltre alle donne che lavorano quelle che danno lavoro". Lucio Battistotti, direttore della Rappresentanza del Parlamento Europeo a Roma, ha quindi ricordato l'impegno della Commissione europea sulla questione femminile e ricordato come in diverse sentenze la Corte di giustizia europea abbia evidenziato che "la parità tra uomini e donne è fondamentale nella strategia di crescita europea". "In tutta Europa - ha concluso Battistotti - c'è consapevolezza che con le donne si stanno sprecando talento e occasioni di sviluppo".


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